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Violenza sulle donne e razzismo. All’orrore non c’è mai fine.

Publie le venerdì 2 novembre 2007 par Open-Publishing
3 commenti

L’orribile e inqualificabile violenza subita da Giovanna Reggiani il 31 ottobre, sembra aver spazzato definitivamente ogni resistenza antirazzista di questo paese. Oramai anche la sinistra si sente ancor più legittimata a batter sulla “questione immigrazione” e su quella “razziale”. Veltroni e Prodi hanno lanciato le loro dure reprimende contro i cittadini romeni, definiti ormai tutti genericamente e impropriamente “rom”, promettendo pugno duro ed espulsioni a raffica; l’Unità ha titolato: “MASSACRATA A ROMA, FERMATO UN ROMENO. ALLARME DI VELTRONI. PRODI: ESPULSIONI”. L’Unità, come i peggiori giornali xenofobi, evidenzia la nazionalità dell’assassino, dando quindi una connotazione razziale all’omicidio; i comuni cittadini, anche quelli di “sinistra”, spingono per la soluzione del “problema” e chiedono nuove misure per la questione sicurezza.

Ora, io credo che non bisogna avere nessuna particolare sensibilità o connotazione politica per rimanere inorriditi di fronte a ciò che è capitato a quella povera donna, ma ciò non deve permetterci di accettare gli atteggiamenti razzisti dei politici, dei mass-media e della gente comune che incontriamo ogni giorno. E’ chiaro che un orrore (violenza, in particolare quella contro le donne) sommato ad un altro orrore (il razzismo), fanno matematicamente due orrori, ovvero un orrore non annulla l’altro.

Bisognerebbe domandarsi: Perché accadono queste cose? Le motivazioni plausibili possono essere solamente due: o le cause sono genetiche oppure sono sociali.

Mi pare evidente che le teorie genetiche sul presunto carattere delinquenziale di alcune persone o addirittura di alcuni popoli, sono una bestialità sconfessata anche dalla scienza. Rimane quindi la questione sociale. I giornalisti, i politici e i “bravi” cittadini italiani, osservano come sono costrette a vivere certe persone? Resisterebbero una sola ora in certe catapecchie che si vedono alla periferia delle grandi città? Come non pensare che se si creano condizioni di grandissimo disagio, alcune persone sviluppano istinti bestiali e riprovevoli? Per esempi: Perché i bambini che vivono per le strade di Rio de Janeiro o Nairobi o Bucarest sono disposti ad uccidere per pochi euro? Non è forse per le condizioni di abbandono in cui sono costretti a sopravivere? E perché i “bravi cittadini” sono disposti a giustificare e ad impietosirsi per quei bambini e provano disprezzo per coloro che vivono nella nostra “civile” Italia nelle stesse loro condizioni? Credono forse i “bravi cittadini”, che la militarizzazione del paese, le leggi speciali, la certezza della pena, le espulsioni ecc., possano renderli più sicuri nelle loro case? Non pensano che ci sia una relazione tra l’attacco ai diritti conquistati dai lavoratori (sicurezza lavoro, pensioni, salari ecc.) e il degrado in cui sono costretti a vivere determinate persone?

Forse noi antirazzisti siamo ora minoranza nel paese. Forse noi antirazzisti potremo essere attaccati (verbalmente, fisicamente) per le nostre idee. Tutto questo però non deve farci dubitare che siamo dalla parte del giusto! Il razzismo non deve dilagare e va fermato! Non occorrono necessariamente grandi mobilitazioni per fronteggiarlo, è importante ogni gesto quotidiano, ogni parola che pronunciamo, ogni cosa. Qualunque cosa è meglio di non far niente.

La lotta oggi è dura più che mai. E’ tremendamente difficile, ma è necessario farlo. E’ un nostro DOVERE.

p.s Qualche mese fa, in Sardegna, un romeno è stato ucciso dai suoi colleghi di lavoro italiani perché lavorava troppo e temevano di essere messi in cattiva luce con il loro datore di lavoro. Perché i mass-media non hanno dato la stessa ribalta a notizie come questa?

Messaggi

  • Non sono d’accordo sull’affermazione che gli antirazzisti siano una minoranza ma ritengo che siano una minoranza anche abbastanza corposa e molto rumorosa aiutati da una grancassa mediatica che li fa apparire più numerosi di quanto effettivamente siano. Purtroppo c’è un vero disagio soprattutto culturale di cui i politici si servono per acquisire consenso a spese di polazioni deboli e fondamentalmente indifese. La mia preoccupazione però è che, la storia insegna, questa operazione è molto pericolosa. Difatti "il sonno della ragione genera mostri" e va ricordato che la seconda guerra mondiale cominciò proprio quando un demagogo disse che era facile risolvere i problemi: bastava eliminare la "razza" ebrea!!!!!!!Non esistono soluzioni facili ed i mostri non tornano facilmente nella grotta da cui sono usciti.

  • Uno ha aggredito una donna. Deve essere processato e messo in condizione di non farlo ancora.
    La sua comunità che ha occupato un suolo pubblico abusivamente lo ha coperto. ha chiamato pazza chi ha cercato di salvare la donna aggredita Se fino ad oggi si poteva chiudere gli occhi sull’occupazione per una ragione umana, non si possono chiudere adesso per l’omertà, non sono graditi per quest’ultima cosa, e devono capirlo.
    Una donna coraggiosa ha dato l’allarme. Deve essere premiata e deve stare tranquilla che l’aggressore e chi la chiama pazza per il suo gesto coraggioso non si vendichi.
    l’etnia di questa triste vicenda non c’entra. I razzisti sono quelli di "alla caccia del romeno" e quelli che dicono "poverini sono disagiati" Il disagio fa chiedere l’elemosina e rubare al supermercato, ma non fa uccidere. Anch’io sono disagiata, non so come pagare l’affitto per ingiustizie d’altri anche se lavoro, e non voglio messere insieme a chi potrebbe aggredire per prendere una borsetta, lo sentirei un razzismo nei miei confronti. Non rendere giustizia a questo fatto è dare il lasciapassare a ronde squadriste:penso che i romeni siano i primi a non volere Nicalae Romulus Mailet e altri come lui in giro. Giustizia. Punto e basta. O carcerati saremo noi tutti che non potremo più uscire per non essere aggrediti e i salvatori della patria saranno i leghisti e i fascisti. Che Mastella si prenda anche gl’insulti dei rom delinquenti, non solo i loro ringraziamenti, insieme a tutti quelli dell’altra malavita.

    • Brutta gente?

      Quando il New York Times mise a disposizione su internet le annate dall’800 ad oggi, mi divertii a fare un po’ di ricerche, anche a pagamento, sui mio cognome. Poi smisi: fra gli anni ‘20 e ‘40 persone che si chiamavano Zambardino ricorrevano spesso nelle cronache. Nere. Fermi e arresti per lo più per spaccio di alcool (negli anni del proibizionismo) e per furti. Anche qualche caso di sfruttamento della prostituzione.

      Feci qualche indagine in famiglia, ma per fortuna nessun ramo di noi, napoletani e in genere campani, risultava emigrato negli Stati Uniti, almeno a memoria dei viventi. Sospirone di sollievo, siamo gente di origine popolare, con tradizioni di lavoro prima artigianale e poi operaio di cui vado anche un po’ fiero.

      Ma nessuno di quegli arrestati americani è stato espulso. Nessun provvedimento ha toccato le loro famiglie in blocco e il loro gruppo etnico. Nessuna “spedizione punitiva” li ha terrorizzati e ridotto qualcuno in fin di vita. I responsabili sono andati in galera e ci sono rimasti. Punto e basta.

      In compenso i Sopranos vengono esattamente dalle nostre zone. Ma quella è fiction, insn’t it?

      ( dal blog di Vittorio Zambardino su repubblica.it )