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Rapina aggravata per la spesa proletaria
La solidarietà dei parlamentari Prc
Visita a D’erme
confinato in casa
Davide Varì
«Scambiare un atto simbolico per rapina significa fare un uso smodato delle norme». Sono le parole del segretario romano di rifondazione Massimiliano Smeriglio a chiarire le ragioni per cui una delegazione di Rifondazione Comunista, guidata dal Segretario nazionale Franco Giordano, accompagnato dai Capogruppo di Camera e Senato Gennaro Migliore e Giovanni Russo Spena, ha deciso di recarsi ieri pomeriggio a casa di Nunzio D’Erme.
Una casa che per il militante di “Action” ed ex Consigliere del Comune di Roma, si è trasformata in prigione da quando la Cassazione ha confermato le misure degli arresti domiciliari per l’iniziativa che mirava ad un’autoriduzione dei prezzi, svolta dalle reti dei precari nella giornata di mobilitazione nazionale del 6 novembre 2004. Un’azione dimostrativa che si era concretizzata in una “spesa proletaria” simbolica, compiuta presso uno dei supermercati della catena Panorama e nella libreria Feltrinelli di largo Argentina a Roma.
Un fatto accaduto più di un anno e mezzo fa che è stato giudicato come una vera e propria rapina. Rapina aggravata per la precisione. E se consideriamo che il “crimine” era stato ampiamente annunciato mezzo stampa e commesso sotto gli obiettivi delle telecamere delle tv di mezza Italia, si capisce quanto la decisione dei giudici sia paradossale.
Senza considerare che l’azione si è svolta senza alcun ricorso alla violenza come hanno potuto tesimoniare gli operatori del supermercato ed i commessi della libreria Feltrinelli, i quali sembravano divertiti dall’accaduti più che preoccupati. Non è servito a nulla il ricorso in appello e in cassazione. D’Erme, per la giustizia italiana, è un rapinatore. Ed insieme a lui, Luca Blasi, Francesco Brancaccio, Paolo Do e Giovanna Cavallo, tutti agli arresti domiciliari. E siamo andati a trovarlo il “il pericoloso criminale” romano, ma le regole sono rigidissime e la stampa non è autorizzata ad entrare in casa. Solo il gruppo dei parlamentari ha avuto accesso. Un accesso concesso solo previa richiesta, registrazione ed approvazione della questura. L’avvocato e la madre di D’Erme erano molto preoccupati ed attentissimi a che le norme imposte dai giudici venissero rispettate. Una situazione davvero difficile per D’Erme.
Non solo è impossibilitato ad uscire ma deve contingentare e farsi approvare anche le semplici visite di amici e familiari. A testimonianza di ciò un gruppo di compagni che sono rimasti in prossmità della casa per tutta la durata della visita. Anche loro impossibilitati ad entrare. «Nunzio sta bene» ha dichiarato uscendo Franco Giordano «questa non è solo una visita di cortesia ma un atto di dovuto verso Nunzio ed Action e noi vogliamo esprimere la nostra solidarietà e la nostra vicinanza ad un esperienza di lotta sociale che è stata trasformata in un problema di ordine pubblico». Un idea ripresa da Russo Spena che ha voluto ribadire la vicinanza a D’erme dichiarando la necessità di valorizzare movimenti di come quelli Action: «questa città ha bisogno della forza e della generosità dei movimenti sociali».
La “delegazione” ha portato un bel pacco di libri. Tra questi “L’Elogio della Follia” di Erasmo, il “Don Chisciotte” ed il “Potere dei Sogni” di Luis Sepulveda. Titoli evocativi, affatto casuali, che ben si addicono allo spirito del di D’Erme. Insomma, quella che doveva essere una visita ufficiale, ben presto si è trasformata in un vero e proprio abbraccio. Ora D’Erme si prepara a passare l’estate chiuso in casa e le ultime parole sono di Massimo Smeriglio, l’organizzatore ed il promotore di questa visita: «noi dobbiamo impegnarci per un indulto sui reati d’opinione e lottare contro queste sentenze che appaiono sempre più come sentenze punitive. Non si può scambiare un’azione simbolica per una rapina».
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