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Viva l’indulto - Questo carcere fa davvero schifo

Publie le martedì 1 agosto 2006 par Open-Publishing
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MILANO - L’atto di clemenza era atteso da anni e ora che le porte dei penitenziari italiani si sono dischiuse per una parte dei detenuti, c’è chi si prepara a festeggiare . Al grido di «Viva l’indulto» hanno lasciato il carcere di San Vittore, a Milano, due detenute della sezione femminile: Patrizia, 27 anni, di Como, libera dopo avere scontato sei mesi per reati di droga; e Grazia, 58 anni, milanese, anche lei in cella per questioni legate agli stupefacenti, che con l’indulto ha risparmiato quattro mesi di carcerazione dopo i tre anni e mezzo già scontati.

BRINDISI NEL CORTILE - A Brescia una famiglia ha invece recuperato una bottiglia di pregiato spumante Franciacorta e con questa si è presentata, bicchieri alla mano, all’esterno del carcere di Canton Mombello, in attesa della liberazione del capofamiglia. «Grazie all’indulto mio padre esce tra poco - ha spiegato il figlio del detenuto - e vogliamo festeggiare». L’uomo, in carcere dal 2000, ha avuto uno sconto di pena di un anno e nove mesi. Anche Giancarlo Orrù, che doveva scontare nove anni e quattro mesi di carcere per rapina e ha avuto uno sconto di un anno e sei mesi, è uscito dal penitenziario bresciano. «Questo indulto - commenta Orrù - ci voleva proprio. Questo carcere fa davvero schifo. Io sono stato, oltre che a Brescia, a Opera, Cagliari, Nuoro, Sulmona ma le condizioni di Canton Mombello non le ho trovate da nessuna parte. Si sta in cinque in una cella di tre metri quadrati e anche il cibo è terribile. Ora voglio subito riabbracciare mia figlia».

«CAMBIO VITA, DIVENTO PESCATORE» - E’ invece uscito dal penitenziario di Bolzano un 33enne di Trieste, Davide. Volto pallido, braccia coperte di tatuaggi, è raggiante dopo aver varcato il portone: «Ora torno a Trieste a andrò a fare il pescatore con mio padre», dice. Era finito in carcere per una serie di furti e altri reati contro il patrimonio ed era stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere; grazie all’indulto gli sono stati tolti gli ultimi due anni e mezzo che gli restavano. Prima di Bolzano Davide era stato in carcere a Monaco di Baviera. «Quello sì che è carcere duro. In Italia è una passeggiata in confronto», spiega Davide. «Qui a Bolzano, dicono tanto, ma in fondo si sta bene, perchè io ne ho viste di carceri: sono stato a Udine, Padova, Tolmezzo, Trieste Gorizia... Ma no, non dipingetemi come un criminale, io sono un brav’uomo, sì qualche furto e una rapina...», ammette, in effetti, Davide. «Io pagavo ancora per dei reati del 1994. E poi dicono che c’e la prescrizione, ma io non l’ho vista. Ecco perchè l’indulto ci voleva. L’abbiamo aspettato per dei mesi e finalmente questa cosa bella è arrivata». Con l’indulto il carcere di Bolzano resterà quasi vuoto: a Bolzano dovrebbero, infatti, beneficiare del provvedimento 80 dei 94 detenuti. Resteranno in carcere in 14 oltre ai 40 che sono in attesa di giudizio.

SCONTO DI 3 GIORNI - Rappresenta probabilmente un record quello registrato da un marocchino di 35 anni che stava scontando nel carcere di Alessandria una pena di sette mesi per rissa e resistenza: l’uomo è stato il primo ad uscire dal carcere della cittadina piemontese, ma non ha beneficiato più di tanto delle nuove norme. Senza l’indulto, infatti, sarebbe comunque uscito venerdì 4 agosto.

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