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Vogliamo anche noi un referendum sugli OGM
Publie le martedì 29 novembre 2005 par Open-Publishing1 commento
La Svizzera, con un referendum, dice no agli OGM
AltrAgricoltura Nord Est ("La Repubblica" )
Vincono i sì nel referendum che impone lo stop fino al 2010. Il ministro svizzero dell’economia: "Da domani niente piante geneticamente modificate".
In Svizzera Ogm al bando per 5 anni. Alemanno: "Una scelta che fa riflettere".
GINEVRA - I consumatori elvetici hanno bocciato gli organismi geneticamente modificati (Ogm): con il 55,7% di voti favorevoli, gli svizzeri hanno approvato con un referendum una moratoria di cinque anni sugli Ogm
nell’agricoltura lanciando un chiaro segnale al mondo politico ed economico.
Il bando è stato inoltre approvato all’unanimità da tutti i 26 cantoni e semi cantoni della Confederazione elvetica. Una circostanza rarissima. "E’ un verdetto chiaro", ha commentato il ministro elvetico dell’economia Joseph
Deiss. "Da domani, e per cinque anni, non ci sarà possibilità di mettere in circolazione piante" geneticamente modificate in Svizzera, ha aggiunto
deluso. Come l’insieme del governo, aveva fatto campagna
contro la moratoria.
Da Roma, il ministro dell’Agricoltura Gianni Alemanno, ha commentato: "Il risultato del referendum deve far attentamente riflettere: è una voce profonda che viene dal cuore dell’Europa".
In pratica, però, in Svizzera non cambierà molto poichè la legislazione attuale, in vigore dal 2004, prevede una richiesta d’autorizzazione per gli Ogm ed attualmente non vi sono domande pendenti. Schierati a favore del bando, sinistra e verdi hanno invece definito i risultati "un trionfo". La Svizzera - si è rallegrata l’Unione dei contadini - è ora il "primo Paese a poter attribuire il marchio ’senza Ogm’ all’insieme della produzione interna".
L’esito dello scrutinio dota il piccolo Paese alpino di norme Ogm tra le più severe in Europa. Il testo approvato prevede il divieto dell’importazione e della coltivazione di piante, parti di piante e sementi geneticamente
modificate in grado di riprodursi e che sono destinate a essere usate all’aria aperta, a fini agricoli o forestali. Stabilisce inoltre un bando di cinque anni per animali transgenici destinati alla produzione di alimenti o di altri prodotti agricoli. Le importazioni di alimenti contenenti Ogm non sono colpiti dal divieto, nè la ricerca.
Il referendum è stato promosso da un comitato composto ecologisti, agricoltori e gruppi per la difesa dei diritti dei consumatori che ha raccolto ben oltre le 100mila firme necessarie per sottoporre un’iniziativa popolare al voto. "E’ un trionfo", ha esultato il presidente dei socialisti Hans-Jurg Fehr. Con il sì si rafforza l’agricoltura ecologica e per la Svizzera si apre la possibilità di creare prodotti di nicchia, ha aggiunto Fehr. Gli ha fatto eco la presidente dei Verdi, Ruth Genner, secondo cui ora i contadini svizzeri potranno posizionarsi su un mercato ’Ogm free’. Per la Federazione svizzera dei consumatori, si tratta di "un segnale chiaro" degli svizzeri che non vogliono Ogm nei loro piatti e nei confronti "dell’arroganza dell’industria agro-alimentare".
"La popolazione europea è a maggioranza contraria agli Ogm
nell’alimentazione e ci ci invidia per la possibilità data a noi Svizzeri di esprimerci democraticamene su questo argomento", ha commentato la deputata verde Maya Graf.
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"Green Planet" - 16/11/05
OGM, CAPANNA SCRIVE A TUTTI I PARTITI
"Prima delle elezioni dite in in modo chiaro e inequivocabile all’opinione pubblica come intendete comportarvi in materia di OGM".
On. Silvio Berlusconi-Presidente Casa delle Libertà
On. Romano Prodi-Presidente dell’Unione
Ai Segretari nazionali di tutti i partiti politici
Caro Presidente,
Le scrivo per sottoporLe una questione della massima importanza. Il Consiglio dei Diritti Genetici (CDG, http://www.consigliodirittigenetici.org) - Authority culturale e scientifica indipendente, composta da scienziati e umanisti italiani e internazionali, laici e cattolici - ha organizzato in Italia il II Congresso Internazionale sulle biotecnologie, che si è concluso il 12 novembre scorso.
Ai tre giorni di lavori hanno partecipato studiosi fra i più esperti e autorevoli nel campo delle bioscienze e delle loro applicazioni: il biologo Barry Commoner (Queens College, City University of New York, USA), l’epidemiologo Paolo Vineis (Imperial College of London, UK), il microbiologo Ignacio Chapela (University of California, USA), l’agronomo Jean Pierre Berlan (Institut National de la Recerche Agronomique, Montpellier, FR), il genetista Marcello Buiatti (Università di Firenze), solo per citarne alcuni.
A proposito degli OGM è emerso in modo unanime quanto segue:
– le evidenze scientifiche mostrano che il gene non basta da solo a costruire un carattere ereditario, poiché l’informazione genetica non proviene dal solo DNA ma è determinata dalla sua insostituibile collaborazione con le proteine enzimatiche;
– il fatto che un singolo gene possa produrre una molteplicità di proteine rimette in discussione le basi scientifiche dell’industria biotech;
– l’ingegneria genetica, che modifica artificialmente i meccanismi biologici fini delle piante e degli animali, produce risultati non certi, in quanto dipendenti da una molteplicità di variabili spesso non controllabili;
– la stessa salubrità degli alimenti geneticamente modificati è stata messa in dubbio da indagini sperimentali recenti: animali di laboratorio che hanno
consumato un mais geneticamente modificato (Mon 863) hanno sviluppato reni più piccoli del normale, una diversa composizione del sangue e altre gravi anomalie morfologiche e funzionali, come documentato da uno studio condotto dalla stessa multinazionale produttrice della variante di mais;
– inserire combinazioni di geni che riflettono criteri puramente ingegneristici in piante destinate al rilascio in campo aperto comporta rischi rilevanti, soprattutto nel lungo periodo. Sotto questo profilo l’inquinamento genetico può divenire la forma più insidiosa e potenzialmente irreversibile di alterazione degli ecosistemi.
Sulla base di queste acquisizioni scientifiche, il CDG chiede che i due Poli - e ciascuna delle forze politiche che li compongono - dicano in modo chiaro e inequivocabile all’opinione pubblica, in vista del rinnovo del
Parlamento Nazionale, se, in materia di OGM, intendono o meno attenersi al principio di prudenza e precauzione.
Ovvero: niente OGM se la scienza non ne dimostra ragionevolmente l’innocuità per gli esseri umani e per l’ambiente.
Il che significa più scienza, non meno; più ricerca, non meno.
La scienza è davvero tale solo se usa prudenza e precauzione, se "vede prima" le conseguenze che determina e "pre-viene" quelle negative. Altrimenti è avventura.
È diritto dei cittadini conoscere - prima delle elezioni - il vostro orientamento nel merito di una questione pubblica così rilevante ed è, credo, vostro dovere comunicarglielo.
Nel Paese esiste in proposito una vasta consapevolezza, come è testimoniato dal fatto che ben quattordici Regioni e tremila Comuni si sono dichiarati OGM-free.
Risulterebbe dunque incomprensibile il silenzio degli schieramenti e delle rispettive forze politiche.
A vostra disposizione per ulteriori chiarimenti scientifici, resto in attesa di un cortese cenno di riscontro
Mario Capanna
Messaggi
1. > Vogliamo anche noi un referendum sugli OGM, 29 novembre 2005, 23:57
ci manca solo un altro referendum in italia...
così andrà a votare il 30%...
e la prenderemo ancora un quel posto... eddai!
poi la logica-referendum...
si lotta anche se si è in minoranza se si crede in ciò per cui si lotta...
i rapporti di forza non si determinano con la "conta"...
buonanotte
peppino