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Vogliono un’Italia egoista, autoritaria, senza regole, bigotta.
Publie le mercoledì 11 giugno 2008 par Open-PublishingVogliono un’Italia egoista, autoritaria, senza regole, bigotta.
intervista di Alessandro Cardulli a Giovanni Russo Spena
Russo Spena: il bisogno di una offensiva democratica. “Il segno del degrado democratico, del tentativo di sfondamento della destra in ogni settore della vita economica e sociale”: con queste parole Giovanni Russo Spena, già capogruppo di Rifondazione comunista al Senato, definisce la situazione del paese. Una situazione,inquietante, ai limiti della democrazia.
Basta guardarsi intorno per cogliere i segnali negativi, leggere i giornali, anche solo i titoli: si vuole ad ogni costo introdurre il reato di immigrazione clandestina; le prostitute sono il pericolo pubblico numero uno, le leggi speciali, i decreti sulla sicurezza, colpiscono pesantemente le libertà dell’individuo, i diritti fondamentali della persona; autorevoli esponenti del governo fanno largo uso di un pericoloso esercizio che si chiama istigazione all’odio, alla xenofobia, al razzismo.
Le aggressioni fasciste sempre più frequenti vengono ridotte a delle ragazzate e, nel caso migliore, a delinquenza comune, mentre i magistrati tornano ad essere dei pericolosi sovversivi perché criticano i contenuti del decreto sui rifiuti e respingono la creazione di “superprocure” che la Costituzione non prevede,esprimono dissenso sul reato di immigrazione clandestina. Berlusconi annuncia che saranno proibite le intercettazioni, salvo, bontà sua, quelle relative ai reati di camorra, mafia e terrorismo. Si dice che questa delle intercettazioni sia diventata una sua fissa dopo alcuni suoi “colloqui” pericolosi che fanno parte di fascicoli processuali: A tutti i costi intende mandare in carcere chi ordina e chi pubblica i resoconti delle intercettazioni. Riserverà carceri particolari per magistrati e giornalisti In queste carceri entreranno anche tutti coloro che manifesteranno, seppur pacificamente, contro l’apertura di discariche che ritengono dannose per la salute e per l’ambiente. Poi c’è Confindustria di cui, rileva Russo Spena, il governo è” proiezione diretta.” La neo presidente Marcegaglia non a caso ha posto di recente “l’autorità dell’impresa come nuovo fondamento della democrazia- prosegue il dirigente del Prc- in presenza di un presidente del Consiglio che è anch’egli un imprenditore e non ha neppure il pudore di giocare un ruolo di mediazione fra i diversi soggetti protagonisti come faceva per esempio la Dc”.
L’offensiva dei padroni trova un terreno fertile ed è da questa simbiosi fra governo e mondo delle imprese che prende le mosse l’attacco ai lavoratori, al sindacato, alla Cgil in primo luogo come è avvenuto nel passato. Lo “ sfondamento” di cui ha parlato Russo Spena, passa proprio dall’annullare il potere democratico del sindacato nel suo atto più importante e significativo: la contrattazione nazionale.Proprio oggi sindacati e Confindustria si confrontano ma la Marcegaglia ha di nuovo affermato che “ sarà dura” e che i padroni vogliono mani libere, niente regole, anzi deregulation a tutto campo, con i due ministri, Sacconi e Brunetta, a fare da comparse che incitano. Ci fermiano qui. Il quadro è ben delineato. Manca solo un riferimento al continuo, pesante intervento delle gerarchie ecclesiastiche che, Benedetto XVI in testa, dettano ormai l’agenda del paese, indicano cosa fare e cosa non fare, esigono un paese bigotto. E se Berlusconi si genuflette ed annuncia che il governo sarà compiacente con il Papa, da parte del Pd ci si limita ad una “seria riflessione”.
Nel frattempo “Famiglia Cristiana” parte all’offensiva e fa la voce grossa avvisando proprio il Pd di non fare scherzi da prete, altrimenti sarà scissione, i cattolici alla Binetti, se ne andranno. E Veltroni è sotto tiro sia da parte dei dalemiani ,sia dei prodiani,sia dei rutelliani. Questo,in sintesi, il quadro di un Italia che vogliono egoista, autoritaria, senza regole,bigotta. Sarebbe necessaria una forte offensiva democratica ma- sottolinea Russo Spena- le difficoltà sono molte. Intanto c’è l’impossibilità che di questa offensiva faccia parte il Pd. “ La sua visione del rapporto con il governo-afferma- lo spinge in tutt’altra direzione, in un’operazione continua di mediazione, nella ricerca di far approvare qualche emendamento a leggi e decreti che non cambiano il senso di marcia del governo. Tutto si gioca dentro le istituzioni, in un dialogo estenuante che niente ha a che vedere con i processi reali in atto nella società e nel Paese”. Sulla sinistra e, in particolare su Rifondazione, ricade l’onore di organizzare l’offensiva democratica. “ E’un po’ il senso vero, il significato e il valore della battaglia congressuale che stiamo facendo- dice Russo Spena- per ridare forza ad un partito che deve stare nella società dentro ciò che si muove nel sociale. Chi privilegia la tattica, il politicismo, perde di vista il punto fondamentale. Fare politica oggi significa riorganizzarsi nei luoghi di lavoro e di vita. L’offensiva può partire se la politica ridiventa socialiazzaione.