Home > Voto CPR Calabria, una scelta sbagliata
Voto CPR Calabria, una scelta sbagliata
La maggioranza del Comitato Politico Regionale, che si riconosce nella mozione congressuale che ha come primo firmatario Niki Vendola, con l’ordine del giorno, che ha proposto e votato nella riunione del 24 maggio 2008, che da mandato ai consiglieri regionali di esprimere un voto favorevole al bilancio regionale del 2008 e che ha visto il voto contrario dei compagni che si riconoscono nel documento congressuale Ferrero-Grassi-Mantovani, si è assunta la grave responsabilità di annullare unilateralmente il deliberato del Comitato Regionale, di appena due mesi fa, che aveva sancito, all’unanimità, una rottura con la maggioranza di centro-sinistra alla Regione Calabria e una collocazione del PRC all’opposizione.
Il bilancio rimane l’atto politico principale che compie qualsiasi maggioranza, il voto di una opposizione non può che essere contrario perché essa, ovviamente, non partecipa alla impostazione complessiva e non gestisce la programmazione in esso contenuta, a meno che in questa occasione non è avvenuto il contrario.
Questa decisione provoca un grave danno alla credibilità dello stesso PRC come forza di cambiamento nella nostra regione perché viene ritenuta nelle pratiche uguale agli altri partiti, segna una deriva governista della maggioranza del partito regionale, che intende il governo come un fine e non come uno strumento per migliorare le condizioni materiali di vita delle nostre popolazione, ed amplifica la percezione della nostra inutilità sociale.
Questa scelta avviene in una fase nella quale il PRC e la sinistra subiscono una pesante sconfitta non solamente elettorale, ma soprattutto culturale e politica, proprio dopo una fallimentare esperienza di governo.
Le ragioni della nostra uscita prima dalla Giunta e poi dalla maggioranza regionale sono tutt’ora validi in quanto nessuna svolta vi è stata sul terreno economico e sociale.
Ciò non significa che non vi è un riconoscimento dei timidi passi compiuti in questo bilancio in direzione della stabilizzazione dei lavoratori precari, di istituire un fondo per le famiglie meno abbienti, di razionalizzare gli interventi a favore della gestione dei trasporti pubblici, punti che tra l’altro abbiamo sempre privilegiato. Ma non affronta in maniera seria i nodi gestionali della spesa pubblica, restando l’impianto del bilancio regionale nella logica di spesa degli anni passati, tutto indirizzato verso i poteri forti di questa regione.
In particolare sulla questione energetica e sulla qualificazione della spesa sanitaria a fronte di un disagio generalizzato in tutte le cinque province calabresi. Sbaglia e commette un errore politico grossolano chi pensa di trarre vantaggi politici mostrando sensibilità verso le sirene di Loiero e del PD i quali attraversano una fase di grave conflittualità interna i cui esiti possibili non è dato prevedere.
Noi lavoreremo per costruire una Rifondazione Comunista ed una sinistra capaci di una elaborazione di un nuovo pensiero politico adeguato al presente. Si tratta di un lavoro di analisi e di riflessione indispensabile per costruire un nuovo senso comune di massa, ed anche un immaginario e un linguaggio capaci di contrastare l’imbarbarimento delle relazioni sociali e le ideologie e i modelli dominanti.
Noi ripartiamo dalla alternativa di società che significa tornare a fare società, reimmaginare una politica che metta in connessione vertenze territoriali, esperienze mutualistiche e di autogoverno, lotte, progetto politico, speranze.