Home > WALTER, IL PRESTIDIGITATORE
Di cosa va a caccia l’animale più politico, il cane da fiuto, da punta e da riporto, il grande veltro del centrosinistra sinistrato? Di successo e consenso che sono le architravi per la creazione del potere e per la sua conservazione. Per farlo insegue più che sogni una magia: coniugare ossimori politici, un compito che parrebbe più ostico delle formule impossibili che hanno fatto la storia dell’Italia democristiana. Vi diranno qualcosa le “convergenze parallele” di memoria morotea. Beh, il neoleader del Partito Democratico propone e promette un salto-giro molto più ardito. Quadruplo. Quello che nessun ginnasta potrà sfoderare ai Giochi di Pechino semplicemente perché è ai limiti dell’umano. Ma la politica, differentemente dalle pedane, è fatta d’illusioni e allora molto si può dire e sperare. Proprio il percorso intrapreso dalla sinistra che fu comunista e riformista, per ritrovarsi diessina e approdare al Pd può essere la tavola di lettura delle prospettive illustrate dal Sindaco dei sindaci, anzi per anni ne ha preparato l’evoluzione. Con la linea dei sacrifici a senso unico, per i soli lavoratori. L’iniquità fiscale, il carovita, l’abbattimento delle garanzie conquistate in decenni di rivendicazioni e contrattazioni, la regolarizzazione legislativa del precariato. Che se non sono state tutte decretate da governi “amici” hanno ricevuto l’avallo e il benestare da quella sinistra e da quel sindacato che hanno dismesso ruoli storici.
A Veltroni, alla sua bonarietà e ai sorrisi il compito d’indorare le pillole future un po’ confondendo le acque e parlando, come ha fatto nel discorso d’insediamento, di buone maniere che non guastano certo, ma che sono forma mentre al Paese serve sostanza. La politica italiana potrà senz’altro trovare giovamento dalla moderazione dei toni, dall’abbattimento delle brutalità belluine che soprattutto la componente della destra post e neopostfascista riproduce e rilancia. Ma il bon ton non è sinonimo di trasparenza e buongoverno. I costumi politici degli anni Sessanta e Settanta non erano sguaiati come gli attuali eppure la porcheria criminale dello stragismo di Stato veniva perseguita da politici che parlavano sottovoce e non manifestavano palesi conflitti d’interesse. A conferma delle maschere le due ultime legislature hanno bellamente mostrato come si possa essere rissaioli e inciucioni, anzi si è tanto più al finto fulmicotone se si nascondono pastette nient’affatto leggere. Gli affari dei “furbetti del quartierino” invischiano i leader di Partito quanto i traffici del Caf della Prima Repubblica.
E’ nelle proposte concrete che Walter e i suoi fratelli dovranno dar fondo tutte le qualità prestidigidatorie del caso. E non tanto nei richiami alla ragionevolezza per evitare chessò un ambientalismo autolesionista che combatte l’alta velocità su rotaia e si tiene treni lumaca e traffico su strade inquinate, su cui per logorio temporale può convergere l’assenso anche di verdi irriducibili. Ma quando dice: “La società è immobile, oggi un bambino che nasce figlio di due laureati ha 7 volte la probabilità di laurearsi rispetto a uno che nasce da due genitori senza laurea. Vogliamo che questo divario si riduca del 30%”. Dice più o meno una cosa bella come le meno tasse per tutti però assolutamente generica. Perché se i due laureati in questione fanno gli avvocati o i liberi professionisti potranno mantenere i figli a “La Sapienza” o ad Harward, se invece sono dipendenti – pubblici o privati con buona pace del prof. Ichino – a millecinquecento euro al mese, tremila in due e dovranno pagarne milleduecento d’affitto e mantenere uno, diciamo uno non tre all’Università, vivranno questa boutade come l’ennesima favola.
Ora dai gosthwriter del nuovo leader del Partito Democratico e da lui medesimo che vuol conquistare il Paese sul terreno della comunicazione ma non delle barzellette ci s’attenderebbe qualcosa di più intelligente dei discorsetti rutelliani stilati da Barbara. Invece eccoci a quasi cinque lustri dalla fatale “Discesa in campo” ad assistere a un’altra discesa come si trattasse dell’ennesima “partita del cuore”. Gli italiani, e soprattutto gli italiani che lavorano, i meno abbienti perché ahiloro svolgono mansioni dipendenti, pagano le tasse e mantengono un esercito sempre crescente di evasori, quei lavoratori stritolati dalle cento Caporetto sindacali, dal leader dell’aggregazione politica che si candida a risollevare l’Italia vorrebbero proposte che non hanno l’amaro sapore di giochi di prestigio. Ma Veltroni vuol governare e per farlo sceglie la via dell’incantesimo. Ecumenico, benedicente, taumaturgico. Per fare questo dovrà lasciare gattopardescamente ogni cosa al suo posto. Diventerà leader e premier elargendo sorrisi e carezzando i pupi. Ci darà feste, cinema e metropolitane come da destra non sanno fare. Contentiamoci della magìa.
Enrico Campofreda, 28 giugno 2007
Messaggi
1. WALTER, IL PRESTIDIGITATORE, 4 luglio 2007, 07:53
Il "buon" Walter si assunto l’ingrato compito di conferire una parvenza di rispettabilità ed un alone di equità sociale a tutti quegli obiettivi che il "berluskonismo" ha tentato di conseguire con metodi più spicci e senza tanti orpelli pseudo-ideologici !! Avvalendosi di tutti i più raffinati ed evoluti metodi di manipolazione del consenso e presentandosi con un’immagine pubblica accattivante e piaciona, il "buon" Walter sta cercando di contrabbandare come di sinistra un programma del tutto liberista ed antipopolare !! Certo i toni sono diversi : non ci sono più tracce di populismo a buon mercato ed i richiami ai "valori" del capitalismo sono molto soft ed ammantati di retorica perbenistica !! Il prodotto viene presentato molto bene e rispettando le regole canoniche del marketing, ma vera la sostanza si intravede benissimo al di sotto della luccicante confezione ed il marchio, anche se molto piccolo e ben occultato, è quello con l’immagine di Berluskoni!!
MaxVinella
1. WALTER, IL PRESTIDIGITATORE, 4 luglio 2007, 08:36
No, Max questa è l’immagine del Partito Democratico, quella hanno voluto che fosse, smantellando con sistematica protervia ogni traccia di ideologia di Sinistra, nel cammino tutto all’indietro che è andato dal PCI al PD. Del resto la sciagurata bicamerale centellinata da D’Alema con Berlusconi preludeva al massimo a questo. Il meglio che poteva uscire da un partito di sinistra così retrogrado e abiurante le sue stesse radici era Veltroni, l’espressione più moderata, ma, lo sapevamo, kennediana, aderente alla visione dei democratici americani, che tutto saranno fuorché di sinistra.
Siamo un paese giovane, solo 150 anni a confronto con paesi di storia molto più grande, etnicamente diviso, che ancora non ha imparato i basilari principi democratici.
Il compito di avviare questo paese ancora barbaro e medievale alla democrazia era dei partiti, ma questo accompagnamento non è stato fatto perché i partiti rapidamente nel tempo sono diventati l’espressione del peggio, non del meglio della società, in più i rappresentanti degli elettori hanno trasformato se stessi in una casta autoreferenziale, sempre più vecchia, attaccata al potere e impunita.
Il ddl Mastella sul divieto di pubblicare intercettazioni ad atti processuali, imbavagliando l’informazione, sta in questo iter delinquenziale.
La votazione da parte della sinistra di un indulto indiscriminato che ha liberato anche pedofili, assassini, ladri di stato e mafiosi sta sempre qui.
La collusione col sistema aberrante e antidemocratico di Berlusconi è diventata, con questa gente, sempre più più stretta al punto che i due schieramenti sono quasi indistinguibili: D’Alema, Fassino, Angius, Parisi, Mastella.. è un costante abbassamento del livello di democrazia e un continuo allontanamento dai temi caldi di una ideologia di sinistra.
I diritti del lavoro è stato svenduto, i beni sociali sono stati o saranno privatizzati, gli interessi di bottega prevalgono su quelli di territorio, la sovranità popolare si sta annientando, la guerra è la prima voce del bilancio e fa gravitare sia l’export che l’import italiano in modo aberrante, ogni forma di sicurezza, sociale, del lavoro, dei diritti, dei principi costituzionali.. sta rapidamente sparendo. Quando una Costituzione viene modificata con legge ordinaria e sia da destra che da sinistra si attenta ai principi costituzionali e ai diritti di sovranità del popolo e nessuno lo capisce, quando una dozzina di persone decide qualunque carica di stato o attinente allo stato, dai ministri ai senatori ai direttori bancari, quando lo Statuto dei lavoratori e la Costituzione diventano carta straccia, quando l’equilibrio dei poteri viene gravamente alterato e si tenta di rendere la Magistratura succube del Governo, il Parlamento una massa di esecutori di leggi decise altrove, e un presidente del Consiglio quasi un re autonomo e asosluto, quando il ddl diventa superiore alla legge, quando i media sono nelle mani di una cricca di imprenditori o finanzieri e si votano leggi che attentano alla libertà di informazione.. allora la democrazia è morta da un pezzo.
Questo non è nemmeno capitalismo, è proprio feudalesimo, una struttura di potere che addirittura precede il capitalismo, che almeno dovrebbe poggiare sul mercato, mentre questo poggia sulla posizione, sul ruolo, sulla rendita di potere su un numero di baroni che tendono a esserlo a vita e con successione ereditaria.
Se l’Italia fosse un sistema capitalista, avremmo almeno una classe economica rampante, invece nemmeno questo, gran parte dell’impresa italiana è parassita delle rendite finanziarie o dipendente dalle elargizioni statali, incapace di produttività e innovazione.
Andiamo male, molto male, e Veltroni sarà come dare un’aspirina a un corpo affetto da una malattia gravissima e mortale.
L’Italia è morta.
Abbasso l’Italia.
Le ideologie sono morte. Buone o cattive che fossero, non trovano più eredi. Il popolo festeggia in un delirio di ignoranza con media che mentono e leader che ci sputtanano, mentre la sostanza dello Stato se ne muore
viviana
2. WALTER, IL PRESTIDIGITATORE, 4 luglio 2007, 09:40
Cara Viviana, sono d’accordo con Te quando affermi che il nostro è un capitalismo sostanzialmente straccione e che prospera sulle rendite e sul sostegno pubblico più o meno mascherato. Se però il modello di riferimento deve essere quello del capitalismo USA , rampante, calvinista, razionale, duro e puro, mi sembra proprio che non ci siamo !! E’ chiaro che all’’Italia , nell’ambito della divisione internazionale del lavoro, è stato assegnato il ruolo classico e folcloristico della "pizza, spaghetti e mandolino", cioè un ruolo subalterno e di poco superiore a quello degli "stati colonia" !! Ed è in questo ambito che siamo costretti a muoverci e nostra classe politica, se vuol garantirsi la propria sopravvivenza, deve necessariamente adeguarsi a questa imposizione ed operare una scelta di campo obbligata e non negoziabile !! Le elite dominanti ricavano ovviamente grossi vantaggi economici e sociali da questo stato di cose in quanto vengono a ricoprire un ruolo di garanti e mallevadori, rispetto alla cosidetta "comunità internazionale ", che poi è sostanzialmente costituita dai grandi gruppi bancari e dalle companies multinazionali delle armi e del petrolio. Quindi quella che Tu chiami "sostanza dello Stato" di fatto non esiste più da tempo e tutte le economie dei singoli stati e di conseguenza anche le loro politiche, sono eterodirette dall’ onnipotente sistema capitalistico internazionale !! Il "buon" Walter fa ovviamente parte dell’elite dominante e la sua funzione è quella di rendere meno tossica e dolorosa per i sudditi l’amara medicina imposta dal grande capitale !!!
MaxVinella
3. WALTER, IL PRESTIDIGITATORE, 4 luglio 2007, 16:40
Io leggo sempre volentieri quello che scrivi, Max, anche se le nostre impostazioni di base sono diverse.
Se la sinistra italiana fosse stata minimamente l’erede del marxismo e se la sua fosse stata, anche in misura riformata, l’opposizione agli arbitrii del grande capitale e la difesa delle classi oppresse e dei loro diritti fondamentali, non avremmo assistito alla sua sordità totale nei confronti del nuovo pensiero antiglobalizzazione che non nasce, come asserisce falsamente Repubblica nel suo articolo di totale idiozia, a Seattle 8 anni fa, ma si avvale da almeno un trentennio del contributo di economisti, premi Nobel, ambientalisti, difensori dei popoli oppressi, sindacalisti, pacifisti, portavoce di contadini disastrati e di operai sfruttati, i quali hanno capito benissimo come la cricca di sfruttamento planetario sia oggi il mega-capitalismo delle corporation, le quali hanno diffuso la falsa ideologia neoliberista del mercato caratterizzato da concorrenza e portatore di benessere per portare avanti una politica rapinosa a livello planetario di cui l’imperialismo militarista USA è il corifeo con le sue lobbies del petrolio, delle armi e delle farmaceutiche, e le grandi associazioni internazionali come WTO, BM, FMI..., sempre dominate da vertici USA, sono le guardie del corpo.
Il Marxismo nasce come difesa internazionale dei popoli di tutto il mondo, ma si immeschinisce poi, nei vari stati europei, in diatribe da cortile per rampanti interni, perdendo ogni afflato universale. E’ in questo rinchiudersi nel piccolo pollaio che la sinistra europea perde ogni significato.
Credo che il fallimento della sinistra italiana possa leggersi nella frase esplicita di D’Alema: "Contro la globalizzazione non si può fare niente". Questo "niente da fare" sancisce la resa completa, l’arrendersi totale dei Ds italiani alla linea neocon del più perverso ipercapitalismo guerrafondaio. I 45 miliardi di euro spesi in armi e la permanenza di Afghanistan dove qualche colpo si deve pur sparare, sono la pietra tombale di un movimento di popoli che nacque come nemico delle guerre imperialiste e mai si sarebbe sognato di supportarlo in una gara al riarmo.
La svendita di Vicenza, deprezzata a "questione urbanistica" è una ferita "morale" al popolo italiano, alla sua ideologia di sinistra, a qualsiasi ideologia cattolica, a una qualunque idea di difesa almeno della nostra sovranità e del nostro territorio. E restano inquietanti i riferimenti a promesse che l’Italia potrebbe aver fatto, insieme alla Polonia, in ordine a uno scudo europeo fornito ovviamente dagli americani.
Sia nella condotta di Prodi che in quella di D’Alema-Fassino non vediamo ormai da tempo traccia di alcuna ideologia democratica, solo un piatto e basso servilismo indecoroso e un costante svilimento dei principi democratici. E il nostro timore è che l’ingenuo velleitarismo di Veltroni sia una difesa troppo debole contro l’alleato soverchiante che ormai qui è abituato a fare quello che vuole senza la minima resistenza di dignità, non considerandoci uno Stato a pieno diritto ma solo il tappetino pulisci piedi degli USA.
No, Max questa è l’immagine del Partito Democratico, quella costoro hanno voluto che diventasse la sinistra, smantellando con sistematica protervia ogni traccia di ideologia di base, nel cammino tutto all’indietro che è andato dal PCI al PD. Del resto la sciagurata bicamerale centellinata da D’Alema con Berlusconi preludeva a questo. Il meglio che poteva uscire da un partito di sinistra che abiurava le sue radici era Veltroni, l’espressione più moderata, ma, lo sapevamo, kennediana, aderente alla visione dei democratici americani, che tutto saranno fuorché di sinistra.
Siamo un paese giovane, solo 150 anni a confronto con paesi di storia molto più grande, etnicamente diviso, che ancora non ha imparato i basilari principi della democrazia. Il compito di avviare questo paese ancora barbaro e medievale a una espressione moderna era dei partiti, ma questo accompagnamento non è stato fatto perché i partiti rapidamente nel tempo sono diventati l’espressione del peggio, non del meglio della società, in più i rappresentanti degli elettori hanno trasformato se stessi in una casta autoreferenziale, sempre più vecchia, ostile al nuovo, attaccata al potere e impunita. Il ddl Mastella sul divieto di pubblicare intercettazioni ad atti processuali, imbavagliando l’informazione, sta in questo iter delinquenziale e la sua riforma della magistratura rientra nello stesso alveo. Comunque si guardi l’operato del centrosinistra, non ci si allontana molto dalla linea berlusconiana. La votazione, anche da parte di Rifondazione, di un indulto indiscriminato che ha liberato anche pedofili, assassini, ladri di stato e mafiosi sta sempre qui. La collusione col sistema aberrante e antidemocratico di Berlusconi è diventata, con questa gente, sempre più più stretta al punto che i due schieramenti sono quasi indistinguibili: D’Alema, Fassino, Angius, Parisi, Mastella.. è un costante abbassamento del livello di democrazia e un continuo allontanamento dai temi caldi di una ideologia di sinistra. I diritti del lavoro è stato svenduto, i beni sociali sono o saranno privatizzati, gli interessi di patti oscuri prevalgono su quelli del territorio, la sovranità popolare si sta annientando, la guerra è la prima voce del bilancio e fa gravitare sia l’export che l’import italiano in modo aberrante, ogni forma di sicurezza, sociale, del lavoro, dei diritti, dei principi costituzionali.. sta rapidamente sparendo.
Quando una Costituzione viene modificata con legge ordinaria e sia da destra che da sinistra si attenta ai principi fonamentali e ai diritti di sovranità del popolo e nessuno lo capisce, quando una dozzina di persone decide qualunque carica di stato o attinente allo stato, dai ministri ai senatori ai direttori bancari, quando lo Statuto dei lavoratori e la Costituzione diventano carta straccia, quando l’equilibrio dei poteri viene gravemente alterato e si tenta di rendere la Magistratura succube del Governo, il Parlamento una massa di esecutori di leggi decise altrove, e un presidente del Consiglio quasi un re autonomo e assoluto, quando il ddl diventa superiore alla legge, quando i media sono nelle mani di una cricca di imprenditori o finanzieri e si votano leggi che attentano alla libertà di informazione.. allora la democrazia è morta da un pezzo.
Questo non è nemmeno capitalismo, è proprio feudalesimo, una struttura di potere che addirittura precede il capitalismo, che almeno dovrebbe poggiare sul mercato, mentre questo poggia sulla posizione, sul ruolo, sulla rendita di potere di un numero di baroni che tendono a esserlo a vita e con successione ereditaria. Se l’Italia fosse un sistema capitalista, avremmo almeno una classe economica rampante, invece nemmeno questo, gran parte dell’impresa italiana è parassita delle rendite finanziarie o dipendente dalle elargizioni statali, incapace di produttività e innovazione. Andiamo male, molto male, e Veltroni sarà come dare un’aspirina a un corpo affetto da una malattia gravissima e mortale. L’Italia è morta. Abbasso l’Italia. Le ideologie sono morte. Buone o cattive che fossero, non trovano più eredi. Il popolo festeggia in un delirio di ignoranza con media che mentono e leader che ci sputtanano, mentre la sostanza dello Stato se ne muore
viviana