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Zitti tutti, parla l’antipolitica

Publie le domenica 27 maggio 2007 par Open-Publishing

(Aprile on line)

“Ha brandito la clava dell’antipolitica. Ha messo alla gogna "gli statali fannulloni" e i sindacati. Ha invocato "la fine dei veti" per consentire la raccolta dei rifiuti che infestano Napoli e le città della Campania. Ha attaccato gli sperperi (che pure esistono e vanno sradicati) del sistema politico italiano. Ha puntato il dito contro "l’autentica falsità " di Fausto Bertinotti che aveva osato definire "impresentabile" il capitalismo tricolore. Ha svolto una requisitoria contro i politici "distanti" dalla società civile, in testa il governo di Romano Prodi.

Esaurita la "pars destruens", è passato alla "pars costruens". Il tre volte presidente (della Confindustria, della Fiat, della Ferrari) ha esposto un lungo elenco di misure: va rapidamente realizzata la riforma elettorale, servono "più poteri" da assegnare al presidente del Consiglio (e ridai!), serve un impegno per affidare il governo "ai migliori" (migliori rispetto a che? A suo modo anche Riina è un migliore).

“Nessun accenno alle regole, declamate in tante altre occasioni. La prima in democrazia è che tutti hanno il diritto di criticare e proporre soluzioni, ma legittimità deriva dal consenso popolare. Il "tre volte presidente" Montezemolo non è (ancora?) presidente del Consiglio e non ha mai affrontato l’esame elettorale delle urne.

Scenderà in politica? L’interrogativo si pone da mesi. Alcune volte Montezemolo ha risposto con un mai dire mai, altre volte con un secco no. Oggi risponde di nuovo no, ma stilando un programma di governo. Un programma che potrebbe essere usato anche in due diverse versioni: di centro-destra e di centro-sinistra. Montezemolo va avanti. Un passo avanti e due indietro, diceva Lenin. Domenica e lunedì voteranno circa 12 milioni di persone per le elezioni amministrative parziali.

Se Atene della politica piange, Sparta di Confindustria ha poco da ridere.
Infatti, fermi restando tutti i difetti e le giuste critiche ai privilegi dei politicanti, se i dati diffusi sull’evasione stimata si aggirano attorno a quasi 500 miliardi di €, più di 10 finanziarie, quanti sono i soci confindustriali evasori?

Pero’ chiedono dallo Stato quello che allo Stato non danno e quindi pretendono che i soldi delle imposte trattenute ai lavoratori ed ai pensionati alla fonte, vadano a finanziare appunto gran parte degli evasori.

Ma Padoa che ancora non è schioppato, ha niente da dire in merito, visto che vede solo tagli alle pensioni e peggioramenti per i lavoratori?
Ed il Prof. Prodi, ritiene queste soluzioni eque e rigorose?