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a propoisto della LORO legalità...

Publie le venerdì 19 ottobre 2007 par Open-Publishing

Due suicidi nel giro di pochi giorni nel cpt di Modena, domenica notte
un ragazzo 23enne di origini nigeriane si è impiccato alle sbarre della sua cella e ieri notte un altro ragazzo, questa volta magrebino, si è suicidato in maniera simile.
Gli altri migranti reclusi all’interno del lager hanno reagito con una protesta che ha visto danneggiate varie supelettili (materassi incendiati e mobilio distrutto), calmatasi dopo qualche ora di trattative con le forze di polizia.
Il presidente della Misericordia di Modena, Daniele Giovanardi, fratello gemello dell’ex ministro e barone del policlinico della città emiliana, ha dichiarato che ci vuole una maggiore sorveglianza e c’è bisogno dell’uso di mezzi di contenzione più efficaci contro i soggetti anti-sociali (così ha definito i migranti reclusi che protestano); egli ha voluto sottolineare che gli operatori e le operatici civili del cpt sono terrorizzati da questi elementi anti-sociali.
Dopo i disordini sono stati trasferiti in altri CPT 27 "ospiti" attuali del centro.

Lo stesso Giovanardi aveva dichiarato nella puntata di Report del 18 aprile 2004 che: “al Cpt non ci vanno i clandestini. Al Cpt ci vanno persone che hanno fatto i delitti recidivanti, escono magari dalla galera tradizionale, spacciatori, prostitute, ladri abituali. Cioè non viene preso il povero clandestino, il filippino o la persona di colore perché non ha il permesso. Questo mai!” . Questa è chiaramente una menzogna dato che la legge italiana prevede che tutti gli stranieri trovati senza documento finiscano in un cpt il tempo necessario per la loro identificazione ed espulsione, sia che essi abbiano commesso reati o meno; l’ultimo dei sue suicidi non era, di fatto, nemmeno stato identificato.
Con le sue dichiarazioni Giovanardi sembra chiedere una repressione ancora maggiore verso tutt* coloro che si ritrovano rapiti legalmente dallo stato e dalla mafia dei gestori dei cpt e che osano chiedere il rispetto dei propri diritti umani.
A quanto pare l’uso sistematico della tortura, del contenimento farmacologico, dell’isolamento psicologico e fisico non e’ sufficiente per gente come Daniele Giovanardi.
Ci uniamo ad altri collettivi del territorio nel porci e porre alle istituzioni una domanda importante sulla realta’ di questi Centri:
"Ma ora l’interrogativo è un altro. Questa città ha ancora intenzione di ingannare se stessa con la sua illusoria idea di sicurezza, è in grado di assumersi la responsabilità di altre vite spezzate, oppure, finalmente, si dirà tutti che questi Centri vanno chiusi definitivamente e si aprirà la mente ad un’idea di democrazia e di rispetto un po’ più inclusiva?" (fonte)

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da indymedia emilia romagna