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Publie le mercoledì 20 gennaio 2010 par Open-Publishing

Il processo breve approvato oggi non cancellerà solo i dibattimenti ma anche «almeno 500 milioni di euro» che sindaci, parlamentari, ministri e sottosegretari hanno rubato allo Stato truffando e sprecando. Soldi che devono essere restituiti in base alle sentenze della Corte dei Conti. Ma che il ddl 1880 Gasparri-Quagliariello, più noto come «processo breve», nella sua versione corretta e allargata anche ai procedimenti contabili e societari cancella in un colpo solo. Quando ieri pomeriggio l’aula di palazzo Madama ha messo ai voti la norma transitoria che cancella i processi in corso, il senatore Casson (Pd) lo ha detto chiaro: «Siamo arrivati al vero motivo di questa legge, la norma che non serve solo per cancellare ui processi di Berlusconi ma serve anche anche ad un vostro sindaco, ad un vostro ministro e ad altri che non dovranno più risarcire lo Stato di circa 500 milioni di euro».

Ancora più esplicito Gianpaolo D’Alia (Udc) che rivolto ai banchi della Lega avverte: «Una volta passata questa legge non potrete più fare gli sbruffoni in nome della certezza della pena e contro Roma ladrona perchè non approvate non solo un’amnistia ma anche un clamoroso condono contabile che salverà molti vostri amministratori». Mentre le opposizioni prendono la parola in aula, l’agenzia Ansa pubblica l’intervista al procuratore della Corte dei Conti del Lazio Pasquale Iannantuono che fa nomi e cognomi dei possibili beneficiari della norma: il viceministro Roberto Castelli e il sindaco di Milano Letizia Moratti ma anche lo stesso relatore del processo breve, il senatore Giuseppe Valentino, i deputati Iole Santelli e Alfonso Papa, tutti del pdl. E ancora, cinque membri del vecchio Cda Rai in quota centrodestra tra cui l’ex dg Flavio Cattaneo e l’ex ministro dell’Economia Domenico Siniscalco per la nomina di Meocci.

I gregari imitano il Capo. E se il Capo governa approvando leggi su misura, altrettanto fanno i gregari. Inutile stupirsi, quindi, se il relatore al Senato del processo breve Giuseppe Valentino introduce una norma per salvare se stesso dalla Corte dei Conti. E, se lo stesso fa il viceministro Castelli che, membro della Commissione Giustizia, ha aiutato Valentino a buttar giù il testo del maxiemendamento che oltre alla prescrizione penale ha introdotto anche quella contabile e per le società.
da L’Unità.it
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L’ultima invenzione di “mavalà” Ghedini e del meschineddu Alzano é un meccanismo secondo il quale se la giustizia non fa in tempo a svolger tutti e tre i gradi del processo entro un certo termine suona la campanella del tempo scaduto e il processo decade, le vittime del reato rimangono fregate ed i delinquenti se la cavano.

Tutti gli italiani soffrono della giustizia lenta e vorrebbere veder sbrigate prima le proprie questioni, ma non è introducendo una mannaia temporale utile ai delinquenti che il problema si risolve, bensi’ mettendo soldi e volontà politica in una riforma della giustizia. Per migliorare la macchine giudiziaria ci vogliono soldi per i cancellieri, per nuovi giudici , per nuove sedi finanche per la carta delle fotocopiatrici; ci vuole un meccanismo virtuoso di autonomia e di collaborazione con le altre istituzioni, non la guerra continua contro le toghe rosse che avvelena il sistema ed insulta migliaia di magistrati che fanno il loro dovere in condizioni oggettive e soggettive di disagio e di scarse risorse.

Il governo degli impuniti invece cerca altro, ....
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