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anniversario della morte di Martin Luther King
Publie le mercoledì 9 aprile 2008 par Open-PublishingMASADA n. 667. 9-4-2008. Martin Luther King. L’uguaglianza
Viviana Vivarelli
“Noi, e specialmente noi cristiani abbiamo il mandato di essere non conformisti, dobbiamo essere convinti, non conformi. La convinzione viene dal di dentro, la conformita’ da fuori. ...Abbiamo coltivato una mentalita’ di massa e siamo passati da un rozzo individualismo a un rozzo collettivismo. Ma in questo mondo o siamo incudine o martello, o faremo la storia o ne saremo schiacciati.”
King diceva: “Spesso gli uomini si odiano perche’ hanno paura l’uno dell’altro; hanno paura l’uno dell’altro perche’ non si conoscono; non si conoscono perche’ non possono comunicare; non possono comunicare perche’ sono separati”.
Martin Luther King invitava al coraggio della fraternita’, dell’incontro, della comunione, dei ponti non dei muri, unico rimedio alle paure che, ancora oggi, giustificano la logica violenta del riarmo, della guerra preventiva, della violenza militare e del sopruso dell’interesse di pochi sul bene di tutti.
Gandhi fu chiamato ‘l’apostolo della non violenza’; la via che proponeva per risolvere l’ingiustizia e la prevaricazione e’ una via paradossale che rompe i circuiti fissi dell’odio e della violenza. King dovrebbe essere chiamato l’apostolo dell’uguaglianza.
L’articolo 1 della nostra Costituzione dice: “Gli uomini nascono liberi e uguali in dignita’ e diritti”; questo articolo si rifa’ alla Costituzione francese del 1799, in nome dei diritti dell’uomo e del cittadino sanciti dalla Rivoluzione francese e dall’Illuminismo.
Tra tutti gli ostacoli che si frappongono al riconoscimento dell’uguaglianza fra gli uomini, il razzismo resta uno dei piu’ irriducibili.
King e’ uno dei piu’ importanti leader del movimento dei neri americani per i diritti civili e possiamo considerarlo un figlio spirituale di Gandhi.
La sua risposta alla segregazione razziale fu la resistenza non violenta, appellandosi ai principi del Vangelo. Seguiva l’ahmisha o non violenza gandhiana. Gandhi aveva detto: “Finche’ la follia dell’odio e della violenza continuera’ a invadere l’uomo, non ci sara’ salvezza per l’umanita’. Non abbiamo molte scelte per salvarci. Non possiamo subire il male, ma non possiamo fare il male. Dobbiamo imparare a combattere in modi nuovi. Se chi combatte la violenza propaga altra violenza, il male non finira’ mai”.
Il demone contro cui Gandhi combatte’ era la violenza che produce poverta’, la prevaricazione delle leggi ingiuste, l’iniquita’ della divisione in classi, lo strapotere delle classi superiori su quelle inferiori, dei ricchi sui poveri.
Tra i nuovi eroi della non violenza troviamo NELSON MANDELA che lotto’ contro la discriminazione dei neri nel Sudafrica. E AUUNG SAN SUI KYI, figlia del fondatore della moderna Birmania, che vinse le elezioni col 90% ma si vide rifiutare l’esito del voto dalla giunta militare che le dette anni e anni di arresti domiciliari. E troviamo MARTIN LUTHER KING, che combatte’ per i diritti dei neri americani.
Rene’ Depestre
Bestiame nero.
La tratta dei neri non e’ avvenuta. E’ un’invenzione di uno storico demente. Non c’e’ stata in Africa una spiaggia da cui partivano verso l’America carichi di bestiame nero.
Non si e’ avuta la preoccupazione su larga scala di ridurli a ‘cose’, di trasformarli in ebano, in minerale nero e di aprire con loro, in mille porti, fiorenti mercati.
La loro desolazione non ha attraversato i mari con i ferri ai piedi e le grida negli occhi.
Non hanno versato sulle loro piaghe la polvere dei cannoni e il peperoncino pilato.
Non li hanno marchiati con il ferro rovente. Non li hanno palpati, pesati e soppesati.
Non li hanno mai destinati a essere delle braccia destinate a fare di tutto, a pulire tutto, a lavare tutto, a strofinare tutto, a far brillare tutto per il benessere dei bianchi.
Non li hanno relegati in fondo ai treni e agli autobus.
Non hanno chiuso loro sul muso le chiese, le scuole, i negozi, i ristoranti, i cinema, i parrucchieri, i giardini pubblici, i locali notturni, le spiagge, le biblioteche, i caffe’, i musei, le librerie, gli alberi, i fiumi, le rose, i sogni, le quattro stagioni, le stelle, i mari, la vita, la vasta vita sulla terra.
Martin Luther King fu un pastore protestante che fece politica attraverso il ministero della predicazione. Diceva che un ministro di fede non doveva avere solo carisma oratorio ma potere spirituale e profondi valori, il sermone doveva nascere dalla sua viva esperienza e sofferenza dei problemi della gente. La comunicazione teologica doveva inserirsi nella struttura sociale e cambiarla. Un ministro di culto doveva dunque occuparsi delle discriminazioni, della poverta’, dell’ingiustizia, non poteva lavarsene le mani e il Vangelo doveva essere un ‘Vangelo sociale’.
“L’uomo e’ un fine, perche’ e’ il figlio di Dio. L’uomo non e’ fatto per lo Stato, e’ lo Stato che e’ fatto per l’uomo. Privare l’uomo della liberta’ significa confinarlo nella condizione di cosa, invece di innalzarlo al rango di persona”.
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