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di Gianluigi Pegolo - Deputato del PRC
su L’ERNESTO del 17/01/2008
Non sappiamo come andrà la vicenda della legge elettorale. La decisione della Consulta di considerare ammissibili i quesiti referendari è molto grave. Come molti hanno sottolineato in queste settimane, vi è più di un motivo per sostenere che quei quesiti siano anticostituzionali. Ma il punto oggi non è quello di soffermarci su questa decisione, dobbiamo invece affrontare il tema della prospettiva che si apre. E, a tale proposito, non si può che denunciare la stupidaggine che il centro- sinistra ha fatto con la presentazione della bozza Bianco.
Ma andiamo per ordine. La bozza Bianco è la traduzione, in proposta di legge, del modello elettorale concepito da Vassallo e da altri studiosi, per incarico di Veltroni. Quel modello è stato recentemente rivisto per ridurre le critiche che da più parti gli venivano fatte. Senza entrare nel merito di aspetti tecnici che, comunque, sarebbe utile approfondire, va detto che i due elementi più discutibili della proposta sono rappresentati da: una soglia di sbarramento molto alta, pari al 5% a livello nazionale o in alternativa al 7% in cinque collegi uninominali, e da un meccanismo che attraverso il voto unico per il candidato del collegio uninominale e per la sua lista di riferimento, determina un trascinamento nel voto (sia nella quota uninominale, che nella quota proporzionale) a favore dei due maggiori partiti.
Il risultato pratico è che, se applicato, questo modello determinerebbe, da un lato, la sparizione di forze come l’UDEUR, il PdCI, i Verdi, lo SDI e, dall’altro lato, darebbe un vantaggio consistente a PD e nuovo Partito delle Libertà. C’è da stupirsi, a questo punto, se i piccoli partiti di centro-sinistra si siano infuriati? C’è da stupirsi, semmai, che Veltroni abbia sottovalutato questa possibilità o che l’abbia considerata irrilevante. Quello che però ci interessa come iscritti o elettori del PRC è che il nostro partito, tramite l’azione decisiva del Presidente della Camera, ma con il sostegno attivo dell’attuale maggioranza, abbia appoggiato l’operazione di Veltroni, aprendo uno scontro con quegli stessi partiti con cui si vorrebbe dar vita alla "cosa rossa".
Perché ci si è mossi in questa direzione? A detta del segretario Giordano, nell’ultima direzione del Partito, l’obiettivo era quello di evitare il referendum, ma chiunque abbia seguito un po’ attentamente la vicenda sa bene che, fin dall’inizio, Rifondazione comunista ha puntato tutto sullo sbarramento del 5% e per ottenere questo risultato ha messo tranquillamente nel conto lo scontro con gli altri partiti della sinistra. Non solo, quando Veltroni ha avanzato la sua proposta (un mostro di impostazione bipartitica), ottenendo l’approvazione di Berlusconi, ha assunto come base di discussione quella proposta proprio per portare a casa lo sbarramento del 5%.
Naturalmente le scelte potevano essere molto diverse. Se si voleva- giustamente- evitare il referendum si poteva avanzare altre proposte. Per esempio, la cosa più credibile era quella di proporre di modificare l’attuale legge elettorale nelle parti che hanno dimostrato di non funzionare. Si sarebbe ottenuto un ampio consenso. Se non lo si è fatto è perché si voleva a tutti i costi lo sbarramento del 5% per legare PdCI, Verdi e Sinistra Democratica costringendoli (in prospettiva) a confluire in un partito unico. Altro che evitare il referendum! Questo era un obiettivo secondario. Quello principale era creare le condizioni istituzionali per la nascita forzosa della "cosa rossa", con un approccio che più politicista di così non si sarebbe potuto immaginare. Naturalmente gli apprendisti stregoni si espongono a grandi rischi.
Il risultato dell’operazione è ora evidente. In primo luogo, i piccoli partiti di centro-sinistra sono in guerra e la "cosa rossa" non ha mai conosciuto un momento di maggior difficoltà. In secondo luogo, l’UDEUR, con Mastella dimissionario, massacrato dagli arresti in Campania, minacciato esplicitamente da questa proposta di legge elettorale che ne determinerebbe l’annientamento, è passato al sostegno esterno al governo e sono evidenti tentazioni di ricollocarsi a destra. Ed, infine, la perla: non è più certo l’appoggio del cavaliere alla bozza Bianco, dato che la tentazione evidente è quella di buttare all’aria l’intesa con Veltroni per favorire le elezioni anticipate. Finirà così? Non lo sappiamo, ma una lezione ci pare debba essere tratta: se a sinistra si pensa di risolvere i propri problemi di consenso e ruolo nel paese, giocando sulle astuzie tattiche e le manovre istituzionali, non si va da nessuna parte.