Home > con la scusa del calcio
– con la scusa del calcio -
a cura di Paolo De Gregorio, 1 settembre 2008
Purtroppo continuo a indignarmi per quel fenomeno che viene definito “tifo calcistico”, e in particolare delle varie organizzazioni di “ultras”, che non ha nulla a che vedere con lo sport e i suoi valori, che invece sono il sano agonismo, la lealtà, il riconoscimento della vittoria e della superiorità dell’avversario.
Messo questo punto fermo, che di sport non si tratta, il fenomeno, diffuso su tutta la penisola, di consistenti organizzazioni di giovani che vogliono essere protagonisti, temuti, vincitori di qualche cosa, magari di una battaglia con la polizia o di aver cacciato i viaggiatori dal treno Napoli Roma o di scontri con altre tifoserie, ci rivela senza alcun dubbio un desiderio profondo di protagonismo, di vittoria, di soggettività, che nella vita e nel lavoro di tutti i giorni sono frustrati profondamente da emarginazione, precariato, lavoro subalterno, disoccupazione, mancanza di prospettive e di futuro.
Il “tifo” ultras è una miscela confusa, ma esplosiva, di frustrazioni sociali, che viene tollerato per incanalare questo profondo scontento e farlo detonare nella “guerra sportiva”, offrendo simboli e bandiere, dando sfogo a frustrazioni che, senza questa valvola, facilmente si trasferirebbero sul terreno della società e della politica.
La dimostrazione “scientifica” che il potere politico e sportivo non vogliono eliminare questo fenomeno sta nel fatto che sarebbe facilissimo vietare le trasferte, con il loro seguito di scontri e devastazioni, imponendo ai club di vendere i biglietti SOLO ai residenti, e allo stadio si entra soltanto con biglietto nominale e carta di identità, che attesta identità e residenza.
Per la polizia controllare l’attuazione di un simile provvedimento sarebbe molto facile, ma nessun politico o dirigente sportivo rischia la faccia su un provvedimento del genere, proprio perché intuiscono il ruolo sociale di questa potente valvola di sfogo che fa sentire vivi quelli che nella società sono solo comparse.
Già i romani con il “panem et circenses” avevano capito come continuare a tenere sotto la plebe.
Lascia a bocca aperta l’analisi della “intellettuale” scrittrice Elisa Davoglio che scrive che gli ultras “hanno una identità vissuta come valore, hanno una loro etica e sono un movimento di grande aggregazione e con loro serve il dialogo”.
Che siano una grande aggregazione è vero, ma sono solo una massa di frustrati, la loro identità è una “ode-delega” ai presidenti capitalisti delle SpA del calcio a cui chiedono solo di comprare più giocatori per vincere e chiedono qualche biglietto gratis e soldo per le trasferte. Quanto al “dialogo”, in perfetto stile intellettuale e sgusciante, si evita di dire chi dovrebbe dialogare e perché, visto che il fenomeno sta benissimo ai “poteri forti e pensanti”.
Una cosa è importante, non farsi ingannare dalle dichiarazioni sdegnate dei politicanti, dei giornalisti, dei dirigenti sportivi.
Essi sono tutti complici e non desiderano cambiare nulla, anche perché infiltrare e neutralizzare questi movimenti sarebbe un gioco da ragazzi per le forze dell’ordine se dessero veramente fastidio a chi è al potere.
Una sola cosa è certa, che viviamo in una società corrotta, a cominciare dal presidente del consiglio, una società drogata in cui un cittadino su tre consuma droghe o alcol, la gioventù si diverte solo se si sballa, e si ammazza al ritorno dalle discoteche, pure lo Sport è pieno di droghe, anabolizzanti e altre diavolerie che portano nel tempo gravi malattie. Del tifo sportivo abbiamo detto e assomiglia a una guerra contro tutto e tutti, e i soli “valori” rispettati in giro sono la ricchezza, la furberia, i vincenti, la bellezza fisica, la visibilità.
E’ il risultato capolavoro del “pensiero unico” di ispirazione piduista, che ha allontanato dalla partecipazione politica e dall’impegno sociale, veicolando, con l’importante potere televisivo, modelli culturali che hanno esasperato competizione, individualismo, moda, scelte musicali, miti del denaro, che negli ultimi 25 anni hanno trasformato l’Italia in quella che è. E il calcio in mano ai capitalisti ha collaborato alla formazione di testa e cuori.
Paolo De Gregorio
Messaggi
1. con la scusa del calcio, 2 settembre 2008, 20:04
ben detto, monsignore! qualcosa anche suelle canne?
2. con la scusa del calcio, 3 settembre 2008, 12:54
LO SPORT, OPPIO DEI POPOLI.
Forse Karl Marx modificherebbe così il suo famoso aforisma sulla religione, ci fosse oggi.
Ricordo che lo scrissi su un tema a scuola, al tempo dell’omicidio poliziesco di centinaia di studenti a Mexico ’68, pre-olimpiadi, e per quei morti nessuno pagò.
L’analisi di De Gregorio è ottima, la proposta tanto giusta quanto surreale, data la stupidità televisiva imperante e dilagante, ed oserei dire, anche più che televisiva.
Il calcio è proprio la rivalsa, la metafora della guerra per milioni di frustrati, a volte anche privilegiati ma pur sempre depressi, o frustrati o almeno sognatori bisognosi di qualche sfogo adatto al loro livello (basso) di coscienza e di giudizio. Bello proprio perchè impreciso, volubile e sorprendente, imprevedibile come gli affari e i conflitti umani, anche le guerre.
La mostruosità peggiore che l’ha degenerato tanto è da cercare nelle somme abnormi di denaro, vomitate sui campi verdi in modo massiccio da quando ci ha fatto il suo ingresso Al Tappone col suo Nosferatu di fiducia, quello che parla di format del campionato come fosse un palinsesto TV, e pretende miliardi per i diritti.
Certo, dovremmo in massa rifiutare le pay TV del Merdoch finanziatore sionista ed il patetico digitale terrestre del cavaliere trapiantato, ma di fatto quelli dotati di tanta pur minima sensibilità son già quelli che non se ne curano, del calcio e degli altri sport odierni, tutti egualmente assassinati dal dio denaro dei capitalisti cui officiano anche altri fedeli, che credono ancora che l’economia sia tutto.
Le rivolte e il teppismo dei giovani "tifosi" sono comunque assai meno sporchi dei lerci giochi dei signori dello spettacolo.
R.
1. con la scusa del calcio, 4 settembre 2008, 12:04
avete domentiicato gli alcolici... Insomma, compagni, non possiamo vedere un partita di calcio, magari farci una canna o bere un po’ di vino od una birretta. VIVA IL PARTITO COMUNISTA DI SAVONAROLA
2. con la scusa del calcio, 4 settembre 2008, 15:44
Mi è spesso capitato di dover difendere qua sopra gli ultras da attacchi effettivamente moralistici nei quali una certa sinistra, soprattutto di tipo "etico" e non di classe, è da anni diventata specialista, soprattutto sul web.
E da napoletano e tifoso del Napoli, mi è spesso capitato di difendere nello specifico gli ultras del Napoli, che hanno la caratteristica molto particolare ( nel più generale panorama ultras nazionale) di essere sostanzialmente estranei a logiche fascistoidi e razziste.
Una volta detto questo, però, dopo aver visto i filmati di quel migliaio di cialtroni - certamente una infima minoranza della stessa gloriosa tifoseria ultrà partenopea - i loro grugniti incomprensibili mascherati da slogans, la gratuità della loro azione distruttrice a partire dalla stazione di Napoli fino allo stadio Olimpico di Roma, stavolta non posso proprio difenderli.
Ed amo il calcio, non disdegno di farmi qualche tiro di canna quando capita, odio e considero inutile ogni logica repressiva nei confronti di fenomeni sociali
( come innegabilmente il mondo degli ultras è), non credo che c’entri nulla la camorra e, come dicevo, ho in scarsissima simpatia certa sinistra intellettualistica, bacchettona, "etica" e fondamentalmente piccolo borghese che questo fenomeno sociale di massa, come molti altri, non riesce a comprendere.
Ma, come dire, nella allucinante vicenda di domenica scorsa, ho veramente difficoltà a dare torto all’autore dell’articolo che stiamo commentando.
Quelli sembravano veramente subumani decerebrati .....
R.
3. con la scusa del calcio, 4 settembre 2008, 18:22
bé, guarda che è così ogni domenica ma da più di 20anni! ed anche a napoli! O lo stupore è dovuto alla "improvvisa" copertura mediatica... o si ha corta memoria: basti ricordare, per dirne uno; il motorino scagliato giù da san siro...
non è questinoe di difendere o condannare... è questinoe che questa è la gente reale che, a ben guardare, non ha poi una logica così diversa da quella tragicamente "normale" e "settimanale"... eddai!
3. con la scusa del calcio, 4 settembre 2008, 18:31
Però, un bel regalo per coloro trasmettono le partite a pagamento! Come disse un saggio:" a pensar male si fa peccato ma non si sbaglia".
michele
1. con la scusa del calcio, 4 settembre 2008, 23:44
guardate, che tutto ciò faccia comodo alle pay-tv ecc ecc è un fatto MA se vogliamo trovare in questi (o nella camorra) i mandanti dei casini... vabbé allora è una questione di quartieri differenti in cui si vive... qualcuno vuol fare sociologia dal computer o dalla tv, qualcun altro vuol essere più moralista di un prete ed un’altro ancora non ha ancora capito che LA GENTE REALE non è come se la immagina... C’è chi ha detto suppergiù le stesse cose di Genova o delle periferie francesi... dunque avanti pure...
4. con la scusa del calcio, 5 settembre 2008, 00:22
Spiegacelo tu allora com’è " la gente"!michele
1. con la scusa del calcio, 5 settembre 2008, 12:00
vedi, non è che la "gente te la devo spiegare io"... è che non si può cader dalle nuvole tutte le volte o inventarsi la solita storia degli "infiltrati", delle "poche mele marce" o "non veri tifosi" ecc. ecc... queto valeva per le periferie francesi come vale per quelle italiane... Insomma contessa, la "gente" è una gran "brutta bestia", eh!?! La strada, cari miei è questa! Ed è dalla strada che si deve ripartire... proprio come ha fatto la lega... a modo suo. Altrimenti faccimaoci tanti bei congressi con mozioni alleanaze e conto delle tessere... e buonanotte! Qualcuno sbandiera che c’erano 200 pregiudicati! Ma in una città metropolitana come napoli occorre andare allo stadio per trovare tra qualche migliaio di persone 200 pregiudicati?! E questi "pregiudicati" li vogliamo intendere come bestie immonde?! bah!