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il cretinismo movimentista
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Il movimento operaio e socialista italiano è sempre stato afflitto purtroppo da diverse malattie, alcune mortali, altre per fortuna no. Non mi riferisco soltanto alle estremizzazioni del riformismo e del massimalismo. Il riformismo che diventa privazione di identità, farsi divorare e diventare parte dell’ameba liberista; il massimalismo che si chiude in se stesso e diventa incapace si tollerare anche il più piccolo dissenso rispetto i suoi convincimenti che diventano dogmi e si ossificano alla base di un partito che diventata una setta oppressiva e soffocante dalla quale si può essere espulsi, scomunicati,
anche per un nonnulla... malattie gravi ed a volte mortali del socialismo.
Malattia mortale del socialismo è il cretinismo parlamentare. In soldoni: l’illusione di risolvere il conflitto sociale dentro il Parlamento. Fenomeno esaminato fin dai tempi di Marx. L’azione del Parlamento diventa sostitutiva del movimento nella società e dentro il sistema economico per cambiare i rapporti di forza. Si ritiene che strappare una buona legge possa essere la risoluzione dei problemi. Abbiamo visto che non è cosi e come le buone leggi per il movimento operaio non sono sufficienti ed a volta finiscono a gambe all’aria per i colpi di coda, per le vendette del sistema capitalistico. Cretinismo parlamentare è l’illusione del PD di influenzare il progetto berlusconiano di
affossamento della Costituzione costringendolo a negoziare "riforme"condivise. Le riforme non potranno che essere impregnate dell’ideologia golpista e totalitaria della destra italiana.
Una nuova malattia affligge ora la sinistra da quanto è stata espulsa dal Parlamento per la propria ignavia nel governo Prodi e per il patto Berlusconi-Veltroni sul quattro per cento: mi riferisco al cretinismo movimentista il cui esempio più illustre è la lotta per impedire la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Energie enormi sono già state spese nella mobilitazione del popolo di sinistra ed altre se ne spenderanno ancora a cominciare dal prossimo 19 dicembre per impedirne la realizzazione
Gli argomenti contro il ponte sono del tutto inconsistenti, fragili, pretestuosi. Si comincia dalla questione ecologica e dal disastro ambientale che deriverà alla regione dello Stretto. Disastro che è possibile evitare come si è evitato dovunque si sono fatte opere della stessa importanza. Altro argomento è che costituirà una preda succulente per la mafia che si impossesserà di tutti gli appalti e si arricchirà ancora ed ancora di più. Questo argomento può essere usato contro qualsiasi opera pubblica si realizzi in Sicilia, in Calabria, in Campania. Se si teme che facendo qualcosa la mafia se ne impadronisce siamo condannati a non fare niente. En passant invito considerare ed analizzare la situazione dei trasporti nello stretto oggi e magari ci renderemo conto che la Caronte dei Matacena
non sia preferibile al ponte....
Infine, l’argomento che innalzi i cuori alle anime belle è che fare il ponte significa non fare niente di quanto la Sicilia abbisogna oggi a cominciare dal miglioramento del sistema ferroviario e magari della edilizia scolastica. Ma l’alta velocità è stata inaugurata ieri a Milano e non mi risultano opere ferroviarie pronte al decollo in Sicilia.....
La manifestazione contro il ponte è un classico del cretinismo movimentista, un uso sbagliato delle energie e delle capacità di lotta del popolo di sinistra indirizzato alla realizzazione di un NO verso qualcosa che semmai andrebbe discusso da un altro punto di vista e cioè dai controlli democratici della costruzione del ponte e poi della sua gestione pubblica. Considero una terribile limitazione della libertà la gestione privatistica del ponte alla stessa stregua della privatizzazione dell’acqua e delle ferrovie. La libertà è bere senza dover pagare a qualcuno a prezzo mostruoso l’acqua e, domani, attraversare il ponte, pagando un pedaggio "politico" allo Stato.
Sarebbe bene convocare una convenzione per stabilire i contenuti di un manifesto di rivendicazioni per la Sicilia oggi. Di potrebbe cominciare dal chiedere la diminuzione delle spese per la gestione del Palazzo e degli stipendi dei suoi Oligarchi; un programma di sostegno dei nostri giovani per borse di studio per specializzazioni; un programma di consolidamento del territorio, di consolidamento ed ammodernamento di tutte le strutture scolastiche di ogni ordine e grado, di assorbimento dei ventimila professori espulsi dalla riforma Gelmini. Un piano alternativo per i lavoratori di Termini Imeresi senza venderci al Dio Fiat perchè non ci abbandoni.
La sinistra deve rinnovare la sua piattaforma rivendicativa e deve avere il coraggio di andare controcorrente. A cominciare dal federalismo regionale. Liberando le immense risorse finanziarie della Regione oggi divorate dai politicanti di mestiere e dai loro clientes potremo avviare un nuovo corso....
Il nuovo corso che potrebbe avere inizio anche dalla organizzazione di un referendum siciliano per azzerare i costi della politica... abrogando le leggi delle guarantigie del Palazzo e dei suoi deputati..
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
Messaggi
1. cretinismo movimentista, 9 dicembre 2009, 00:11
Non entro nel merito della questione del ponte .... l’ho già fatto altre volte e stavolta non mi sembra il caso ... basti dire che in materia la penso in modo opposto a Pietro Ancona ...
Mi interessa invece parlare del "cretinismo movimentista" .... cosa che senz’altro esiste ed è esistita in passato ... anche se nulla di paragonabile ad altri "cretinismi", in particolare quello cosiddetto "parlamentare" ... ma anche quello che definirei "cretinismo elettoralistico", cioè il vedere tutto in funzione elettorale .... quello che ha portato, ad esempio, tanta gente lontana mille miglia dal Pd ed alla sua involuzione liberista ed amerikana, a votarlo comunque e del tutto inutilmente in occasione delle ultime elezioni politiche.
Tornando comunque alla questione del ponte, pur evitando di entrare nel merito, faccio notare che l’opposizione alla costruzione del ponte medesimo è largamente precedente nel tempo al 2008 ed al fatto che, in quell’occasione, la cosiddetta "sinistra radicale" è diventata, obtorto collo, extraparlamentare.
E che l’opposizione al ponte riguarda anche settori moderatissimi dell’opposizione, dal Pd ai radicali fino ai dipietristi che non saranno moderatissimi ma certo sono per natura poco inclini al "movimentismo".
E che comunque quel movimento di opposizione a quella, per me inutile, opera pubblica ha da sempre una sua precisa autonomia politico/sociale di tipo soprattutto ambientalista e territoriale e non è quindi una semplice espressione o sommatoria delle variegate forze politiche che a loro volta vi si oppongono ...
K.
1. cretinismo movimentista, 9 dicembre 2009, 06:35, di pietro
Il business dello stretto di Alberto Maio
Messina: porta della Sicilia e passaggio obbligato per chiunque voglia raggiungere l’isola con automobile o camion. Unico collegamento disponibile quello marittimo, a bordo di traghetti. 3500 sono i tir che ogni giorno usufruiscono di questo servizio senza contare le auto che rendono il business dei traghettamenti il più redditizio dello stretto.
Ma chi sono coloro che si spartiscono la torta?
Oltre alle FS attualmente poco competitive, sono quattro le società che offrono il servizio di traghettamento sullo Stretto: La Tourist Ferry Boat Spa, controllata dalla famiglia Franza per il 53% del suo capitale sociale, la Caronte Spa, controllata dalla famiglia Matacena, la Navigazione Generale Italiana Spa (NGI) e la Meridiano, appartenente alla Diano Spa. Le rotte che vengono utilizzate sono la Villa San Giovanni-Messina per le prime due e la Reggio Calabria-Messina per le altre. Rotte differenti ma medesimi proprietari.
A quanto risulta dalla delibera dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, dell’8 maggio 1996, Tourist Ferry Boat Spa e Caronte Spa, pur essendo giuridicamente società distinte, sono un’unica entità economica, dopo un processo di fusione con cui dal 1969 le due società hanno messo in comune le risorse necessarie per la loro attività.
A sua volta la Tourist Ferry Boat Spa controlla la Tourist Shipping Spa che detiene il 50% della NGI, di conseguenza su quattro compagnie che esercitano il servizio di traghettamento ben tre fanno capo alle famiglie Franza e Matacena. Unica società indipendente è la Meridiano, appartenente alla Diano Spa. Proprio a seguito della sua denuncia in data 17/04/2002 l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha condannato il gruppo Franza/Matacena a una sanzione amministrativa complessiva di 2.315.752 euro.
Punendo la concorrenza delle “tariffe predatorie” messa in atto. Somma ragguardevole, ma perfettamente sostenibile da compagnie che gestiscono un traffico di quasi 6000 mezzi al giorno e che dispongono anche di un’ampia collaborazione da parte dell’amministrazione locale. Dal 1 agosto 1994 è stata eliminata ogni agevolazione economica per il traghettamento a favore dei residenti a Messina.
La cittadinanza che sopporta il traffico creato dalla enorme quantità di mezzi vomitati ogni giorno dai traghetti non gode del minimo privilegio quando ha bisogno di usufruire del servizio. Da allora l’amministrazione comunale non ha fatto alcuna richiesta affinché venisse ripristinata un qualche genere di agevolazione per i cittadini messinesi.
Le agevolazioni invece ci sono per i mezzi che attraversano la città che non pagano alcun pedaggio per usufruire delle strade di Messina che contribuiscono a dissestare, costringendo il comune a numerosi interventi di ripristino del manto stradale.
Tir e auto traghettati non hanno obbligo di sorta nemmeno nei confronti del bollino blu, l’ordinanza comunale che lo riguarda si riferisce solo ai veicoli appartenenti a “persone residenti a Messina”. Il viale Boccetta è una delle strade maggiormente interessate dal traffico dei tir, ed è tristemente famoso per il tributo di sangue che periodicamente Messina paga sotto le ruote di quei tir. Negli ultimi quindici anni si sono registrati 28 incidenti di cui 7 mortali, l’ultimo il 5 Novembre 2001 quando Annunziata Aversa, 90 anni, viene travolta da un’autocisterna. Dopo le manifestazioni della cittadinanza, sul viale Boccetta non è cambiato niente.
Un timido tentativo di regolamentazione del traffico di mezzi pesanti si è visto nell’ordinanza comunale n. 542 del 30/10/2001 che vietava il transito dei tir sul Boccetta, dalle 21 alle 6 del mattino. Appena in tempo per l’orario di entrata degli studenti di ben due scuole della zona, il liceo scientifico Archimede e la scuola media Verona Trento, i quali si trovano ogni mattina a respirare gli scarichi dei veicoli di passaggio. Proprio di questo argomento si sta occupando il processo sull’inquinamento del viale Boccetta, che vede coinvolti l’ex sindaco di Messina Franco Providenti e la sua vice Enza Sofo, l’attuale primo cittadino Salvatore Leonardi e l’assessore all’Ambiente Giuseppe Santalco.
Per ognuno di loro sono stati recentemente richiesti tre mesi di reclusione. I reati contestati sono quelli previsti dall’art. 674 c.p., cioè il “Getto pericoloso di cose” (i gas inquinanti immessi nell’atmosfera), e dal 659 c.p.: “Disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone”. Il consulente di parte della difesa, per l’ex sindaco Franco Providenti è il prof. Adolfo Parmaliana, docente di chimica industriale all’università di Messina.
Il professor Parmaliana ha illustrato i risultati della sua consulenza: i dati sull’inquinamento atmosferico rilevati nel periodo ’94/’98 indicano che nell’area urbana della città non è mai stato raggiunto lo stato di allarme o di attenzione. Le misurazioni in tempi più recenti danno risultati diversi: alla fine di maggio 2001 c’è stato un incremento nell’atmosfera dell’inquinante potenzialmente cancerogeno Pm10 (le polveri prodotte dai motori Diesel) registrato nei pressi del Liceo Archimede (una delle due scuole giornalmente visitate dai tir).
Il limite imposto dalla legge è di 40 microgrammi per metro cubo. In quel periodo si sono registrati livelli pari a 46,7. C’è da chiedersi quali livelli possano aver raggiunto dati più recenti. La centrale di misurazione dell’inquinamento atmosferico installata vicino al Liceo Archimede porta la targa della Provincia regionale di Messina ma il dott.
Ipsale, chimico della Provincia risponde che le misurazioni attualmente in loro possesso sono esclusivamente per uso interno, non divulgabili; bisogna rivolgersi all’ARPA a cui di recente è passata la competenza. Ma dall’ARPA, dalla sua sede di Palermo, il dott.
Capilli spiega che non essendoci ancora un accordo firmato con la Provincia di Messina non sono ancora iniziati i rilevamenti, dunque non ha dati da comunicare. Non è in grado di dire tra quanto tempo verranno iniziati i lavori di riattivazione delle centrali inutilizzate e per quanto tempo non si saprà cosa si respira per le strade di Messina. Intanto i tir coi loro scarichi, continuano ad attraversare la città, vantaggio di pochi e schiavitù per il resto della cittadinanza che ogni giorno paga il prezzo di vivere nella città porta della Sicilia.