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cristiani: i fragili principi

Publie le martedì 29 luglio 2008 par Open-Publishing
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  cristiani: i fragili principi -
a cura di Paolo De Gregorio, 29 luglio 2008

Prima della aggressione americana i cristiani in Iraq erano 800.000 (divisi in caldei, siro-ortodossi, assiri e armeni), ora sono 400.000 (l’1,5% della popolazione irakena) perché molti sono scappati dalle violenze a sfondo religioso dal mattatoio irakeno.
Invece di organizzare la evacuazione di una religione residuale in Iraq e quindi eliminare una contraddizione in un paese per il 98,5% musulmano,ecco un prete, Yasuf Yohannes supportato dagli americani, che mette in piedi una milizia armata, dotata di mitra e fucili d’assalto,formata da civili cristiani, 250 per ora, stipendiati a 150 euro al mese presenti nelle zone di Mosul e Kirkuk.
Strana decisione per chi afferma di rispettare i principi del “non uccidere” e “porgere l’altra guancia”, e la decisione viene dall’alto, dall’arcivescovo di Kirkuk, Luis Saku, che teme che i cristiani possano sparire dall’Iraq.
Dal mio punto di vista, se i cristiani residui se ne andassero per sempre dall’Iraq sarebbe solo un passo avanti,e saggiamente la Chiesa dovrebbe appoggiare questo esodo da una terra in cui per la religione cristiana non vi è alcuna prospettiva di espansione, ma si preferisce mettersi con più forti, gli americani, nella zona che è maggiormente ricca di petrolio, per sperare di arricchirsi nel caso la guerra fosse vinta dagli occidentali e dai loro fantocci al governo.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa il “pastore tedesco” che bacchetta i laici che vogliono il testamento biologico, l’eutanasia,la fine degli accanimento terapeutici, e che vuole “difendere la vita” ad ogni costo, di fronte ad un arcivescovo cristiano che organizza bande armate pronte a sparare, in combutta con gli americani.
Ma so benissimo come andrebbe a finire: sarebbe un bel discorso colto e raffinato, in cui naufraga la nostra illusione di avere dai preti una qualsivoglia risposta chiara e razionale, lasciandoci la sensazione di aver incontrato un branco di anguille che si cerca di prendere con le mani.
Paolo De Gregorio

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