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– democrazia malata -
a cura di Paolo De Gregorio, 2 luglio 2008
Mai come in questo momento si è compreso il peso di possedere il monopolio televisivo privato e pubblico, che riesce a far passare per vittima del “giustizialismo” dei giudici colui che con inaudita impudenza usa il potere politico (ottenuto proprio con la complicità del sistema televisivo), per fare leggi che lo tolgono dagli impicci,ma condannano il sistema giudiziario al non funzionamento, senza strumenti investigativi e meno soldi.
Fa bene Di Pietro ad andare in piazza e spero che sia un successo e una prima pietra per un forte movimento antagonista, ma la “madre di tutte le battaglie” resta la questione televisiva, che se non si risolve, dà ai suoi possessori un vantaggio incolmabile che ha già costruito il “pensiero unico” molto simile alla dittatura.
Di Pietro è costretto a ricorrere alla piazza perché il Parlamento, Veltroni compreso, è compatto nel minimizzare e far passare l’operazione salva premier e la piazza è l’unico terreno per fare un po’ di informazione.
L’obiettivo principale di questo movimento, da Di Pietro a Grillo, deve essere quello di fare una “pubblic company”, con tutti coloro che verseranno l’equivalente del canone RAI, che non va più pagato, coloro che non sopportano più di essere presi per i fondelli e di finanziare lo strapotere dei partiti, per acquistare una rete televisiva visibile su tutto il territorio nazionale, e gestirla come vero servizio pubblico.
Far fallire la RAI, togliere questo potere ai partiti e autogestire una TV di peso nazionale sono obiettivi concreti, possibili, indispensabili se si vuole superare lo stallo del monopolio mediatico e dare voce ad un modo nuovo di far politica e informazione.
Questi vogliono imbavagliare i giudici, fare il nucleare, i termovalorizzatori, aumentare il peso degli interventi militari, vogliono tagliare il numero degli insegnanti, delle forze di sicurezza, meno soldi alla giustizia, più soldi al Vaticano, se ne fregano dell’ambiente e della salute dei cittadini e se non ci inventiamo qualcosa ci riusciranno benissimo.
Paolo De Gregorio