Home > elezioni francesi: scontro sul nulla

elezioni francesi: scontro sul nulla

Publie le martedì 8 maggio 2007 par Open-Publishing

  elezioni francesi: scontro sul nulla –
a cura di Paolo De Gregorio – 7 maggio2007

Le elezioni francesi ci hanno dimostrato quanto la politica sia vecchia e fasulla e il presidenzialismo sia un rito che premia la personalità, l’aspetto, l’abito, o la capacità di trovare la battuta al momento giusto, all’interno di un dibattito che è surreale, ipocrita, generico, dove si mischia populismo, retorica,promesse che non possono essere mantenute, dove non si capisce chi è di destra e chi di sinistra.
La cosa più ridicola, infatti, è che la candidata in nome del socialismo, Segolene Royal, rappresenta intellettuali, classe media e statali, mentre il candidato di destra ha la sua base elettorale tra imprenditori,operai, contadini.
Come in Italia, dove la perdita di identità ha portato la sinistra ad annullarsi nel centro e gli operai votano Berlusca e Lega, così in Francia dietro la bandiera di un inesistente “socialismo” non vi sono più le forze vive del lavoro, e soprattutto non vi è una benché minima possibilità di influenzare il corso economico, che va per conto suo e a cui non è possibile imporre alcuna programmazione senza un blocco sociale che comprenda la forza di operai, contadini, intellettuali, studenti, disoccupati.
Ma la cosa ancora più deludente,che mi fa apparire sia Sarkozy che la Royal dei fantasmi della politica, è che non si sia parlato del più gigantesco problema che abbiamo davanti,ossia quello della emergenza ambientale,che per una progressista doveva essere il cavallo di battaglia, visto che le forze legate al profitto sono totalmente irresponsabili e ciniche su questo punto.
La Royal aveva solo due punti di forza: uno era quello di dimostrare che senza decisioni politiche per imporre agli industriali una ristrutturazione, nel senso di diminuire drasticamente i gas-serra, l’economia capitalista risulta distruttiva e senza futuro, e ciò le avrebbe procurato un forte consenso trasversale che tocca tutte le categorie sociali. L’altro punto di forza doveva essere una forte e urgente accelerazione verso una Europa politica, per fare finire l’umiliante protettorato degli Usa, con lo scioglimento della Nato e del Patto Atlantico, con la costituzione di un esercito integrato europeo con caratteristiche di sola difesa, per essere finalmente indipendenti in un mondo già multipolare in cui l’Europa potrebbe avere un peso pari a quello degli Usa.
Solo la lungimiranza di prevenire i disastri, di difendere la vita e la salute di tutti, e un risveglio della dignità e della voglia di essere cittadini di una Europa indipendente e desiderosa di integrarsi e pesare poteva attirare forti consensi e portare nella sinistra francese ed europea una ventata di aria nuova, mettendo da parte la ammuffita bandiera socialista, parlando a tutti in nome della ragione, della scienza, della ecologia, della necessità di costruire una identità nazionale europea.
Anche il grave problema degli immigrati, che in Francia sono il 40% dei disoccupati e quindi pericolosi e distruttivi, non è stato affrontato con l’unica possibilità di soluzione, che non è certo quella poliziesca di Sarkozy, ma è quella di spostare alcune attività produttive nei paesi di provenienza degli immigrati, anche per frenare la crescente xenofobia tra i ceti popolari che nelle “banlieu” vivono malissimo questa mancata e impossibile integrazione.
Sintetizzando al massimo, le elezioni francesi hanno prodotto un fascista mascherato e una socialista abusiva, lasciando i veri problemi fuori dalla porta.
Paolo De Gregorio
.