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emergenza ambiente

Publie le venerdì 6 aprile 2007 par Open-Publishing

  emergenza ambiente –
a cura di Paolo De Gregorio – 4 aprile 2007

50% - 30% - 20%, queste sono le cifre da tenere ben presente se vogliamo pensare in termini scientifici e di responsabilità. Rappresentano le percentuali di tutti i consumi energetici in Italia da assegnare rispettivamente a industria, trasporti, consumi delle abitazioni.
Solo il 16% (molti dicono meno) è prodotto con energie rinnovabili, il resto con petrolio, gas, carbone.
Risulta evidente che apparato produttivo e industria automobilistica sono responsabili non solo dell’assorbimento dell’80% dell’energia, ma dell’effetto serra, dell’inquinamento cancerogeno da polveri sottili, dei rifiuti tossici che non sono obbligati a riciclare in loco ma che affidano alle eco-mafie per risparmiare.
La totale irresponsabilità del trionfante liberismo, se non sarà corretta da un incisivo controllo politico e sociale, porterà alla distruzione della biosfera.
E’ questo il problema dei problemi, perché senza il controllo statale del sistema energetico con un indirizzo eco-sostenibile, il liberismo offre un impegno soltanto dove c’è da guadagnare, ad esempio quando c’è da mettere le mani sulle sovvenzioni che riguardano le energie alternative. Invece è solo la consapevolezza del disastro ecologico prossimo venturo che deve ispirare immediate e rigorose politiche energetiche.
Detto in parole povere, il governo di centro-sinistra qui in Italia, per non essere uguale ed irresponsabile verso l’ambiente come quello di destra, dovrebbe fare leggi che obbligano gli industriali ad ammodernare gli impianti, a diminuire i fumi nocivi con filtri idonei, a riciclare i rifiuti tossici in impianti vicini e controllati, a fare autovetture di piccola cilindrata che consumino poco, a vietare le corse di macchine e di moto che creano il mito distruttivo e mortale della velocità.
Perché se è vero che l’attuale modello globale di produzione e consumo crea ricchezza, è doppiamente vero che questa orgia consumistica, anche se non ha ancora toccato tutta la terra, sta rapidamente creando condizioni di riscaldamento del pianeta che presto pagheremo con scioglimento dei ghiacci, innalzamento dei mari, siccità, desertificazioni, mancanza di acqua e di cibo.
Le cifre ci dicono che l’80% della responsabilità è industriale, e i cittadini, che pur è giusto che si diano da fare per contenere sprechi e consumi, con il loro 20% non sono determinanti per invertire la tendenza.
Dobbiamo solo decidere se morire ricchi e ben vestiti, o vivere consumando quanto la Terra ci può dare, in modo sostenibile.
Paolo De Gregorio