Home > emergenza idrica: il liberismo di Pratesi

emergenza idrica: il liberismo di Pratesi

Publie le martedì 24 aprile 2007 par Open-Publishing

  emergenza idrica: il liberismo di Pratesi –
a cura di Paolo De Gregorio - 24 aprile 2007

Malgrado dovrebbe essere chiarissimo che affidarsi ai pochi che hanno comportamenti personali virtuosi e corretti non risolve nulla per quanto riguarda gli sprechi di acqua, a Fulco Pratesi, esponente del WWF e Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, viene offerta dal “Corriere della Sera” una intera pagina per snocciolare consigli su come risparmiare l’acqua facendo meno abluzioni e stando un po’ attenti.
Peccato che queste raccomandazioni, evidentemente buone e di buon senso, anche se venissero osservate dai cittadini, non sono in grado di invertire la tendenza di una diminuzione globale delle piogge, dovuta al riscaldamento del pianeta a causa delle emissioni di gas serra che, all’80% sono generati dal sistema industriale e quello dei trasporti. I cittadini e i loro consumi rappresentano solo il 20% delle emissioni.
E’ molto perverso, scorretto, e fuorviante chiedere ai singoli individui di avere comportamenti virtuosi, che comunque non sarebbero sufficienti a invertire una tendenza, e poi non chiedere ad un sistema industriale di rinunciare a parte dei propri profitti adottando immediatamente provvedimenti tecnici che riducano fumi e polveri sottili, di smetterla di affidare i rifiuti tossici alla camorra anziché riciclarli in modo corretto, di smetterla di fare auto grosse e veloci e puntare su macchine piccole a idrogeno, di smetterla di acquistare legname esotico che costa la scomparsa delle foreste africana e sudamericana e il relativo ossigeno.
Non solo, ma l’acqua, in Italia, viene dispersa tra il 40 e il 65% da condutture fatiscenti, e abbiamo una agricoltura molto idroesigente che andrebbe orientata su colture mediterranee, con enormi risparmi di acqua.
L’attuale “liberismo”, che oggi accomuna destra e sinistra, è responsabile pieno di questa situazione di crisi mondiale che, se non corretta urgentemente, porterà a disastri inimmaginabili, e può essere corretta solo se una nuova politica, che rappresenti gli interessi generali, sostituirà l’attuale dittatura dell’economia liberista che guarda solo al particolare dei propri guadagni.
La via di uscita è possibile solo se un potere statuale autorevole impone all’industria, all’agricoltura, agli enti locali, regole e comportamenti che rendono l’economia compatibile con la vita e sostenibile dalla biosfera.
Caro Pratesi, se tu veramente volessi cambiare qualcosa e fossi un vero difensore dell’ambiente, invece di quelle amenità che ti pubblica il Corriere della Sera, con il plauso compiaciuto di tutti i benpensanti, dovresti scontrarti col sistema industriale e verificheresti subito di che razza sono i padroni, gli inquinatori di professione, che ti farebbero sparire dalla stampa che è tutta nelle loro mani, e ti farebbero cacciare pure dal WWF che è pur sempre una loro creatura per illudere che l’ecosistema si salva facendo qualche oasi.
Paolo De Gregorio