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governo assai diviso sulla finanziaria ; ma l’ opposizione cosa fa ?

Publie le lunedì 11 ottobre 2004 par Open-Publishing

Alemanno insiste: per i redditi più alti necessaria un’ulteriore
aliquota del 43%. "Contratti, troppo poco il 2%"

Lega-An, duello su Irpef e statali

Udc: meno tasse per le famiglie

Il Carroccio chiede di concentrare gli interventi su fasce
di reddito più alte.
Volontè: no ad aumenti del debito

di ROBERTO PETRINI

ROMA - Vigilia incandescente del vertice sulla Finanziaria al quale, domani, i partiti della Casa delle Libertà arrivano con le armi ben affilate e divisi un po’ su tutto. La Lega è inquieta: nel mirino dei lumbard ci sono da giorni la stretta sugli studi di settore e lo stanziamento giudicato eccessivo per il contratto degli statali. An teme, invece, che la riforma fiscale allestita dal Tesoro privilegi i più ricchi e vuole più risorse per gli statali. L’Udc mette i paletti attorno al taglio delle tasse e chiede che si faccia senza aumentare il debito pubblico. "La riduzione delle tasse va indirizzata alla famiglia, non possiamo bruciare le risorse destinate alle nuove generazioni", ha detto ieri il capogruppo alla Camera, Luca Volontè.

La polemica sul tetto del 2 per cento applicato ai contratti degli statali sollevata Maroni (al quale ha risposto ieri Alemanno: "Non è troppo, è troppo poco", ha detto) ha irritato Cgil, Cisl e Uil che hanno protestato: "Siamo studi delle chiacchiere, un governo serio ci avrebbe già convocati". Scendono in campo anche le categorie: "La Finanziaria così com’è non va - ha detto il presidente della Confcommercio Sergio Billè -, si vuole rilanciare l’economia poi invece arrivano nuove tasse, sugli affitti, sulle tariffe stradali, e su quelle locali e con la revisione degli studi di settore si rischia un aumento dei prezzi". La settimana che si apre è segnata inoltre dall’attesa di due interventi di rilievo: presso la Commissione Bilancio sono previste per mercoledì le audizioni del governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio e quella del presidente della Confindustria Luca di Montezemolo.

Il duello tra An e Lega, seppure condotto cercando di evitare la polemica diretta, sembra destinato a catalizzare l’attenzione delle prossime ore. Il ministro per le Politiche agricole di An, Gianni Alemanno ieri ha alzato nuovamente il tiro: in primo luogo contesta che l’aliquota massima sia fissata al 39 per cento per i redditi oltre i 33 mila euro e propone al contrario un’ulteriore aliquota del 43 per cento sopra i 250 mila euro. La Lega è su una posizione diametralmente opposta e il sottosegretario al Tesoro Daniele Molgora ha chiesto che l’intervento fiscale "si faccia su una fascia di reddito più alta rispetto al primo modulo della riforma". Infine, mentre la Lega insiste sul bonus per la nascita di un figlio, An sembra favorevole all’aumento degli assegni familiari proposto da Siniscalco. Lo stesso Molgora ha poi rilanciato la proposta-provocazione di dare in concessione ventennale il colosseo, che sembra fatta apposta per scatenare le ire dei finiani.

Più vicini i due partiti nell’ascoltare il malessere degli autonomi per la stretta fiscale: nel mirino della Lega resta la stretta sugli studi di settore, mentre con più cautela il partito di Fini contesta altre misure come il ritorno dell’obbligo per le imprese di tenere l’elenco clienti-fornitori, eliminato nel 1994. Maurizio Leo lo ha definito un "appesantimento burocratico"..

Più defilata l’Udc che tuttavia ha già mostrato segni di nervosismo sugli eventuali pedaggi per le strade, sul superbollo e sulla casa. Ieri è tornata alla carica: il responsabile economico Ettore Peretti fatto sentire la propria voce a difesa dei piccoli comuni per i quali chiede una deroga al blocco del turn over.

(11 ottobre 2004)