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– i predoni siamo noi –
a cura di Paolo De Gregorio – 15 aprile 2007
L’anno scorso l’Italia ha importato dalla Repubblica Democratica del Congo 6.740 metri cubi di tronchi e 2.303 metri cubi di segati, 32.636 metri cubi di tronchi e 146.050 metri cubi di segati dal Camerum (dove è sparito il 60% della foresta), 80.000 tronchi e 65.388 metri cubi di segati dal Gabon, 103.696 metri cubi dalla Costa D’Avorio.
Le concessioni di sfruttamento forestale a multinazionali o compagnie occidentali (con l’italiana Parcafrique, Safbois, Sodefor, Siforco, Soforma, ecc.) avvengono per mezzo della corruzione dei funzionari africani che rilasciano permessi senza consultare le popolazioni interessate alla forestazione, a prezzi stracciati che non portano alcuna ricchezza nel loro Paese, in cambio di sostanziosi conti aperti nei paradisi fiscali dove solitamente si servono i criminali imprenditori occidentali.
Questo scempio, che aumenta enormemente l’effetto serra, mette in pericolo la vita di milioni di persone che con la foresta vivono, desertifica la seconda più vasta foresta tropicale rimasta al mondo dopo quella amazzonica, polmone vivente del nostro pianeta, viene sacrificata per l’indispensabile necessità dell’Occidente di avere PARQUET e CASSE DA MORTO in legno pregiato africano, che è l’uso a cui vengono destinati questi materiali.
Ma è possibile che nell’enorme proliferare di organizzazioni volontarie, di onlus, di ambientalisti, di difensori della vita, nessuno punti il dito contro chi la vita la distrugge, anche perché questi criminali hanno nome e cognome, e non si può più continuare a dire che la colpa è di tutti noi, ma la responsabilità è di pochissimi industriali senza scrupoli, e del potere politico che fa finta di non vedere, mentre avrebbe tutto il potere di vietare l’importazione di legname africano come è vietato importare l’avorio e gli animali esotici.
E meno male che abbiamo come ministro dell’Ambiente il segretario dei Verdi!
Paolo De Gregorio