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il manifesto chiama Cusani

Publie le venerdì 7 dicembre 2007 par Open-Publishing
2 commenti

  il manifesto chiama Cusani –
a cura di Paolo De Gregorio – 6 dicembre 2007

All’interno del generale decadimento identitario della sinistra, c’è un piccolo episodio di cui vi è oggi cenno sui giornali, che ci informa che il “quotidiano comunista il manifesto”, è sull’orlo del fallimento economico, e ingaggia il tangentaro Sergio Cusani per cercare di mettere in ordine i conti.
Dunque non una riflessione sul fatto che Valentino Parlato è direttore da 40 anni, non una autocritica perché il giornale si rivolge ad una nicchia di intellettuali in disarmo con un linguaggio da iniziati, non si evidenzia la presunzione di chiamare comunista un giornale estraneo alle masse operaie (che sono le uniche che possono fare il comunismo), e che oggi votano Forza Italia, quindi niente analisi, ma l’ingaggio di un vecchio marpione tangentaro per continuare a esistere.
Da inorridire!
L’altro segmento della “sinistra” della falce e martello e del comunismo, Pdci e Rifondazione, è nei guai poiché l’adesione al governo Prodi non ha prodotto risultati significativi e la discesa nei sondaggi di queste organizzazioni parla chiaro, e la strategia che ha portato a votare anche il rifinanziamento della guerra all’Afghanistan è stata compensata dal nulla.
Prima di federarsi in una “sinistra arcobaleno”, nel timore di essere cancellati da una nuova legge elettorale, che è un atto verticistico e disperato, bisognerebbe sciogliere i gruppi dirigenti che hanno portato il 10% di tutto l’elettorato (questa è la somma Rifondazione+Pdci+Verdi) alla ininfluenza sulle decisioni del governo Prodi, e chiedere agli iscritti di questi partiti che cosa vogliono fare.
Perché sarebbe urgente e saggio mettere qualche punto fermo, tipo il fatto che essere chiamati in TV o scaldare una poltrona in Parlamento e far parte della CASTA chiusi nel PALAZZO nella illusione di strappare qualche briciola, sono solo illusioni, magari buone per i conservatori, ma se vuoi rifondare la sinistra la strada è un’altra.
Anche perché oggi è obbligatorio avere la lungimiranza di vedere la difesa dei diritti dei lavoratori non più all’interno di uno sviluppo economico gestito dal liberismo, che ci sta portando verso la catastrofe ambientale, ma all’interno di una economia sostenibile, con l’obiettivo di riconvertirsi con le energie rinnovabili, e che ci porti fuori della globalizzazione, con autonomia energetica ed alimentare al primo posto.
Difendere i salari e l’occupazione all’interno dell’attuale modello di sviluppo capitalista, significa rafforzare il capitalismo e legittimare la sua egemonia sulla intera società, a cui propone solo più consumi. sprechi, inquinamento.
Il primo obiettivo di qualsiasi movimento veramente antagonista del capitalismo è quello di strappare al liberismo e alla legge del profitto la guida dell’economia, che deve essere regolata dalle decisioni politiche e dal rispetto dell’ambiente e della sostenibilità.
Nessuno dei pur numerosi partiti e partitini presenti in Italia affronta i problemi con questo taglio, a parte qualche parziale esternazione di Grillo.
Dobbiamo cominciare a pensare una cosa che è già evidente, mettendo da parte ideologie e religioni, che siamo senza futuro se l’economia non viene messa al servizio degli uomini e dell’ambiente.
Io non voglio più occupazione per fare centrali nucleari, né voglio vedere riaprire le miniere di carbone del Sulcis, né ampliando la base americana di Vicenza, né sventrando la Val di Susa, voglio più occupazione rendendo tutte le abitazioni italiane autosufficienti energeticamente, ristrutturando la rete idrica, che perde per strada il 70% dell’acqua potabile, organizzando la raccolta differenziata porta a porta per far finire la politica irresponsabile degli inceneritori e delle discariche, e produrre con l’umido un bel biogas.
Si potrebbe smaterializzare tutto l’enorme uso della carta, dai sillabari ai testi universitari, ai giornali, riviste, elenchi telefonici, enciclopedie, ricorrendo semplicemente ad Internet, dove c’è già tutto lo scibile, con un portatile per tutti.
Paolo De Gregorio

Messaggi

  • Beh, certo non voglio fare il difensore di Cusani, ma un pò la voglia mi viene .....

    Tanto più se penso che, fino a poco tempo fa, i "consigliori" del Manifesto erano nientemeneo che Cgil, Cisl e Uil ... meglio Cusani che almeno non pretende certo di influenzare la linea politica del giornale ....

    Peraltro Cusani, dirigente a suo tempo - prima di entrare alla corte di Bettino - del Movimento Studentesco di Capanna e Toscano e poi passato per Avanguardia Operaia e Democrazia Proletaria ... è praticamentestato l’unico a scontare veramente la sua pena rispetto alla marea di altri, e sicuramente più importanti, imputati di Tangentopoli ... e una volta uscito dal carcere si è occupato della condizione e delle lotte dei detenuti, di controinformazione economica ( collaborando anche con la trasmissione Report) e di militanza nel movimento cosiddetto no-global.

    Ricordo di averlo visto anche a Genova nel 2001 tra i fumi dei lacrimogeni .... viva la faccia !

    I problemi del Manifesto non sono certo rappresentati dalla scelta saggia di Cusani come "consulente" ..... sono invece quelli di essere ormai un giornale "nè carne nè pesce" ..... del tutto invischiato nelle storie del "nuovo soggetto" ( ma de che ?) della sinistra di governo .....

    Per questo perde lettori comunisti, antagonisti, di movimento, del sindacalismo di base .... non diamo a Cusani colpe che sicuramente non ha .......

    K.

  • mah...con tutti i suoi difetti resta l’unico quotidiano leggibile ... molto meglio di liberazione e dell’unità...
    ci trovo sempre qualcosa di interessante e un paio di giornalisti assolutamente da seguire. certe cose che pubblicano loro gli altri quotidiani di sinistra se le sognano!

    liberazione è completamente appiattita sulle posizioni del suo leader maximo, che in fatto di tarpare le ali a quotidiani, partiti e movimenti è un vero esperto...

    su l’unità gli unici leggibili sono l’anarcoide oliviero beha e il destro marco travaglio...per il resto (quasi solo) pinocchi di partito (tranne le pagine culturali che ogni tanto rammemorano qualcosa del loro antico splendore)

    la repubblica è al 50% pubblicità...salvo solo il critico letterario loredana lipperini, gianni mura allo sport e piero colaprico alla cronaca....su scalfari, giannini, pansa stendiamo un velo pietoso...servi sciocchi di debendetti e del "capitalismo buono"...

    P.S. per quanto riguarda il giudizio su cusani concordo con quanto scritto nel commento precendente...è uno dei pochi ad aver pagato e forse è l’unico ad essersi redento!
    non a caso oggi collabora alla controinformazione di report (ma ricordo che ha scritto pure su derive approdi e carta) e ...perche no? del Manifesto!