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il partito del lavoro (il partito che non c’è..)

Publie le domenica 9 marzo 2008 par Open-Publishing
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  il partito del lavoro (il partito che non c’è) –
a cura di Paolo De Gregorio, 8 marzo 2008

E’ da parecchio tempo che insisto sul fatto che in Italia vi è uno spazio politico vacante che è quello di un “partito del lavoro”, autogestito dai protagonisti del lavoro, dai precari, dai disoccupati, che se vogliono ottenere qualcosa devono gestire in prima persona il conflitto con i padroni.
Se ne sono perfino accorti i partitini dell’Arcobaleno, che, pur riferendosi al comunismo ed alla classe operaia, non hanno dirigenti operai di alto livello, e si affrettano a candidare qualcuno per darsi una riverniciata di “lotta di classe”, ma credo che la direzione politica rimarrà ancora in mano a intellettuali, giornalisti, e politicanti a vita.
Personalmente sono da sempre sbalordito e disgustato dal fatto che la classe operaia si sia fatta storicamente rappresentare da gente che non vive la sua situazione, che ha cultura e linguaggi differenti, che non vive nei suoi quartieri e che, nella più benevola delle ipotesi, non è adatta a comprendere il peso reale che grava sui lavoratori, in termini di ritmi, pericoli, nocività, usura fisica e mentale.
A me sembra banalmente evidente che questa tutela degli intellettuali e dei politicanti vada respinta e che nasca un “partito del lavoro” costituito esclusivamente dai lavoratori e che, anzi, ci sia una rappresentanza proporzionale al peso numerico delle categorie, senza dimenticarne nessuna (in questa fase la eterogenea e datata “sinistra arcobaleno” si pone come un ostacolo alla nascita del ”partito del lavoro”).
Questa è una “semplificazione” essenziale, anche per non assistere più alla svendita, mascherata da “modernità”, che gli intellettuali dirigenti della “sinistra” hanno operato CONTRO la classe operaia, facendola finire come è ora: emarginata, senza identità, precarizzata, ricattata dalla immigrazione, con l’aumento di infortuni e morti sul lavoro.
Un’altra “semplificazione” auspicabile sarebbe quella di abolire la “CASTA” dei politicanti a vita, introducendo la regola (semplice, semplice) che nessuno, dico nessuno, può restare in Parlamento per più di due legislature e che questa regola riguardi anche le cariche dirigenti all’interno dei partiti.
Paolo De Gregorio

Messaggi

  • Nessuno di costoro ha la minima serietà! Nessuno fa proposte per salvare la democrazia! E se la democrazia è perduta, a maggior ragione saranno eprduti i diritti del lavoro. Il maggioritario non ha fatto che danni.
    Torniamo ad un proporzionale corretto con un’alta soglia di sbarramento!
    Imponiamo liste solo nazionali!
    Vietiamo liste che non abbiano un programma completo di governo nazionale!
    Aboliamo con referendum l’orrenda riforma elettorale fatta da Calderoli, specie la parte che ci toglie le preferenze, annientando la sovranità popolare!
    Aboliamo i finanziamenti pubblici a partiti e giornali!
    Aboliamo il quorum nei referendum!
    Firmiamo per solo due legislature!
    Esigiamo la norma della Comunità Europea che vieta le doppie cariche e allineiamo i compensi ai livelli europei!
    Chiediamo l’allargamento del pensionamento obbligatorio per tutti, specie chi riveste alti incarichi! Mandiamoli a casa almeno per limiti di età!
    Chiediamo processi con due soli gradi di giudizio e che si possa adire al secondo solo per l’insorgenza di fatti gravissimi, assolutamente di merito, non rinvenuti prima e di tale entità da capovolgere la sentenza.
    Opponiamoci in tutti i modi al tentativo perverso di Berlusconi e di Veltroni di trasformare la nostra repubblica parlamentare in una repubblica presidenziale dove il premier sarebbe un nuovo Peron senza il contrappeso di Magistratura o Parlamento o stampa, firmando la fine della democrazia in Italia!

    viviana