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il ruggito delle ottantenni

Publie le sabato 29 agosto 2009 par Open-Publishing
3 commenti

 il ruggito delle ottantenni -
di Paolo De Gregorio, 28 agosto 2009

Nell’ultimo “Espresso” ben 4 pagine sono dedicate ad enfatizzare la longeva vitalità di intellettuali famose fra cui alcune di “sinistra”, come Luciana Castellina, Margherita Hack, Franca Rame.
Le ultraottantenni vengono intervistate e manifestano forti entusiasmi, grandi impegni, progetti, voglia di lottare.
Dagli oscuri meandri della psicologia femminile non emerge nulla di ciò che sarebbe logico fare a quella età, ossia un bilancio della vita e capire quanto il proprio impegno abbia influito sulla società e se questa influenza vi sia stata.
Non vorrei disturbare la serena ed operosa vita di queste signore, peraltro tutte con sontuose pensioni e larghezza di mezzi, ma nessuna di queste osserva ciò che è terribilmente evidente, cioè che il mondo è andato nella direzione diametralmente opposta, e che le proprie idee, le attività giornalistiche, politiche o teatrali svolte tutta la vita, non sono servite a nulla.

Solo Giorgio Bocca ed Erri De Luca, più o meno della stessa età, dichiarano rispettivamente che la propria attività giornalistica non è servita a niente, e che i libri non cambiano la realtà.
Finalmente tornano con i piedi per terra persone che si illudevano di orientare l’opinione pubblica, almeno quella di sinistra, e parlavano delle magnifiche sorti della democrazia progressiva, salvo poi accorgersi che, una volta disgregato l’unico partito che nella storia d’Italia aveva tenuto insieme le masse lavoratrici, era finita ogni speranza di cambiamento, e quelle stesse masse, tradite e disilluse, sono finite progressivamente sotto l’egemonia culturale di chi possiede i mezzi di informazione, abbandonate nelle loro periferie, con solo la Chiesa e la Lega presenti sul territorio.
Tutti gli intellettuali dovrebbero rendersi conto che non contano nulla, perché non hanno influenza sulle classi subalterne che non leggono libri né giornali, e non hanno alcun peso sulle decisioni economiche che vengono prese dalle banche e dagli imprenditori, e in politica la “sinistra” non esiste ed è dominata da una Casta di professionisti a vita, che pensano solo a sopravvivere, dove gli intellettuali sono messi come soprammobili.

Gli stati capitalisti vivono di rendita in quanto le classi dominanti e tutti coloro ad esse collegati, mafie comprese, hanno interesse a lasciare le cose come sono,la Chiesa è un loro potente e ben pagato alleato che mantiene nella rassegnazione e nella passività i poveri, e quindi è evidente che solo le classi subalterne avrebbero interesse materiale a cambiare le cose, teoricamente ne avrebbero anche la forza, ma non sono mai riuscite ad avere una loro classe dirigente e si sono affidate agli “intellettuali” che le hanno biecamente tradite.
Da una parte vi è potere, soldi, tradizione, organizzazione, proprietà dei media, associazioni tipo P2, Confindustria, partiti, mafia. Dall’altra parte il nulla, non un partito antagonista, e un sindacato diviso, subalterno, spesso collaterale alle esigenze padronali.
Chiunque emerge nella nostra società e quindi ha voce e viene ascoltato, che sia un attore, un cantante, un regista, uno scrittore, un politico, soprattutto se di “sinistra”, viene intelligentemente riempito di soldi e piano piano, inesorabilmente, i privilegi e le libertà che vengono dal denaro fanno breccia, e tutti, dico tutti, da incendiari, per miracolo, diventano pompieri, ragionevoli, hanno persino crisi mistiche.

Perché assistiamo allo spettacolo del nostro Parlamento dove c’è gente che vi bivacca allegramente da 40 anni?
Perché si sta benissimo, si è strapagati e il futuro pensionistico è sontuoso, e nessuno approverà mai la norma che dopo due legislature non si è rieleggibili, e che la pensione si riceve solo dall’Inps e il Parlamento paga solo i contributi della categoria di appartenenza per la sola durata del mandato parlamentare. Se facevi l’operaio avrai la pensione da operaio, se facevi il medico o il giornalista avrai la pensione della tua categoria.
Come è che nessun coltissimo e modernissimo intellettuale chiede queste semplici cose? Nemmeno le nostre arzille 80enni, una delle quali, la Castellina, gode proprio di una magnifica pensione parlamentare?
Nella nostra società le classi dominanti partono a cavallo e i salariati, i disoccupati, i precari, i pensionati vanno a piedi e arriveranno sempre secondi, se non si mettono in testa di organizzarsi e rappresentarsi da soli.
Paolo De Gregorio

Messaggi

  • Bravo Paolo hai fatto una disamina perfetta la classe subalterna deve rendersi conto che deve contare solo autorganizzandosi e autogestirsi sempre dal basso e dalla base altrimenti sarà suolato completamente!!!

    • se si parte dall’idea che lottare non è servito a nulla... allora non ci siamo. Per prima cosa lottare ha dato (e continua a darlo) DIGNITA’. Se il bilancio viene fatto con l’idea che ci si approssima alla propria scomparsa allora la lotta di un partigiano morto il giorno prima di veder penzolare il capoccione non è servita a nulla. Non è che la lotta è tutto ed il fine nulla, ci mancherebbe! Ma la LOTTA E’ PARTE DEL FINE! E’ pratica dell’obiettivo, per certi versi. Basta calimeri!

  • giorgio bocca (1920) ed erri de luca (1950) non hanno propriamente la stessa età...