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il teatrino della politica USA

Publie le giovedì 2 agosto 2007 par Open-Publishing

  il teatrino della politica USA -
a cura di Paolo De Gregorio – 2 agosto 2007

a destra s’ode uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo!
Hilary Clinton e Obama, tra loro concorrenti per la candidatura democratica alle presidenziali, si esibiscono, per la gioia del loro elettorato, in una rincorsa a chi le spara più grosse, dimostrando, oltre ogni ragionevole dubbio, che nella politica estera gli americani sono tutti uguali, democratici e repubblicani, e la politica estera e i “vitali interessi” degli Usa nel mondo rappresentano il cuore della politica americana.
Le puntate della commedia sono queste:
comincia Barack Obama con l’accusare la Clinton di aver approvato la guerra all’Irak (cosa vera), cercando così di scipparle l’elettorato nero e pacifista.
Replica della Clinton che sostiene l’ingenuità e l’inesperienza del suo rivale che non capisce la complessità del ruolo degli Usa nel mondo.
Dopo tale affermazione, i sondaggi danno la Hilary in forte risalita sull’avversario.
Obama, dimostrando assoluta fermezza e coerenza, ribatte che se da presidente dovesse sapere che in Pakistan si rifugiano terroristi islamici bombarderebbe questi siti anche senza l’approvazione del governo pakistano.
Di questo miserevole spettacolo e del fatto che destra e sinistra sono omologate nella sostanza della politica estera, ci dovremmo ricordare quando sentiamo enfatizzare la grande democrazia americana e la nostra fedeltà nell’Alleanza Atlantica.
Nella cruda realtà, che la “libera stampa” cerca quotidianamente e ipocritamente di nascondere, gli Usa sono la potenza più aggressiva del pianeta, hanno 900 basi militari operative in tutto il mondo, flotte imponenti che in poche ore raggiungono qualsiasi zona della terra, sono la nazione che spende di più per gli armamenti, sono tra i più grandi venditori di armi, non credono nella democrazia ma solo nell’uso della forza, si muovono solo per interessi economici, e il Pentagono e il complesso militare industriale, con le multinazionali, determinano i risultati elettorali e chiunque voglia mettere in discussione questa strategia è un uomo morto.
Obama, replicando alla Clinton, oltre forse ad una risalita nei sondaggi, si è fatto una bella assicurazione sulla vita e lascia senza alcuna speranza quel 70% di cittadini americani che sono contro l’aggressione all’Irak, e che probabilmente non andranno a votare perché in America votare è tempo perso, visto che la sua politica non cambia da 50 anni.
Paolo De Gregorio