Home > in RAI sono tutti raccomandati! (Silvio Berlusconi)

in RAI sono tutti raccomandati! (Silvio Berlusconi)

Publie le venerdì 21 dicembre 2007 par Open-Publishing

  in RAI sono tutti raccomandati! (Silvio Berlusconi) -
a cura di Paolo De Gregorio – 21 dicembre 2007

L’infamante accusa arriva proprio dall’autore di quella splendida conversazione con Saccà in cui il cavaliere esercita la italica tradizione della raccomandazione di una giovane attricetta, dietro cui però si intravede una trama di corruzione volta a reclutare un politico appartenente all’attuale maggioranza,svelandoci il linguaggio e la bassezza di personaggi che straparlano di libertà e democrazia, ma che agiscono da cospiratori e malavitosi.
Gianfranco Fini sentenzia “in questa vicenda si è superato il limite della decenza”, ma, francamente, è impossibile capire se si riferisce alla indecenza della conversazione incriminata, o al fatto che questa intercettazioni siano state rese di pubblico dominio.
Non entro nel merito della telefonata e del suo contenuto perché credo che questo sia un modo ordinario di procedere della CASTA politica e nessuna disamina morale tocca queste persone, ma vorrei far capire che i potenti riescono quasi sempre a trasformare una sconfitta in riscossa e da quello che posso capire gli obiettivi sono due: uno è quello di attaccare sulle intercettazioni perché vengano rese molto difficili e non pubblicabili, cosa che unisce destra e sinistra.
L’altra possibile reazione sarà verso la RAI, che, opportunamente denigrata dai potenti mezzi a disposizione della CASTA, può essere spinta verso una privatizzazione che cancelli quelle pochissime espressioni di pubblico servizio, additando anche la rissosità e la paralisi dei suoi organi direttivi.
Sta di fatto che la RAI non è un servizio pubblico, è una torta ferocemente divisa tra i partiti politici, che ne hanno fatto il loro palcoscenico ed hanno sterilizzato tutte le voci fuori dal coro.
Ho scritto spesso a Grillo su questo argomento, ma non mi ha mai dato risposta.
In sintesi il mio pensiero è questo: la RAI è stata fondata con denaro pubblico, ossia con i soldi dei cittadini, ed è di fatto di loro proprietà. Viene mantenuta dal canone che dimostra come i cittadini provvedono anche al suo mantenimento, ma non fa servizio pubblico, e si è messa impropriamente a competere e imitare la TV commerciale.
La battaglia giusta da fare è quella di restituire ai cittadini una loro proprietà, togliendola ai partiti, dandogli il diritto di eleggere, canone pagato alla mano, un direttore generale di loro gradimento,con tutti i poteri,ogni 5 anni in concomitanza anche amministrativa con le elezioni politiche.
Sarebbe un concreto momento di partecipazione democratica,di potere di controllo dei cittadini sui soldi che sborsano, e anche qui sarebbe utile usare lo strumento anti-CASTA che impedisce di essere rieletti dopo due legislature.
Per uno come Grillo, oscurato dalla RAI perché reo di dire cose serie, questa iniziativa dovrebbe essere la madre di tutte le battaglie che ci sono da fare nel nostro antidemocratico paese, e lo sciopero del canone fino ad un nuovo corso è una arma concreta formidabile in un contesto in cui i cittadini sono la parte lesa, perché la politica di è appropriata di quello che statutariamente deve essere un pubblico servizio i cui soli azionisti sono i cittadini.
Paolo De Gregorio