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l’Italia non è quella di Beppe Grillo, è anche peggio

Publie le lunedì 17 dicembre 2007 par Open-Publishing

di Claudio Testa

Napolitano corre negli Stati Uniti e al cospetto di Bush si preoccupa di rassicurarlo sulle sorti della base Nato di Vicenza, si farà, mi pare logico, si deve fare, è un impegno di civiltà, di coerenza, di proseguimento della politica estera italiana, da De Gasperi a Berlusconi passando per D’Alema, l’Italia è asservita e sempre pronta ad infangare l’Art. 11 della Costituzione, nel frattempo Napolitano trova il tempo di ribadire al mondo intero che l’Italia non è il paese raccontato da Beppe Grillo, ha ragione, davvero ha ragione da vendere il nostro Presidente, l’Italia è ancora peggio di come lo dipinge Beppe Grillo.

Spendono miliardi di euro per costruire la TAV massacrando l’intero territorio italiano senza alcun valido motivo, solo in nome di una fantomatica "modernizzazione delle ferrovie" per fare cosa? "per spostare una mozzarella a trecento allora" tanto per citare Grillo. Intanto le Ferrovie Italiane, carissime quanto inefficienti non sono in grado di far funzionare il top dei propri treni veloci. Un ’Eurostar fermo in mezzo alla campagna per colpa del gelo.

Avete mai viaggiato in un Eurostar? un treno con la puzza sotto il naso, si anche per via dei bagni sporchi, un treno costosissimo che se non hai la prenotazione i controllori ti fanno sedere per terra tra i portelli d’uscita e i cessi. Nonostante il biglietto costi un esagerazione.

L’Italia non è il paese raccontato da Beppegrillo, è peggio ancora, manager distruttori di pubblici servizi che vengono spostati da una poltrona all’altra con buonuscite milionarie e operai precari che muoiono sul lavoro con stipendi da fame.

C’era uno slogan elettorale che a me piaceva "vuoi vedere che l’Italia cambia davvero?" macchè a cambiare è stata la sinistra, in peggio.

Fortuna che di la del mare tra le Ande e l’Amazzonia c’è un paese dove qualcuno ha il coraggio di "abolire lo stato delle cose presente" servirebbe anche qui il coraggio di un politico come il presidente boliviano Evo Morales capace di accendere la fiaccola della speranza ormai spenta dal 1948, abbiamo molto da imparare da quei popoli che consideriamo "sottosviluppati"

ciao