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– l’Unità decapitata -
a cura di Paolo De Gregorio, 25 agosto 2008
I giornalisti farebbero bene a riflettere sulla triste vicenda del giornale di “sinistra” “l’Unità”, che, acquistato dal capitalista Soru, fa come quelli di destra, caccia il direttore (Padellaro) per sostituirlo con una giornalista notoriamente più moderata e vicina alle posizioni politiche di Veltroni.
Se si fa una operazione del genere, così palesemente autoritaria, è segno che il mestiere di giornalista non è un esercizio di libertà e di autonomia informativa, ma è un mestiere di impiegato in un partito, si devono aggiustare le notizie alla linea editoriale decisa dal padrone, ergo, la “libertà di stampa” è la libertà del suddetto padrone.
Non è un caso che proprio i padroni parlino sempre di libertà. Infatti, essi possono esercitare tutta la libertà che vogliono in quanto il 98% delle libertà possibili, compresa quella di informazione, sono date solo dal denaro.
Anche il soldato Travaglio, che scrive sull’Unità, credo che avrà vita difficile, e se si piegherà alle logiche che hanno fatto buttare fuori Padellaro, perderà ogni credibilità.
Sarebbe bello che uno come Travaglio, così rigoroso e incalzante nell’inchiodare i potenti, traesse spunto da questa vicenda per dire alcune semplici cose: ““l’unica “stampa libera” può derivare solo da una associazione di liberi giornalisti, che non dipendono da nessuna proprietà editoriale, che si legano tra di loro in una redazione, nominano il capo redattore, che deve essere dimissionario ogni anno, e che non può avere più di due mandati, stabilendo come giornalisti, senza nessuna ingerenza, la propria “linea editoriale” e il linguaggio più adatto a raggiungere la fetta di società a cui si vuole arrivare.””
Solo questo assomiglierebbe a un giornale libero, e su Internet sarebbe possibile farlo, basterebbe sottrarsi alla bramosia di denaro e di visibilità che l’editoria padronale offre ai suoi impiegati, sapendo benissimo quanto è facile corrompere nel profondo le persone che arrivano al privilegio, al grande benessere, alla notorietà, al ruolo riconosciuto di opinionista che sposta sentimenti, convinzioni, voti elettorali.
Ci domandiamo perché non si realizzi un grande quotidiano “on-line” che faccia da esempio e sia scuola di giornalismo per tutti, coinvolgendo i tanti valenti giornalisti che già oggi sono attivi, gratuitamente, su Internet, a cui chiedere contributi sulle realtà regionali, sulle tante emergenze che oggi vi sono in tutta Italia e che rappresentano quella realtà nascosta dal nostro sistema mediatico-padronale.
Il monopolio editoriale crea la “opinione pubblica”. Va infranto con regole nuove e nuove modalità. Siamo in piena dittatura e il suo frutto è il “pensiero unico” che oggi domina, con il risultato che gli operai votano per i loro padroni, che l’emancipazione femminile sia fare la “velina” o vestire alla moda, che l’individualismo è vincente e ognuno si difende da solo tanto la vita è una guerra di tutti contro tutti, che l’energia nucleare e una energia “pulita”, che gli inceneritori sono salutari, che l’inquinamento e la sovrappopolazione sono invenzioni dei “catastrofisti”, che Berlusconi è onesto e disinteressato, che i preti non fanno politica, che la Cina non rispetta i diritti umani ma un milione di morti in Iraq sono funzionali a espandere la democrazia.
Viviamo in un mondo di bugie e di falsificazioni e tutto ciò succede perché non c’è libera stampa.
Paolo De Gregorio