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l’illusione della libertà

Publie le giovedì 15 maggio 2008 par Open-Publishing
4 commenti

  l’illusione della libertà –
a cura di Paolo De Gregorio, 11 maggio 2008

Se parlando ossessivamente “delle libertà” si arriva a fare il presidente del consiglio, vuol dire che la cosa funziona e queste libertà attirano moltissimo, ma è vero o falso che nella nostra democrazia esse sono solo apparenti, non fruibili dalla maggior parte dei cittadini?
Se escludiamo la libertà religiosa che non costa niente e può essere vissuta anche nel chiuso di una cella, tutte le altre hanno un prezzo, e chi non ha il denaro per pagare questo prezzo semplicemente non ne usufruisce, e qualche volta si tratta di vita o di morte, ad esempio se devi metterti in lista di attesa per avere indagini mediche con la prospettiva di attendere molti mesi, per molti questa attesa è una condanna a morte.
E che dire delle costosissime cure dentistiche, che non vengono offerte gratuitamente a tutti, come esigerebbe il fatto che i denti trascurati provocano gravissime malattie, soprattutto cardiache, e quindi chi ha la libertà del denaro campa meglio, con un bel sorriso e più a lungo.
E quando sostengono che il lavoro ce lo scegliamo liberamente, ciò certamente è vero per chi può essere mantenuto in famiglia per prepararsi culturalmente ed attendere un lavoro di suo gradimento, ma quanti sono coloro che devono prendere quello che capita, anche se gli fa schifo, se è un lavoro pericoloso, nocivo, alienato, precario, senza alcuna prospettiva di carriera o di miglioramento?
E i soldati, gli eroi che vanno in giro per il mondo a sostenere le guerre americane, se andate a cercare, sono tutti firmaioli del Sud. Della pace e della guerra non gliene frega niente, tanto meno della patria, sono solo dei mercenari che tentano di sopravvivere con l’unica possibilità di lavoro che hanno trovato, altro che volontari patriottici, provate a non pagarli e spariscono tutti.
E la rappresentanza politica? Più del 50% del popolo italiano non è rappresentato in Parlamento: operai, pensionati, disoccupati, precari, casalinghe, lavoratori della terra, non figurano nel Parlamento italiano se non per lo 0,53% (operai), 1,58% (pensionati), 0,74% (agricoltori), 27 rappresentanti su 952. Quale libertà di contare è concessa a queste categorie? E oggi non abbiamo nemmeno quella di esprimere le preferenze.
E le informazioni e le immagini che circolano, chi ha la “libertà” o meglio il potere di farle circolare?
Semplicemente i pochi che posseggono i mezzi di informazione, tutti privati o dei partiti (vedi la RAI). Chiunque è fuori da questo giro non ha voce, la ”libertà di informazione” riguarda solo i proprietari di questi mezzi che sono così potenti da conseguire il potere politico e creare il “pensiero unico”.
L’imbroglio di aver chiamato un partito “popolo della libertà” risiede nel fatto che il popolo, o meglio le classi subalterne, non dispongono di alcuna libertà, associare il nome del popolo con la libertà è un crudele cinismo.
Solo ricchi, benestanti, professionisti, industriali, commercianti, editori, manager hanno tutte le libertà che vogliono, perché tutto si compra. Anche lo sport si sono comprati, e hanno portato mercato, droga, violenza, affari, il popolo fa solo lo spettatore pagante.
Questa metà abbondante del popolo italiano non ha nemmeno un partito decente a cui iscriversi, è stata tradita e imbrogliata da tutti, ha alle costole una forza potente, organizzata e pagata dallo Stato, la Chiesa cattolica, che spinge verso la rassegnazione, il perdono, la prospettiva di una meravigliosa vita eterna.
Quelli delle “libertà”, gli altri, sono associati, potenti, hanno tutto in mano, la Confindustria, la massoneria, i “media”,se la godono e guardano tutto dall’alto.
Magari dà un po’ fastidio che i poveracci li votino pure.
Paolo De Gregorio

Messaggi

  • Capisco lo spirito del pezzo MA non facciamoci prendere dalla demagogia: non è che per "rappresentare" un pensionato ci debba per forza essere un pensionato... tanto per dire. Se penso all’operaio walesa a rappresentare gli operai polacchi... mi viene freddo. Il problema, piuttosto, a mio modesto parere, è quello del RIFIUTO della delega e della democrazia diretta. E’ sul rendere i soggetti artefici del loro destino e non deleganti che si gioca la partita. Ed io non son molto ottimista... visto la rincorsa alla delega perché, almeno, "toglie qualche lavoro ingrato" tipo LA PARTECIPAZIONE e l’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’. zb

  • Erich Fromm nella sua "Fuga dalla libertà" ipotizzava anche che negli individui vi fosse una sorta di "voluptas" ad essere dominati e a rinunciare alla libertà in cambio di
    una protezione materiale e spirituale da parte di un leader carismatico.

    Indubbiamente questo atteggiamento esiste ed è sfruttato abilmente dai dittatori per imporre il proprio dominio e ricevere consenso da parte di larghi strati della società.

    Oggi però i meccanismi di manipolazione delle coscienze sono anche più subdoli in quanto si avvalgono di tecniche psicologiche raffinate e strumenti mediatici evoluti e sofisticati, portando la gente alla pressochè inconsapevole accettazione di modelli culturali e modi di pensare preconfezionati e finalizzati alla conservazione ed al mantenimento dello status quo.

    MaxVinella

    • Se potete e vi regge lo stomaco, guardate su Sky il magnifico e terribile film di Milos Forman "Il grande Inquisitore".
      Così per rinfrescarvi la memoria su quello che la chiesa ha fatto e su quello che si accinge a fare, alleandosi per l’ennesima volta, con poteri di dx, che saranno via via sempre più incontrollabili.
      E ricordate che il suo odio agli ebrei, ai fedeli di altre religioni, alle donne, agli omosessuali, agli uomini di alta razionalità non è mai cessato.
      L’odio al diverso è sempre stato la molla forte dei peggiori sistemi totalitari, di dx come di sx, che hanno saputo agitare la parte viscerale e bestiale dell’uomo.
      Il film riprende un episodio della vita di Goya in un tempo che produceva la rivoluzione inglese, quella francese e quella americana, con i prodromi delle nuove democrazie, la fine del 1700 e l’inizio del 1800, in cui la chiesa spagnola pensò bene di riprendere la barbarie che l’aveva contraddistinta nei secoli bui dell’inquisizione per ripristinare l’ordine con maggiore severità. L’ordine significò violenze incontrollate, campagne d’odio, abusi orribili del potere, torture...
      Il nostro errore è che pecchiamo di immaginazione. Pensiamo erroneamente che certe cose non ritornino mai più, ma il seme del male è sempre vivo e cova nell’ombra, e quando trova qualcuno che senza opposizione lo fa crescere, il suo sviluppo è rapido e spaventoso.
      Crediamo che l’evoluzione in avanti sia una legge di natura, ignorando le violente ricadute all’indietro della storia umana, ci sentiamo tutti bravi cittadini e sventoliamo bandiere che celano egoismi. Fingiamo di non vedere e di non capire il male quando ricomincia ad avanzare dentro di noi e lo minimizziamo in nome di santi diritti.
      Ma il male si beffa della nostra cecità forzata e se non è frenato quando è piccolo, poi ingigantisce e ci travolge. COL MALE NON SI VA S PRANZO e non si fanno inciuci, o ciò vuol dire che la nostra vista è offuscata e il male si è preso anche il nostro discernimento,.

      viviana

  • " Col Male non si va a pranzo.."Dobbiamo stare lontani dal Male anche se esso è rappresentato da undividui che fanno parte della nostra vita.Solo così possiamo cominciare a disintossicarci dalle nuvole di bugie e dal falso mondo che ogni giorno ci mettono davanti..Però penso che questo non sia l’unico modo per uscire da questa situazione, dobbiamo cominciare ad opporci al sistema che ci ingabbia..Cominciamo a dire a questi individui che anche ognuno di noi, democraticamente, vuole contare qualcosa in questa società..Facciamo capire a queste persone che non siamo del tutto scomparsi, e che il Male che sembra averci dominato, in realtà può essere ribaltato..Non continuiamo a lasciare la nostra vita in mano ad altri..
    IO CI SONO..

    Simone C