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– la Lario disperata –
a cura di Paolo De Gregorio – 2 febbraio 2007
Premesso che un tipo come Berlusconi mi dava il voltastomaco già da quando faceva i primi soldi con il vecchissimo metodo dell’intreccio tra politica e affari, fino al capolavoro di ottenere dal governo Craxi il monopolio delle TV private, e non era un mistero per nessuno che il personaggio fosse scaltro, spregiudicato, donnaiolo, avido, bugiardo, plurinquisito, qualità sicuramente conosciute e apprezzate dalla signora Lario, che convolò a giuste nozze aiutata forse dal forte odore di soldi emanato dal baldo Cavaliere.
Anche il ruolo parve ben definito e accettato: tu fai la madre e la moglie tradizionale in una gabbia dorata e accogli il tuo guerriero nelle pause delle sue battaglie,e se c’è da chiudere un occhio su qualche scappatella non è un problema.
Dopo 27 anni di questo “menage” è proprio strano che la Veronica pianti un casino mediatico con richiesta di pubbliche scuse, accusando il Cavaliere di essere semplicemente se stesso, come sempre si era comportato in tutti questi anni, con la sua scarsissima presenza in famiglia, con le sue avventurette, con quel suo desiderio di essere amato da tutti, con la sua megalomania e il suo narcisismo.
La valenza “femminista” che alcuni vogliono leggere in questo atteggiamento della Lario che pretende le scuse per essere stata tradita e trascurata, è proprio fuori luogo, in quanto ella era consenziente e beneficiaria di un enorme benessere materiale.
Se una donna si fa affascinare da un esibizionista e accetta di essere mantenuta da questo, in un ruolo secondario per molti lustri, non è credibile un preteso risarcimento morale.
Ma il sospetto che questa spettacolarizzazione di un fatto privato punti a ben altro, ossia ad avere l’attenzione dei media sugli interessi patrimoniali dei suoi figli e su quelli di un suo eventuale divorzio che farebbe della signora Lario la donna più ricca d’Italia.
Le scuse frettolose e un po’ patetiche fatte arrivare pubblicamente dal Cavaliere, sembrano indicare un certo timore di essere ridimensionato nel suo patrimonio, e la sensazione di aver perso il controllo anche del governo di casa sua. La verità la sapremo presto, e comunque vada, credo sia un segno di decadenza dell’anziano leader, anche se tenta di mettere insieme i cocci di un rapporto finito.
Paolo De Gregorio