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la decrescita impossibile (6)

Publie le giovedì 11 ottobre 2007 par Open-Publishing
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  la decrescita impossibile (6)
a cura di Paolo De Gregorio – 11 ottobre 2007

L’economia si è internazionalizzata, globalizzata, settori strategici sono in mano a multinazionali che non rispondono ad alcun potere politico, si muovono sul terreno illegale della corruzione, in un sistema finanziario oscuro e senza possibilità di controllo, hanno costituito al loro interno servizi segreti che si occupano di fare terra bruciata intorno a qualunque ipotetico oppositore interno o esterno con il denaro o qualche “incidente” ben confezionato.
Rappresentano il potere assoluto della dittatura capitalista e si muovono esclusivamente nella ferrea logica dei loro profitti, senza nessun disegno strategico che non sia la maggiore espansione nel proprio settore.
Vi sono multinazionali che hanno bilanci superiori a quelli di interi stati nazionali, nei loro consigli di amministrazione siedono spesso ex politici, ex militari, ex banchieri che concorrono a prendere decisioni tipiche di un super-Stato che però si muove molto più rapidamente e spregiudicatamente per quanto riguarda la legalità.
Negli USA, capofila mondiale delle multinazionali, non vi è una sola decisione della politica ufficiale che preventivamente non sia stata concordata con questi gruppi, che peraltro hanno precedentemente provveduto a finanziare pesantemente (che in America significa far eleggere) candidati di loro fiducia, nelle gioiose, LIBERE elezioni a stelle e strisce.
Il potere di questo sistema è immenso. Tutte le multinazionali mondiali si muovono in questa logica, anche se dobbiamo tener conto che quando parliamo di quelle USA del petrolio e delle armi, parliamo di scelte pesanti e ciniche che prevedono guerre, aggressioni, milioni di morti, distruzione dell’ambiente, che però il sistema mediatico, sempre di proprietà della suddetta compagnia, spaccia per diffusione della democrazia e della libertà.
Di fronte a questa consolidata “cupola” ogni potere si annulla, anche quello giudiziario, basta ricordare come la Union Carbide, responsabile delle migliaia di morti a Bophal in India, evitò qualsiasi risarcimento grazie proprio alla provvidenziale mancanza di leggi internazionali in materia.
Ricordo anche la gravissima e sottaciuta strage degli Ogoni in Nigeria pilotata dalla Shell, finita con la grottesca promessa di costruire scuole e ospedali, peraltro mai mantenuta dai criminali in doppiopetto e bombetta.
Ma l’aspetto principale del fenomeno, “o sistema” come dicono a Napoli per la camorra, è che le scelte strategiche che riguardano l’energia, la pace o la guerra, le tecniche agricole mondiali, gli spostamenti di capitali, la fissazione del prezzo del petrolio, molte Borse, sono in mano privata e le “democrazie” sono involucri vuoti che non decidono nulla, se non seguendo strade già tracciate da questi “poteri forti”.
Nulla può essere deciso, con la “massa critica” di pesare globalmente sul futuro del nostro ecosistema se questo superpotere multinazionale non viene ridimensionato dalla consapevolezza della necessità assoluta di guidare l’economia verso la sostenibilità.
C’è urgenza di una “NUOVA POLITICA”, non di antipolitica, con persone che non ragionano più in termini di ordinaria amministrazione, come Prodi per intenderci, che non pensano più ad uno sviluppo infinito, come industriali e preti, che pensano tenendo principalmente conto degli studi e delle valutazioni degli scienziati che ci dicono che dobbiamo DECRESCERE DI NUMERO E DI CONSUMI e che bisogna sottrarre l’economia alla legge ottusa del profitto che sta portando il mondo alla rovina. Persino il Papa, anche se tardivamente e con la ferma intenzione che restino solo parole, ha parlato contro il profitto, sostenendo che è una iattura, ma poi, con pretesca fermezza e coerenza, continua ad opporsi ad una qualunque politica di contenimento demografico.
Gli attuali politicanti che continuano a parlare di aumento del Pil e della produzione, gli stessi che hanno sottoscritto il Trattato di Kyoto e hanno aumentato le emissioni di gas serra (qui in Italia) del 12%, dopo essersi impegnati a diminuirle del 6%, quelli che ci parlano di “culle vuote”, appaiono improvvisamente invecchiati e fuori posto, inadeguati persino a comprendere la realtà, chiusi nel loro fortino a difendere ruolo e privilegi, ma deboli, debolissimi di fronte a problemi che richiedono ricambio di uomini e mentalità.
Sono loro l’antipolitica, nel senso che pur avendo il potere per prendere tutte le decisioni, lasciano comandare la Confindustria, hanno fatto della RAI l’ufficio di collocamento dei propri parenti calpestando il servizio pubblico. Il resto dei media è in mani saldamente private e solo nei blog e nei forum su Internet circolano notizie vere e serie.
E’ ora di cacciare questa casta di zombi e di pensare seriamente al nostro incertissimo futuro.
Paolo De Gregorio

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