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– la sinistra sparita –
a cura di Paolo De Gregorio – 21 aprile 2007
L’assenza di Casini all’assise di scioglimento dei DS comunica a tutti che il “centro politico” è ormai occupato e che il disegno centrista neo-democristiano è fallito.
L’entusiastico applauso di Berlusconi al nuovo partito “democratico” (manca solo l’aggiunta cristiano), significa per Casini una umiliante marcia indietro verso la destra che lo accoglierà come il figliol prodigo, ma ridimensionato e con la coda tra le gambe.
Dal 1977 a oggi sono 30 anni che democristiani e comunisti parlano di “compromesso storico”, oggi si realizza sul cedimento identitario della sinistra, per approdare definitivamente nel campo liberista e confindustriale, vero centro moderato moderno, che conta di attrarre moderati delusi da Berlusconi,e forse Casini e Mastella
frustrati dal fatto di non poter riproporre la DC quale eterno ago della bilancia da spostare a sinistra o a destra secondo la convenienza.
Visto la fine che ha fatto una sinistra di compromesso e senza identità, alle persone di buon senso verrebbe in mente che vi è spazio solo per una “sinistra antagonista”, capace di mettere al primo posto la difesa dell’ambiente, la PACE, la cacciata delle basi americane e della Nato, una forte spinta europeista, la difesa dei disoccupati, dei precari, per la riconversione dell’economia in economia sostenibile e ecocompatibile.
Ebbene scordatevelo! La somma di Mussi, più PDCI, più Verdi, più Rifondazione, pur avendo un peso elettorale quasi del 15%,rappresenta un gruppo dirigente vecchio, ambiguo, che in questi ultimi dieci anni ha svolto il ruolo di tenere dentro il gioco elettorale gli elementi che venivano dai movimenti, per poi emarginarli dopo aver ottenuto i voti. Sono coloro che tengono volontariamente in sella il governo Prodi, pur avendo preso solo schiaffi sull’Afghanistan, sull’ampliamento della base Usa di Vicenza, sulla TAV, sui DICO.
Di questi gruppi politici bisogna diffidare e soprattutto non vanno più votati, perché sostengono un governo confindustriale che non ha nulla di diverso dal governo Berlusconi e viene intanto perfezionato il disegno di annullare la sinistra nel partito “democratico”.
Quello che serve è impostare un nuovo modo di far politica, che cominci dal fatto che non si può essere eletti oltre due legislature, per far finire questo miserevole spettacolo dei politicanti a vita che da incendiari diventano pompieri, da atei a mistici, che venderebbero la madre pur di rimanere nel paradiso economico e nella sfera del potere.
Quello che serve è passare dalla politica delle parole, degli accordi sottobanco, delle ideologie, del teatrino mediatico, alla partecipazione dei cittadini, all’impegno militante per ottenere con la lotta risultati tangibili, legati a problemi veri, diretti, vicini alle masse.
Da questo metodo e dalle possibili vittorie può nascere una nuova classe dirigente, che dovrà andare in Parlamento con regole nuove, con nuovi metodi di consenso, solo portavoce pro-tempore di un programma concordato e votato.
Finora abbiamo votato una sinistra che non è stata nemmeno capace di organizzare i disoccupati e i precari per ottenere rispettivamente un adeguato assegno di disoccupazione e la fine del ricatto del precariato, nonostante metta la parola “comunismo” nelle proprie insegne.
Ci imbrogliano, la loro politica ci porta al nulla, le cose vere si ottengono solo strappandole con la partecipazione e la lotta.
Paolo De Gregorio
Messaggi
1. la sinistra sparita, 23 aprile 2007, 00:37
pienamente d’accordo, su tutta la linea
NO al minestrone rosso di burocrati falliti
SI ad una nuova sinistra che nasca dai movimenti reali.