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le libertò di Silvio

Publie le sabato 22 novembre 2008 par Open-Publishing

  le libertà di Silvio -
a cura di Paolo De Gregorio, 22 novembre 2008

Tuona il Cavaliere in occasione dello scioglimento di Forza Italia per confluire nel PDL: “Forza Italia è e sarà il baluardo della libertà, per noi non cambia nulla”.
Già, questa famosa libertà, tirata fuori ad ogni piè sospinto, come valore universale, mentre è nella realtà una pratica molto relativa, riservata a chi ha il potere di prendere decisioni o a chi h molto denaro con cui oggi si compra tutto, dalla salute alla bellezza, all’evitare la galera.
Quali libertà hanno i salariati, i precari, i disoccupati, i pensionati al minimo, senza nemmeno più un partito che li rappresenti? Ce lo dica il Cavaliere, lo specifichi, dall’alto dei suoi miliardi e del suo potere mediatico che fabbrica il consenso.
Se Silvio parlasse delle sue libertà e di quelle della classe capitalista, sarebbe una persona onesta. E’ invece una truffa.
La libertà in Italia è finita quando CRAXI ha consegnato a Berlusconi e alla P2 il monopolio televisivo, in nome del SOCIALISMO.

Provvedimenti di “libertà” deliberati dai vari governi berlusconiani:
 depenalizzazione del falso in bilancio
 condoni fiscali ed edilizi
 legge Gasparri sulle Tv
 decreti salva rete4
 apertura ai derivati (la finanziaria 2001, governo Berlusconi, firmata da Tremonti, legge 448, art.41, ha permesso agli enti locali di indebitarsi con i derivati che sono uno strangolamento progressivo delle loro finanze)
 lodo Alfano (impunità totale per le 4 più alte cariche dello Stato)
 abolizione del voto di preferenza
 reintroduzione della norma per cui i professionisti possono essere pagati in contanti (favorendo così l’evasione fiscale)
-legge Carnevale (torna in Cassazione a 75 anni)
 legge salva Previti (riduce i termini di prescrizione, per pene fino a 5 anni, con effetto di spazzare via processi in attesa di sentenza definitiva e le vittime non possono ottenere risarcimenti)
 legge Pecorella (il pubblico ministero non può più ricorrere contro l’assoluzione in primo grado, mentre il difensore può farlo).
Questo è solo un piccolo antipasto. Per chi desidera informarsi sulle “libertà, con maggiore libertà, suggerisco il libro di Travaglio e Gomez “Le mille balle blu”, (editore BUR, biblioteca universale Rizzoli).
Paolo De Gregorio