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– le “prudenze” di Bertinotti -
a cura di Paolo De Gregorio – 3 marzo 2007
Parla Bertinotti: l’Europa si trova davanti a un bivio, deve scegliere se vuole diventare una propaggine degli Stati Uniti, oppure se intende competere con gli Usa in nome di una diversa visione dei rapporti tra Europa e Terzo Mondo.
– dico io: l’Europa è dal 1945 una propaggine degli Usa, malgrado nessuno sia in grado né minacci di invaderci, le basi americane e Nato in territorio europeo sono rimaste e vengono usate per guerre che noi europei non scegliamo di fare. Oggettivamente legano il destino degli europei alla politica imperialista, impediscono all’Europa di svolgere un ruolo autonomo che oggi è possibile grazie al peso dell’EURO e della nostra economia, che presto si trasformerebbe, e in parte è già realtà, in integrazione economica con Russia e Medio Oriente.
L’inaudita iniziativa Usa di dispiegare missili in Polonia e Repubblica Ceca, la guerra in Iraq, le minacce all’Iran, sono tutti siluri contro l’economia europea e i suoi veri interessi, che sono la PACE, il poter pagare il petrolio in Euro, il forte interscambio commerciale con il Medio Oriente, la partecipazione ai grandi progetti di oleodotti e gasdotti che dovrebbero portare gas naturale e petrolio fino in India e Cina e che hanno solo bisogno della pace per essere cantierati.
Senza guerre e minacce di intervento, senza tensioni create unilateralmente, senza basi militari, gli Usa perderebbero immediatamente ogni influenza in tutta quell’area geopolitica e per la prima volta sarebbe solo il “libero mercato”, che a parole gli Usa invocano, a decidere gli assetti politici ed economici, e ognuno sarebbe libero di vendere il proprio petrolio solo a chi gli sta bene e nella moneta che preferisce.
Le iniziative militari Usa non sono per la democrazia, né contro il “terrorismo”, ma il loro scopo principale è quello di salvaguardare il ruolo del dollaro contro l’EURO, di impedire l’influenza europea in Medio Oriente, che contiene anche l’obiettivo di non fare arrivare il petrolio arabo, con oleodotti e gasdotti, a India e Cina, per contenere la potenza economica di questi suoi grandi competitori e già poli di peso mondiale.
Bertinotti avrebbe il dovere di dire con chiarezza che finchè l’Europa non avrà una sua politica estera, non parlerà con una sola voce, e non renderà il suo territorio libero da servitù militari straniere, quindi né filo, né antiamericana, ma autenticamente autonoma e indipendente, non ci sarà PACE in Medio Oriente, non ci sarà uno Stato per i palestinesi, e l’odio antioccidentale e il terrorismo aumenteranno a dismisura.
I dirigenti politici di lungo corso, di ogni colore, con l’età perdono identità, esplorano la sfera spirituale, diventano curiali, ecumenici. Gli piace essere considerati “uomini di Stato”, spesso diventano ostacolo ad ogni cambiamento, mentre noi abbiamo urgente necessità di sentire parole chiare sull’urgenza di cambiare politica estera, sul disarmo, sulla incompatibilità della globalizzazione capitalista con la vita sulla terra.
Paolo De Gregorio