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– legge elettorale –
a cura di Paolo De Gregorio – 22 novembre 2007
L’aspetto più disgustoso del dibattito su una nuova legge elettorale è che nessuno dice la verità, tutti usano la tattica, la dissimulazione dei propri veri obiettivi, si salta da un estremo all’altro, dalla non trattativa al protagonismo, ma soprattutto emerge l’assenza della etica sociale che dovrebbe guidare tutti i gruppi verso una legge che renda la politica più vicina ai cittadini.
Il primo punto all’ordine del giorno dovrebbe essere quello di trovare le norme giuste capaci di impedire la rinascita del centro, che è un colossale imbroglio, che ha dominato per 50 anni in Italia, producendo opportunismo, irresponsabilità, ambiguità, illusione di mettere insieme capra e cavoli, che poi sono diventate le categorie culturali dominanti del popolo italiano che per troppo tempo ha dovuto barcamenarsi all’interno del fango democristiano.
L’altro punto irrinunciabile,da non lasciare alla propaganda berlusconiana,è quello di fermare questa ridicola frammentazione in tanti partitini, che nascono non per differenze sostanziali con altri partiti, ma per l’ambizione di chi vuole esercitare una visibilità personale e un potere di interdizione, in un sistema che dipende da uno squallido personaggio come Dini, che con tre senatori può far cadere il governo se non si fa come dice lui.
Ma, come dicevo, la cosa più perniciosa sarebbe un ritorno al grande Centro che una eventuale legge elettorale di tipo tedesco potrebbe favorire, prospettiva attesa con la bava alla bocca da tutti gli ex-democristiani e gli ex-socialisti, desiderosi di una rivincita sul prepotente e pigliatutto cavaliere, legge appoggiata da Confindustria che ben vedrebbe Montezemolo a capo di questa coalizione, capace di sottrarre molti voti moderati all’ormai “anziano” e troppo chiacchierato Silvio Berlusconi e al suo nuovo partito pigliatutto. Il Vaticano, che come al solito non si sbilancia, potrebbe appoggiare sia Berlusconi che il nuovo Centro, ma i preti ben sanno quanto il potere centrista sia infinitamente più duro e inamovibile, grazie proprio alla sua duttilità e ambiguità, elementi in cui i preti stanno come i pesci nell’acqua.
Le trattative sulla nuova legge elettorale sono appena cominciate ed è molto difficile capire dove andremo a parare. Forse ci sarà una attesa per arrivare al Referendum.
Comunque sia, noi andremmo più volentieri a votare se ci fossero anche le seguenti norme:
– ineleggibilità dopo due legislature
– ripristino voto di preferenza
– ineleggibilità per chi ha avuto condanne penali
– ineleggibilità dei possessori di “media”(legge sul conflitto di interesse)
– sbarramento al 5%
– obbligatorietà di candidarsi solo nel luogo di residenza
– impossibilità di passare da uno schieramento all’altro
– divieto di fare cartello tra partiti.
Sono solo norme di elementare democrazia e buon senso, sarebbero un passo avanti. La vera novità, che farebbe di colpo invecchiare tutte le forze politiche, sarebbe l’emersione di un nuovo movimento capace di mettere al primo posto l’emergenza climatica, di mettere sul tavolo la questione che tutta la economia deve funzionare con energie rinnovabili e deve essere compatibile con il rispetto dell’ambiente e dei suoi delicati equilibri, e l’autosufficienza energetica e alimentare devono essere l’asse portante contro la distruttiva globalizzazione, riformando l’agricoltura, la gestione delle acque, dei trasporti e fermando l’immigrazione.
Paolo De Gregorio
Messaggi
1. legge elettorale, 25 novembre 2007, 09:19
Nel 93 l’80% del popolo italiano disse SI’ al maggioritario. Oggi si sa che il maggioritario ha portato non a un bipolarismo ma un bipartitismo, anzi peggio: al match tra due individui isolati. Basta! Ha fallito tutti i suoi scopi.
Se ho una malattia e mi dicono meraviglie di una cura e la provo e dopo sto peggio ho il sacrosanto diritto di rifiutarla.
L’esperienza insegna.
Io ho votato convinta per il maggioritario. Mi sono sbagliata. Le cose non erano come sembrava. Ora vorrei votare per un sistema proporzionale alla tedesca con soglia dell’8%, dubitando pero’ ormai che possa esistere un sistema elettorale che migliori, da solo, lo squallore politico italiano. Vorrei il ritorno alla scelta elettorale e ridurre i poteri delle segreterie. Vorrei tornare a un proporzionale forte a base democratica con liste civiche consorziate tra loro e nuovi schieramenti che non siano quelli attuali.
Vorrei un paese dove si capisce nettamente chi sta a dx, a sx o al centro, e dove chi esce da un partito, aspetta a casa il prossimo consulto elettorale e non si vende al primo offerente o va in un equivoco gruppo misto. Ma so ormai che qualunque cosa uscira’ dall’inciucio Berlusconi-Veltroni non sara’ a favore di un aumento di pulizia e democrazia, ma sancira’ qualche nuovo stratagemma elettorale per conservare un potere ormai abusato, dove i diritti dei cittadini escono sempre a pezzi.
Oggi vorrei cose a cui non avevo pensato prima. Si cresce, si impara, si cambia. Ma la sordita’ del potere non cambia mai.
Il maggioritario ha mancato tutte le sue promesse.
Doveva ridurre i partiti e oggi sono 56.
Doveva ridurre le spese della partitocrazia e solo i rimborsi elettorali, da noi rifiutati, sono arrivati a 230 milioni di euro a fronte di spese elettorali effettive di 88 milioni di euro.
Avrebbe dovuto produrre governi piu’ stabili e abbiamo governi ricattati da partitini da prefisso telefonico, con un Senato che spesso si salva per un voto.
Doveva aumentare la democrazia e ha distrutto qualunque scelta dei cittadini, qualunque ideologia e differenza di partito o di schieramento, portando all’unico sistema in Europa dove il gioco politico e’ ridotto alla contesa da due leader, spariti i quali non resta piu’ partito alcuno, e dove non accade piu’ cio’ che e’ di norma ogni democrazia: che e’ il partito che elegge il vertice e c’e’ una classe dirigente che resta anche se un leader viene cambiato (vedi Blair), qui in Italia oggi e’ il leader che fa e disfa il partito, e lo pseudo nuovo partito che nasce, nuovo solo nel nome, non ha nemmeno piu’ la dignita di presentare un programma, di precisare una ideologia, di comunicare valori.
Il personaggio che sale alla ribalta, o che la tiene in virtu’ dei suo oscuri promoter e della sua spaventosa ricchezza, non ha doveri di sorta, e’ ormai fuori da ogni immagine politica, e’ solo il combattente di un ring virtuale, dietro il quale scorrono accordi e patti che l’elettore nemmeno conosce, e che aleggia in un illusorio presente, non piu’ vincolato a promesse e programmi temporali "apres moi le deluge", dopo di me venga il diluvio, come diceva Luivi XVI.
Mi pare giusto che, arrivati a questo annientamento della politica italiana, si debba tentare almeno un ritorno al proporzionale. Basta col bipolarismo! E basta anche con la legge porcellum di Calderoli! E con i 56 partiti che non fanno che riprodursi in partitini millesimali. La gente e’ stanca. Le riforme hanno dimostrato di non cambiare nulla se non in peggio. Se nessuna cosa scalfisce un sistema barbaro di potere, nessuna riforma che non incida sull’antidemocraticita’ del potere sara’ solo una beffa.
viviana