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– ma quale democrazia! –
a cura di Paolo De Gregorio – 30 marzo 2007
Voglio sperare che accada a molti provare repulsione irrimediabile per la doppiezza, la incomprensibilità, la mancanza di etica nell’agire politico, e personalmente non trovo nella pur vasta offerta di partiti politici una sola compagine che offra trasparenza, chiarezza, coerenza con i propri dichiarati obiettivi.
Rifiuto che possa chiamarsi “politica” il meccanismo attraverso il quale punti fermi ed indiscutibili, quali il rifiuto della guerra o il dettato Costituzionale, possano essere abbandonati con facilità e leggerezza in nome di fantomatiche ragioni di Stato, obblighi internazionali ed alleanze.
Questo agire “politico” allontana dalla partecipazione tutte le persone perbene e ci ritroviamo davanti allo sconsolante spettacolo di divorziati che predicano l’essenzialità della famiglia, cattolici che votano per le guerre, cocainomani che invocano la galera per chi si droga, oppositori dei “dico” che fruiscono del privilegio parlamentare di avere un assegno per le conviventi, estrema sinistra che tiene in piedi il governo senza ottenere nulla in cambio prendendo in giro i suoi elettori, e potrei continuare. Fanno eccezione solo due persone perbene, Rossi e Turigliatto, che il corpo malato del Parlamento e dei partiti ha immediatamente isolato come si fa con gli appestati, perché capaci di etica e coerenza.
Questo baraccone si regge in piedi con la complicità decisiva di televisioni e carta stampata, che al 90% supportano questo sistema di potere, che ormai si autoriproduce senza più nessun contatto con la società civile, proprio come i baroni nelle Università e i primari ospedalieri che piazzano i loro parenti e amici nei posti giusti creando potentati e dinastie indipendenti dalle regole democratiche.
In questa fase la cosiddetta “sinistra radicale” ha svelato quale è il suo ruolo: tenere dentro il gioco del centro sinistra i voti di no-global, pacifisti,centri sociali, antagonisti, ex-comunisti, sventolando romantiche bandiere, ma nella sostanza, non ottenendo nulla di significativo, pur contando su un 10% di tutto il Parlamento e quindi con un chiaro potere di veto.
Né la situazione migliorerà quando Mussi, scissionista dai DS con il 15% del partito, arriverà a proporre il patto di una sinistra unita, perché il gioco è lo stesso, e i dirigenti provengono dalla stessa matrice, dalla stessa cultura, e la strategia è la medesima: impedire il formarsi di una “sinistra antagonista”, proveniente dalla “società civile”, con metodi di comportamento nuovi e abbandono dei partiti-apparato che santificano e rendono inamovibili segretari e gruppi dirigenti.
Vi è un vitale bisogno di portare la politica vicino alla comprensione e alla partecipazione dei cittadini. Ce lo impone l’emergenza dei mutamenti climatici che per essere affrontati abbisognano di cultura e personale politico diverso da coloro che questi problemi hanno creato, con in testa capitalismo e consumismo, seguiti dalla religione che ha impedito qualunque provvedimento di contenimento delle nascite.
L’attuale politica in Italia è totalmente in mano a queste due forze, dettano legge Confindustria e Vaticano, e non vedo grande differenza tra il ritorno di Berlusconi e il governo Prodi, mentre i veri problemi che riguardano la vita futura restano fuori dalla discussione e dall’intervento.
Avete mai sentito questo governo parlare di economia eco-sostenibile? Di rendere obbligatori i tetti solari? Di riconvertire l’agricoltura in agricoltura biologica e puntare all’autosufficienza? Di obbligare i produttori di rifiuti tossici a riciclarli in loco e non affidarli alle eco-mafie? Di rinunciare ad un esercito offensivo e avere solo una guardia nazionale difensiva? Di bloccare l’immigrazione che rende impossibile la vita nei quartieri periferici? Di fare prevenzione contro l’aumento esponenziale dell’uso di droghe che è facilitato dall’abuso di farmaci con cui medici e famiglie imbottiscono i giovani abituandoli a dipendere dalla chimica? Di chiedere una Europa indipendente e libera da servitù militari e dalla Nato?
Questo è ciò che serve al nostro futuro e finchè queste cose non saranno messe in un programma politico e gestite da persone che ci credono, non interromperemo il conteggio alla rovescia che ci sta portando all’autodistruzione.
Paolo De Gregorio