Home > morte del socialismo
Morte del PSI
Con la cerimonia di Hammamet officiata dai notabili del PDL il craxismo si è messo fuori dalla storia del socialismo per diventare il punto di partenza della degenerazione della politica italiana e pietra fondativa del berlusconismo. Il pellegrinaggio alla tomba del leader del PSI compiuto da esponenti del governo e della maggioranza, da gente come Brunetta noto per avere definito "fannulloni" i lavoratori statali, come Sacconi, sempre pieno di odio verso la CGIL e fautore di una "complicità" dei sindacati con gli imprenditori per ridurre i diritti dei lavoratori, di Frattini che opta apertamente per il sionismo contro i palestinesi, di Cicchitto che redige liste di proscrizione per i giornalisti liberi, e di tanti altri esponenti del Regime che sta cancellando i tratti distintivi della democrazia italiana,è stato l’atto di separazione del craxismo dal socialismo italiano. Il Segretario del PSI Riccardo Nencini ha sanzionato questo atto quando approva, come ha fatto, l’ennesima legge ad personam per Berlusconi, il cosidetto "processo breve" che priverà della giustizia tantissime persone.
Gli esponenti maggiori del governo di destra responsabili con la loro maggioranza delle leggi razziali
più gravi che si siano fatte in Europa dopo quelle nazifasciste hanno voluto ribadire la loro rivendicazione della eredità craxiana con una cerimonia al Senato in cui si è avuto un abbraccio tra
due perseguitati della giustizia Berlusconi e Ottaviano Del Turco uniti in una lotta all’ultimo sangue per
ridurre la magistratura italiana ai loro piedi. Lo stesso Senato, all’indomani della celebrazione di Craxi,
si è riunito per varare una legge che serve a Berlusconi per sfuggire ai processi con la prescrizione e che, come è stato detto, provocherà effetti devastanti nella giustizia italiana.
Ma non tutte le ciambelle riescono con il buco. L’operazione di recupero ed incorporazione di Craxi nel berlusconismo è stata percepita come una operazione di Regime fatta da coloro che non si fanno processare e che si ritengono al disopra delle leggi ordinarie che regolano la vita di tutti. Il Paese molto ben vestito, gaudente e superprivilegiato che si è dato Convegno e ha tentato di fare di Craxi una vittima dei giudici, un eroe della primazia della Oligarchia, non è riuscito a convincere tutti gli italiani nonostante il controllo quasi totale dei massmedia. Non è sfuggita la consecutio temporis con la discussione al Parlamento dell’ennesima legge a vantaggio di Berlusconi e sopratutto l’eredità rivendicata è apparsa del tutto priva di valori civili e sociali che potrebbero essere o diventare punti di riferimento del Paese. La morale che viene agitata è antimorale e non può ispirare le giovani generazioni che abbisognano non di leaders decisionisti e carismatici ma di persone capaci di esprimere ideali per una vita ed una Italia migliore. Mentre i potenti si riunivano ad Hammamet ed al Senato dalle carceri italiane giungevano sinistre notizie di suicidi. Sette in meno di venti giorni! Un sistema penitenziario che abbisogna di una seria inchiesta del Parlamento viene ignorato. Il riconoscersi del PSI soltanto nel craxismo lo candida alla confluenza nel PdL, alla scomparsa nella palude della destra italiana che è anche il leghismo razzista che predomina nel Nord del Paese.
Il decennale di Craxi costituisce un momento oscuro e pericoloso della storia d’Italia il tentativo più forte e non del tutto riuscito di fare degli antivalori veri e proprie virtù politiche. Per quanto si possano subire i privilegi dei potenti che difficilmente finiscono in carcere, non è facile fare di questi privilegi "valori generali". Momento oscuro e pericoloso perchè è stato avallato da un atto grave del Presidente della Repubblica che ha scritto una lettera alla vedova dalla quale trapela il rammarico per la giustizia definita di "inusitata durezza" subita da Craxi.
Se il craxismo resta l’unica espressione del socialismo possiamo considerare estinta la sua storia in Italia. Se i socialisti sono capaci di radunarsi attorno alla memoria della loro storia e dei loro grandi leaders Pietro Nenni, Sandro Pertini, Riccardo Lombardi, Fernando Santi, se si separeranno con un colpo di machete da Hammamet, il socialismo continuerà a vivere con i suoi indistruttibili valori di libertà e giustizia.’ L’Italia ha bisogno di socialismo.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
Messaggi
1. morte del socialismo, 21 gennaio 2010, 11:00, di e = mc2
Già da quando militavo nella sinistra Socialista, obbedendo al mio DNA genetico, per tradizione di famiglia e per convincimento civile, mi ero dissociato dal Socialismo di Craxi & Co..
Ripenso con rammarico, anche per il tempo perduto, alle tante riunioni con la segreteria di Signorile presso il Ministero dei Trasporti, con Cicchitto, con il NAS in Azienda, ecc... e ... non ho altro di utile da aggiungere al momento.
Mi ritrovo orfano politico, da tempo.
1. morte del socialismo, 21 gennaio 2010, 16:42, di pietro
noi socialisti siamo davvero orfani. Il nostro Partito esisteva, Era il Partito dello Statuto dei Diritti, dell’antifascismo, della libertà nel socialismo, era il Partito di Lombardi, Pertini ma anche dei riformisti lombardi ed emiliani. ERa il partito di intellettuali come Spini (padre) Codignola.....etcc....
2. morte del socialismo, 21 gennaio 2010, 17:06
e non sarà cambiato per un "colpo di mano"... Occorre chiedersi - anche in questo caso - ed i militanti DOVE ERANO quando a tutto questo si sostituirono quei persoanggi E QUELLE IDEE che hanno portato il partito alla catstrofe?! Si trattava allora solo di vertici illuminati sostituiti da farabutti? Questo - si badi bene - vale per il Partito Socialista e per tante esperienze in gior per il mondo crollate su loro stesse miseramente. Sarebbe troppo facile relegare tutto sui "tradimenti" di alcuni o sui colpi di mano di altri. Le masse? I militanti? QUESTA E’ LA TRAGEDIA DEL NOVECENTO.
3. morte del socialismo, 22 gennaio 2010, 15:57
Infatti tutto è cominciato a.. Livorno quando si comincia a "revisionismeggiare" non si sà mai dove si và a finire anzi si sà, quando gli ideali vengono meno rimane solo l’affarismo, c’è molto piu’ da vendere e da guadagnare per chi tradisce che per chi rimane fedele.Guardate con la Bolognina.. oddio pensandoci bene non tutti ci guadagnano, ci sono i furbi ed i coglioni Craxi era furbo ,Occhetto si vedeva subito che era una nullità cogliona
Alex