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“multinazionali…con licenza di uccidere”
a cura di Paolo De Gregorio – 21 gennaio 2007
In questa Babele di bugie, disinformazione, omissioni, scomparsa dei fatti, di una cosa possiamo essere certi, che il potere supremo, quello che ha reso sterili le democrazie, quello che ha comprato il potere politico e l’ha messo al suo servizio, è il potere oscuro e immortale delle grandi multinazionali il cui unico fine, il profitto ad ogni costo, è contro l’uomo e contro l’ambiente.
Giudicate voi questo fatto: il Dipartimento di salute pubblica del Massachusetts ha fatto analizzare la quantità di nicotina contenuta nelle sigarette messe sul mercato dal 1997 al 2005 riscontrando un aumento della concentrazione di nicotina dell’11% con una media annua dell’1,6%.
E ciò al fine di rendere più dipendenti le persone dal vizio del fumo, dopo che le multinazionali avevano perduto la ventennale battaglia legale sui letali effetti del fumo e furono costrette a scrivere sui pacchetti di sigarette avvertenze di pericolo per la salute.
Solo in Italia la stima delle morti correlate al fumo ammonta ad oltre 80.000 l’anno e rappresenta una tossicodipendenza numericamente più grande e letale di quella delle droghe illegali (eroina, cocaina, ecstasy, ecc.) e, malgrado si sappia con certezza scientifica e statistica di questo dramma, vi sono uomini invisibili e intoccabili che decidono la morte di migliaia di persone rendendo il loro prodotto più tossico e più difficile da abbandonare. Naturalmente negano l’evidenza, in perfetto stile mafioso, e chissà quanti anni dureranno le battaglie legali per dimostrare la verità.
Sempre di questi giorni, vi è la denuncia di Al Gore, vice presidente americano negli anni di Clinton, che la EXXON, capofila delle multinazionali del petrolio, sta finanziando negli Usa e in Europa una campagna di disinformazione, del valore di molti milioni di dollari, per confondere le idee ai cittadini, per smentire le conclusioni degli scienziati sulla emergenza dei cambiamenti climatici provocati dall’uso dei combustibili fossili.
Anche qui, quei rappresentanti di pacchetti azionari misteriosi che passano continuamente di mano, tra cui magari ci sono i fondi pensione dei lavoratori inglesi, o capitali arabi o cinesi, nascono strategie di morte nella logica onnipotente del denaro e del profitto.
Ritardare la presa di coscienza sui drammatici cambiamenti climatici, facendoci avvicinare ad una situazione di non ritorno, è un atto criminale, contro l’umanità, viene posto in essere dai finanziatori di Bush e ritarda l’introduzione di quelle tecnologie pulite che potrebbero fermare il riscaldamento del pianeta.
Spesso sento filosofeggiare che è “l’uomo” che sta distruggendo la terra, distribuendo così a tutti questa responsabilità, mentre la attuale globalizzazione è il risultato di un disegno del grande capitale multinazionale e finanziario che governa tutti i mercati con il potente supporto dei media, anche essi di proprietà degli stessi gruppi.
Questa è la cupola monopolistica che produce, pubblicizza con le sue televisioni, distribuisce nelle sue catene di supermercati, chiudendo un ciclo di dominio assoluto sull’economia, le idee, la politica.
Ma se è vero che tutta l’economia mondiale è entrata in questa logica e la politica sta a guardare, bisognerà pure cominciare a dire e fare qualcosa per non farci travolgere dagli effetti collaterali del liberismo, ormai entrato nella sua fase finale di massima espansione e nocività.
Per prima cosa dobbiamo evidenziare il fatto che è l’elevato ordine di grandezza delle compagnie multinazionali, che arrivano a parlare direttamente con i capi di Stato, che corrompono le classi politiche e militari per avere diritti di sfruttamento di materie prime a basso costo, che hanno bilanci superiori a quelli di molte nazioni, fino a sedersi alla Casa Bianca (dice Al Gore: la lobby del petrolio è la Casa Bianca),ebbene questa grandezza spropositata è il problema del nostro tempo, ma su questo terreno anche grandi compagnie europee, russe, cinesi, indiane, si stanno inserendo.
Questo processo competitivo ridurrà l’influenza ed i profitti delle multinazionali Usa e renderà il mondo multipolare, forse avrà la capacità di diminuire la capacità di spesa degli Usa per il loro costosissimo esercito, che è già insostenibile, e se è vero che “c’est l’argent qui fait la guerre”, il pericolo di guerra si dovrebbe allontanare.
Un altro fenomeno auspicabile e possibile per ridimensionare la penetrazione multinazionale nelle economie più deboli, è quella di sciogliere organismi quali WTO, FMI, BANCA MONDIALE, che con le loro rigidità favoriscono i più forti, e tramite il meccanismo dei prestiti si impossessano di interi settori economici dei paesi in via di sviluppo.
Una possibile difesa dal Wto è riappropriarsi della propria identità nazionale e produttiva e cercare al proprio interno l’autosufficienza alimentare e trattare le proprie eccedenze su una base equa e solidale, commerciando solo con chi garantisce scambi, e non rapine liberiste.
Lo sgretolamento dei monopoli multinazionali può derivare solo dallo sganciamento unilaterale dal debito e dalla dittatura del Wto, e si deve mettere in moto una ragnatela di piccole imprese, di microcredito, di commercio cooperativo con entità dello stesso segno in occidente, respingendo per sempre le grandi monocolture multinazionali che trattano da schiavi i lavoratori e inquinano e desertificano ambienti, per cui non verranno mai chiamate a giudizio.
Bisogna stabilire una volta per tutte che le grandi multinazionali sono organizzazioni che lavorano contro l’uomo e l’ambiente, in modo pesante, oppressivo, senza etica né scrupoli, e rappresentano il volto moderno e feroce del colonialismo globale, e la guerra in Irak, spacciata agli idioti come espansione della democrazia e della libertà, è una loro creatura.
Queste cose le dicono anche molti americani, ma in Italia i nostri intemerati capi della “sinistra” fanno acrobazie per non prendere mai una posizione chiara su questa cupola economica-finanziaria-militare che domina il mondo.
Cominciamo a non dargli più il voto e noi cominciamo a consumare di meno e smettiamo di obbedire agli ordini della pubblicità e della moda come scimmie ammaestrate.
Paolo De Gregorio