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"nè alleati, nè nemici

Publie le martedì 16 gennaio 2007 par Open-Publishing
2 commenti

“né alleati, né nemici”
a cura di Paolo De Gregorio – 16 gennaio 2007

Il legame con l’America resti solido! Questo l’appello del Presidente Napolitano, un uomo che ha consacrato tutta la sua vita nel nobile intento di demolire (dall’interno) il Partito Comunista Italiano togliendo a tutti i salariati e proletari la speranza di una società diversa e di un vero cambiamento.
Ora che i lavoratori sono sotto le scarpe dei padroni, marginalizzati, precarizzati, uccisi negli incidenti sul lavoro, il “caro leader” Napoletano è contento e come premio ha avuto la Presidenza, il consenso della Chiesa, e anche quello di Calderoli.
Se avessi quattro soldi da spendere in avvocati querelerei Berlusconi che dice che la “sinistra” ha occupato tutte le istituzioni, e lo costringerei ad elencare quali sono gli eventi di sinistra attribuibili al nostro capo dello Stato.
Sento anche invocare, per quanto riguarda il raddoppio della base militare Usa di Vicenza, che gli accordi internazionali vanno rispettati. E qui c’è un equivoco grande come una montagna, perché i patti vanno rispettati sì, ma fra coloro che li hanno firmati, e non già a futura memoria, perché ogni governo deve poter decidere autonomamente e in base alla realtà che cambia continuamente, quali deliberazioni prendere, soprattutto di politica estera, che vede i nostri cosiddetti alleati sconfessati anche nel proprio paese per guerre di aggressione, disprezzo della legalità, rapimenti, torture, massacri di civili.
Gli impegni internazionali vengono presi dai Governi, e quando essi cambiano è legittimo che gli accordi decadano o possono essere cambiati, senza essere accusati di alcuna violazione.
Un altro gigantesco equivoco che nella mia mente evoca la fede calcistica, laziale o romanista, dove è obbligatorio essere nemici, riguarda l’accusa di antiamericanismo perchè non vuoi la base di Vicenza
Non volere queste basi, dinosauri della “guerra fredda” e del sogno egemonico americano, non significa essere nemici degli Usa, significa capire che siamo in una diversissima fase politica ed economica, dove il mondo si è già avviato a grandi passi verso il multipolarismo, che uno di questi poli si chiama Europa, che si è dotata di una moneta unica, e che ha tutto l’interesse economico e politico e di dignità ad essere politicamente e militarmente autonoma, per competere da pari a pari con gli Usa su tutti i mercati mondiali. Euro e dollaro sono in competizione fra loro e non è possibile che l’Europa sia un protettorato Usa che ci coinvolgono in operazioni che sono a beneficio americano e non europeo.
Sono profondamente convinto che l’attuale amministrazione Usa tema moltissimo ciò che in teoria dice di difendere, ossia la libertà dei mercati, e oggi tenta di condizionare tutti i mercati internazionali con gli strumenti che essa controlla: FMI, WTO, Banca Mondiale, con il privilegio imperiale di trattare e pagare il petrolio in dollari, e in ultima battuta con la forza militare delle sue 900 basi sparse in tutto il mondo.
L’Europa ha il massimo interesse ad uscire da questa logica, noi riceviamo energia dai nostri vicini russi e mediorientali e non dall’America, e il nostro principale obiettivo dovrebbe essere quello di integrarci con queste economie in un clima di pace e di fiducia reciproca, trovando anche un enorme vantaggio a pagare il petrolio in EURO, vantaggio esteso anche a chi ce lo vende perchè l’euro è moneta in “progress” e il dollaro in decadenza.
Questa obsoleta e antistorica alleanza dell’Europa con gli Usa non ha alcuna ragione di essere, la presenza di basi militari che minacciano il Medio Oriente non fa parte della strategia europea, anzi esse sono un ostacolo alla nostra politica e ci infliggono una omologazione con gli Usa e ci impediscono di praticare una politica credibile di marca esclusivamente europea.
La questione della base di Vicenza non andrebbe trattata sul miserevole terreno della convenienza degli imprenditori locali o sui posti di lavoro che si perderebbero, né sulla decisione di un sindaco, ma trattata sul terreno della autonomia e della dignità europea che è un obbiettivo capace di portare grandi frutti di pace e di prosperità in questa parte del mondo.
Che gran parte della sinistra non abbia capito o più verosimilmente non voglia capire le novità epocali che ci incalzano, mi riempie di tristezza e di depressione e soprattutto mi amareggia il fatto che una grande realtà come l’Europa non aspiri ad una sua identità, alla sua autonomia, e a parlare con una sola voce.
Paolo De Gregorio

Messaggi

  • Il governo ha dato il suo sì all’ampliamento della base. D’altronde era prevedibile che andasse così, la sinistra radicale l’aveva già avuta vinta nel congresso di Caserta e un bis a così breve distanza era improbabile.

    La cosa che rilevo è che, vista la decisione presa da Prodi, i comunisti (PDCI e RC) fanno qualche dichiarazione di sdegno e robetta varia. Bè, se lorsignori fossero coerenti con le idee tanto sbandierate dovrebbero farsi incatenare in piazza Montecitorio come minimo, in segno di protesta. Diliberto disse (riferito a Berlusconi e Bush che si stringevano la mano) che quelle erano "mani grondanti di sangue". Benissimo, ora che il governo nel quale il suo partito è incliuso fa una concessione del genere ad uno dei due "insanguinati", egli dovrebbe come minimo ritirare in blocco la delegazione di ministri e sottosegretari dal governo in segno di protesta. Altro che dichiarazioncine e finto sdegno.

    Ma mi sa che siamo alle solite, anche questa volta la sinistra radicale dà ottimi esempi di fenomeni tipo "comunista-fino-a-che-non-metto-le-chiappe-in-parlamento" oppure "rigoroso-e-intransigente-solo-nei-weekend".

    Una nota per il signor De Gregorio. Lei nell’articolo dice, in riferimento a Napolitano: " un uomo che ha consacrato tutta la sua vita nel nobile intento di demolire (dall’interno) il Partito Comunista Italiano togliendo a tutti i salariati e proletari la speranza di una società diversa e di un vero cambiamento".

    Perché non va a fare un giretto in Cina, magari andando a lavorare come operaio tessile, così vedrà come sono contenti e come se la godono con il socialismo reale. Si sta da Dio! Certo, se lavorare 15 ore al giorno e dormire in fabbrica non è un problema!

    gio

    • I Comitati: venerdì "presidio pacifico" a Palazzo Chigi "e pure a casa del premier"

      Cremaschi: "Da oggi, ogni manifestazione per la pace sarà anche contro il governo"

      Vicenza, si mobilita il movimento pacifista
      "Non ci arrendiamo alla decisione di Prodi"

      Casarini: "Non basteranno polizia e carabinieri per fermare le iniziative di protesta"

      Gli obiettori nonviolenti: "Traditi e presi in giro come cittadini elettori"

      ROMA - Un "presidio pacifico" davanti a Palazzo Chigi, in occasione del Consiglio dei ministri di venerdì 19, ma anche un sit-in "sempre pacifico, a Bologna, magari sotto la casa del presidente Prodi" e, domani, in occasione della manifestazione degli studenti a Vicenza, "qualche occupazione simbolica, sempre pacifica". Questo l’orientamento dei Comitati per il no al raddoppio della base americana di Vicenza, così come lo riassume uno dei portavoce, Giancarlo Albera, dopo la notte trascorsa da circa un centinaio di pacifisti nei pressi dell’aeroporto Dal Molin, dove l’amministrazione Usa insedierà la "Ederle 2". Ma la mobilitazione contro l’assenso del governo italiano all’ampliamento della base militare si allarga a macchia d’olio e convolge associazioni, sindacati, forum e comunità. E Disobbedienti: "Lo posso garantire fin d’ora, con ogni mezzo impediremo la costruzione della nuova base" dichiara il leader del movimento, Luca Casarini. Che definisce il governo "il più filoamericano che ci sia" e annuncia manifestazioni "contro le quali non sarà sufficiente schierare polizia e carabieri".

      La Cgil di Vicenza ribadisce la propria contrarietà alla decisione di Prodi, "crediamo che la decisione ultima sul futuro della città e sulla vita dei suoi abitanti spetti a questi ultimi, anche tramite referendum". E dà il proprio appoggio allo sciopero di domani degli studenti: ai giovani "dobbiamo indicare prospettive di pace e sviluppo equilibrato, nessuno ci convincerà che un futuro prospero passi per un nuovo insediamento militare". Sulla stessa linea il leader della Fiom, Giorgio Cremaschi: "Da oggi in poi, ogni manifestazione per la pace non potrà che essere anche contro il governo. Se Prodi pensa di andare avanti così anche sui temi sociali, a partire dalle pensioni, passeremo i prossimi mesi a manifestargli contro".

      La decisione di Prodi è "autolesionismo politico" e "una rottura con il movimento pacifista e con i milioni di uomini e donne, lavoratori e lavoratrici, che in questi anni si sono mobilitati contro la guerra", afferma il coordinamento nazionale del Sindacato dei Lavoratori. Mentre il coordinatore della Tavola della pace, Flavio Lotti, definisce "un gravissimo errore, da correggere al più presto" la scelta del governo. Allo stesso modo l’Arci nazionale ribadisce il suo impegno a fianco delle cittadine e dei cittadini di Vicenza: "In gioco c’è la difesa del loro territorio da un gigantesco progetto di militarizzazione", battaglia che "fa parte della più generale vertenza per la smilitarizzazione del nostro paese e dell’intera area del Mediterraneo".

      Preoccupazione è stata espressa anche dalla Federazione nazionale della stampa italiana. "Il governo italiano è contraddittorio, prima fa rientrare i soldati dall’Iraq, poi decide di raddoppiare la base di Vicenza - osserva il segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi - lo dico da cittadino, questo atteggiamento desta preoccupazione".

      Si unisce alla protesta anche l’Associazione obiettori nonviolenti: il presidente Massimo Paolicelli dice di sentirsi "tradito e preso in giro come cittadino elettore e rappresentante di una associazione nonviolenta, che ha votato per la coalizione di centro-sinistra sulla base di un preciso programma di governo in cui si fa riferimento a una ridefinizione delle servitù militari, coinvolgendo le popolazioni locali, ad una riduzione delle spese per gli armamenti e ad un sostegno al servizio civile".

      E il Cnca, il Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, parla di "atteggiamento pilatesco", quello cioè di Prodi, che ha derubricato la vicenda a "problema di natura urbanistica e amministrativa" e non politica. "La pace e lo sviluppo - scrive l’associazione - si perseguono con decisioni diametralmente opposte’’.

      www.repubblica.it di oggi

      P.S. per Giò

      La Cina è da tempo il paradiso del peggior liberismo economico, quale "socialismo reale" ?

      Anzi è il modello per tanti padroncini italiani che ci vanno ad investire in massa, dittatura politica, liberismo totale ed evasione fiscale totale liberalizzata !

      Keoma