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nelle amministrative si parla di aborto
Publie le martedì 23 marzo 2010 par Open-Publishing6 commenti
– nelle amministrative si parla di aborto -
di Paolo De Gregorio, 23 marzo 2010
Corradino Mineo, direttore di Rainews24, conducendo la rubrica “caffè”, a proposito dell’anatema della CEI che, incredibilmente, invita gli elettori di una tornata elettorale amministrativa a non votare i partiti abortisti, anatema evidentemente contro la Bonino, trova normale che i vescovi si occupino di politica e che forse ci sono due Chiese: una che si occupa di aiutare i poveri e l’altra, curiale, che fa affari con lo Ior, ha rapporti con gente come Calvi, Ciancimino, la banda della Magliana, copre pedofili e molestatori sessuali.
E conclude il “giornalista” che comunque non sta a lui giudicare.
In realtà bisognerebbe dire semplicemente la verità: la casta curiale cardinalizia e vescovile strumentalizza il lavoro e l’impegno di migliaia di parroci e comunità di base, che sono a contatto vero con i poveri e i loro bisogni e riescono a dare loro qualche sollievo in termini di aiuto e di ascolto, svolgendo il ruolo di “sherpa”, e consegnano questo enorme lavoro a gerarchie ciniche e corrotte che trattano solo con i potenti della economia e della politica.
Senza il lavoro di base questa gerarchia non esisterebbe, poiché il peso della Chiesa dipende esclusivamente dalle masse di poveri e creduloni che riesce a controllare, e che indirizza verso la rassegnazione sociale con la promessa di un aldilà luminoso e sostenendo che le sofferenze in terra sono un privilegio per la porta del paradiso.
Per questi servigi e per invitare al voto politico a destra, il Vaticano è profumatamente pagato con soldi pubblici, soldi sottratti al fisco italiano, che vanno a sostenere e finanziare opere, che lo Stato potrebbe fare in prima persona mentre così risultano merito dei preti, che vanno ad inquinare nel profondo la nostra democrazia, offrendo alla destra i voti di un 20, 30% di cattolici che seguono come pecore le direttive di parroci e vescovi.
Caro Mineo, è questa la semplice verità che dovresti dire da un “servizio pubblico”, ma anche tu sei un lottizzato al servizio dei partiti, ma questa è un’altra storia.
Paolo De Gregorio
Messaggi
1. nelle amministrative si parla di aborto, 23 marzo 2010, 11:43, di pasquino
Noi invece giudichiamo già su questa terra e valutiamo che, forse, l’anatema contro l’aborto è perchè ci sia sempre "carne fresca e giovane" in abbondanza per le attenzioni dei pedofili; anche in tonaca.
2. nelle amministrative si parla di aborto, 23 marzo 2010, 13:23
In Vaticanistan succede anche questo: un presidente del consiglio che assolve il Papa dai suoi peccati ed un Papa che invita a votare per il presidente del consiglio!michele
1. nelle amministrative si parla di aborto, 23 marzo 2010, 14:07
Si, ...che poi, se oggi unmaziano atterrasse a Roma, potrebbe pensare che in Italia l’aborto non c’è ... e non invece che è legge dello stato da 32 annie che è stato pure confermato a furor di popolo da un referendum successivo ...
O potrebbe pensare che a suo tempo "abortista" è stata solo Emma Bonino e non pure tutta la pletora di ex socialisti, ex comunisti, ex radicali e persino ex rivoluzionari che stanno oggi alla corte del Guitto Mannaro.
A cominciare dall’ineffabile "portavoce" Capezzone passando per Bondi, Cicchitto, Feltri, Sgarbi, Minzolini, Vito, Ferrara, Brunetta, Tremonti, Pecorella, Liguori, Renzo Foa, persino Previti ecc. ecc. ecc.
Siamo veramente a Pirandello, "così è se vi pare ...."
La situazione è grave ma non seria ....
Raf
2. nelle amministrative si parla di aborto, 23 marzo 2010, 15:07
La bandiera vaticana
di ADRIANO PROSPERI
Le elezioni sono alle porte e la Chiesa italiana ha parlato: o meglio, ha parlato la Cei per bocca del cardinal Bagnasco. La precisazione è d’obbligo: è possibile che una sola voce riesca ad esprimere la quantità e la qualità delle posizioni che si muovono nella realtà del mondo cattolico?
Ci si chiede anche se le elezioni amministrative siano un’occasione di tale importanza da imporre che si levi in modo speciale la voce di un’autorità morale e spirituale come la Chiesa nella sua espressione gerarchica, obbligata dalla sua stessa natura a essere al di sopra delle parti . E non intendiamo levare la pur sacrosanta protesta di chi chiede che le autorità ecclesiastiche si astengano dalla lotta politica: anche se si potrebbe - e forse si dovrebbe, visti i tempi - ricordare ai vescovi che ci sono tante occasioni di urgenze grosse e di scandali clamorosi davanti ai quali la loro voce dovrebbe trovare il coraggio di levarsi. Lo stato morale del Paese è disastroso. C’è una corruzione che ha invaso - partendo dall’alto - anche i più remoti angoli dove si dà esercizio del potere. È cosa recentissima la pubblicazione del rapporto annuale dell’agenzia internazionale per il monitoraggio dello stato dei diritti umani nel mondo: e lì abbiamo letto note ben poco confortanti per il nostro
Paese. Che cosa può fare un vescovo in questa situazione?
I modelli di vescovi che hanno saputo affrontare senza paura i potenti per esercitare il loro compito di pastori di anime e di guide di coscienze non mancano certo nella millenaria storia della Chiesa: il gesto di ripulsa e di condanna di Sant’Ambrogio davanti all’imperatore Teodosio fondò il diritto del vescovo di Milano a guidare il suo popolo. Non sono più tempi così drammatici, penserà qualcuno. Eppure l’appello del cardinal Bagnasco ha un tono di una certa drammaticità. Anche se nel suo discorso sono stati toccati diversi problemi, nella sostanza uno domina su tutti gli altri. Gli elettori sono stati invitati a seguire nella scelta elettorale la bussola della questione dell’aborto.
Ora, la domanda che si pone è se questo è veramente il problema dei problemi, quello per cui sta o cade la società. Si dice che questa funzione è quella che prima di tutte le altre appartiene alla Chiesa: la difesa della vita. Bandiera nobile, se altre ce ne sono. La vita umana va difesa. Su questo siamo tutti d’accordo. Ma allora bisogna essere conseguenti e andare fino in fondo. Prendiamo un caso: sono passati appena pochi giorni da un episodio gravissimo: una madre ha partorito in una stazione di sport invernali dove lavorava, sulla neve dell’Abetone. Aveva un permesso di soggiorno legato al suo posto di lavoro. Ha nascosto il parto, il neonato è morto soffocato. Un’immigrata non può avere figli senza rischiare di perdere il lavoro: è l’effetto di una legge approvata da un governo di centrodestra che si vanta di avere il consenso degli italiani. E l’appoggio della Chiesa a questo governo produce ogni giorno effetti devastanti.
Noi non sappiamo quanti siano gli aborti clandestini che si praticano in Italia. Fu per affrontare la piaga dell’aborto clandestino che fu varata la legge 194. E l’effetto si è visto. Era un modo civile di affrontare una piaga antica, ben nota alle autorità ecclesiastiche. Per secoli l’arma della scomunica non ha impedito che nel segreto delle famiglie si eliminassero i figli indesiderati laddove le ferree catene del bisogno imponevano di non aumentare le bocche e di non avere figlie femmine. Allora la scomunica non colpiva i colpevoli della iniqua distribuzione delle risorse. E ancora oggi la condanna ecclesiastica non colpisce coloro che hanno varato quella legge che provoca lutti e dolori, che impedisce alle donne immigrate di avere figli. Né colpisce le forze politiche che non hanno a cuore la tutela della famiglia e che dedicano tutta la loro forza a sottrarre alla legge un presidente del Consiglio invece di varare una riforma fiscale che introduca il quoziente famiglia. Invece basta un normale appuntamento elettorale perché si ripeta ancora lo stanco spettacolo di un’autorità ecclesiastica che si schiera a favore di una parte politica contro un’altra. È un rito vecchio, logorato dall’uso, ripetitivo, facilmente decifrabile. Siamo a una scadenza elettorale resa inquieta dal silenzio della televisione di Stato, assurdamente determinata a lasciare i cittadini in una condizione di dubbio e di perplessità. Sono semplici elezioni amministrative. Non è in gioco la sorte del governo. Si tratta di scegliere i candidati più credibili per affidare loro l’amministrazione di regioni e città. Ci aspettavamo di essere messi in grado di scegliere serenamente sulla base dei profili dei candidati e del contenuto dei loro programmi. Ma di programmi è stato molto difficile parlare.
Il confronto è stato oscurato dall’episodio della clamorosa incapacità del più potente partito italiano di mettere insieme una lista di candidati e di farla pervenire alla scadenza dovuta davanti all’ufficio competente. Una manifestazione di piazza ha costruito lo spettacolo televisivo per raggiungere in un colpo solo tutti gli elettori. Ma forse anche questo spettacolo rischiava di non essere efficace. E allora, che altro si poteva fare per dare una mano al Pdl e combattere la candidatura di Emma Bonino nel Lazio?
(23 marzo 2010)
http://www.repubblica.it/politica/2010/03/23/news/bandiera_vaticana-2835089/
3. nelle amministrative si parla di aborto, 23 marzo 2010, 22:06
Oggi in parte la Cei ha corretto il tiro dicendo che l’aborto ( non certo competenza regionale N.d.R.) è importante quanto il lavoro ed i diritti degli immigrati ...
Anche se Bagnasco, l’autore dell’anatema di ieri, passava fino a qualche settimana per un anti-Berlusconi ( tra l’altro questa cosa la diceva Feltri, poco mancava che dicesse che il capo dei vescovi italiani è un comunista)) ... è realistico che anche questa questione ( l’anatema di ieri e la parziale marcia indietro di oggi) sia il frutto di uno scontro non indifferente all’interno dell’apparato chiesastico ... dove certamente tutti preferirebbero la Polverini alla Bonino ( ma non tanto per l’aborto quanto per le convenzioni ospedaliere delle case di cura religiose nel Lazio, questa sì materia di competenza regionale) ... ma dove probabilmente non tutti sono invece disposti a sposarsi Berlusconi e la Lega ....
Certo comunque che stiamo vedendo cose .....
Radisol
4. nelle amministrative si parla di aborto, 24 marzo 2010, 10:22
Questa correzione di tiro di Bagnasco aggrava ancor di più il contenuto ed il significato dell’anatema di ieri !!
Qualcuno deve evidentemente avergli fatto notare che una entrata "a piedi uniti" sul tema dell’aborto a pochi giorni dalle elezioni e con finalità chiaramente elettoralistiche , era forse inopportuna !!
Mai come in questo caso il tentativo di rimedio è stato peggiore del male !!
Questa parziale marcia indietro ha infatto ulteriormente evidenziato la malafade dell’intervento e il suo scopo puramente strumentale, palesando il fatto che l’enfatizzazione del tema aborto era fortemente voluta e mirata ad ottenere un risultato in termini di indirizzamento di consensi a favore del centro-destra.
Affermare il giorno dopo che esistono anche altre tematiche di interesse per i cattolici è come dichiarare che nella gerarchia d’importanza e rilevanza quei temi stanno comunque in posizione subordinata e sono comunque negoziabili !!
Evidentemente quando il gioco si fa duro anche i Cardinali perdono il loro tradizionale equilibrio e loro presunta terzietà rispetto alla dialettica politica e agli interessi materiali ( leggi cliniche private !!).
MaxVinella