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Onoranze funebri e neomilitarismo
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Due giorni di lutto nazionale, solenni funerali di Stato, ricevimento delle salme a Ciampino da parte del Presidente della Repubblica, camera ardente visitata da migliaia di persone, titoloni in prima pagina
strillati dai massmedia in preda ad un vero e proprio delirio di magniloquenza, pennivendoli che saccheggiano dal vocabolario gli aggettivi e tutte le figure retoriche per comunicare ai lettori la loro profondissima compenetrazione con il luttuoso ma glorioso evento!
Se fossi familiare di uno dei soldati che hanno perso la vita mi sentirei stordito, strattonato, trascinato da questa enorme corrente di enfasi nazionale e spesso nazionalistica, e preferirei piangere il mio morto in un contesto più sobrio. Una enorme folla che rende omaggio e partecipa ad un funerale non vuol dire una enorme partecipazione reale, un enorme cordoglio.
Credo che con questo teatro montato dal Governo si voglia in qualche modo cancellare sotto una valanga di patriottismo e di lodi ai "valori" dell’eroismo dei militi immolati per l’Italia la mancanza di ragioni e di motivi accettabili per una morte in una terra lontanissima dai nostri confini. Per quale motivo i nostri soldati sono in Afghanistan? Per combattere il terrorismo? Una motivazione che gli stessi americani tendono a cancellare quando sempre più frequentemente appellano i combattenti come "insurgents". Infatti si tratta di insorti contro l’occupazione straniera di eserciti Nato e di killers contractors, contro bombardamenti che hanno massacrato una parte della popolazione, donne e bambini compresi, una sequenza di stragi realizzate con aerei senza pilota (drone) e bombe di tonnellate di peso capaci di scavare crateri immensi e distruggere interi villaggi.
Stiamo in Afghanistan perchè siamo membri della Nato e dobbiamo assolvere ai nostri compiti internazionali. Ma la Nato non è più un organismo di difesa, è diventata uno strumento della guerra globale dell’impero americano per il controllo delle zone petrolifere e l’affermazione della sua egemonia sul mondo intero. E’ difficile credere che oltre mille basi militari USA sparse nel mondo ed in particolare lungo la linea delle nazioni che esprimono culture diverse da quella occidentale siano presidi di pace e di stabilità.
L’Italia deve poter discutere dentro la Nato le scelte militari. Ma queste vengono imposte dagli anglosassoni e chiunque non si dichiara pronto a "credere, obbedire, combattere" viene iscritto nel libro dei sospettati. L’Impero è molto sospettoso e, oltre alla lista degli stati-canaglia, dispone di varie altre liste sulla base della fedeltà più o meno canina ai suoi interessi. L’Italia non chiederà mai di discutere gli ordini che vengono impartiti dai generali del Pentagono. Almeno questa Italia bipartisan!
Tutta questa enfasi e questa intensa mobilitazione dei vertici dello Stato sta in qualche modo cambiando la natura della democrazia italiana. Nei primi cinquanta anni della Repubblica il ruolo delle Forze Armate è sempre stato defilato mai ostentato, discreto. Avevamo anche un esercito di leva, nazionalpopolare che si identificava profondamente con la Repubblica democratica scaturita dalla Resistenza.
Ora abbiamo un esercito di professionisti legatissimi ai generali americani, che non sono certamente mercenari ma che comunque hanno fatto delle armi il loro lavoro permanente fino alla pensione. Questo esercito di professionisti mobilita risorse ed interessi enormi e, laddove avvia processi di privatizzazione (come avviene in forma massiccia negli USA), crea ancora altri interessi economici di grandissima rilevanza e peso.
Con queste solenni celebrazioni dei caduti nelle missioni all’estero, questo Esercito si colloca in posizioni assai di più preminenti di quelle che aveva occupato nella cosidetta "prima repubblica". L’opinione pubblica viene indotta ad identificarsi sempre di più con la parte militare del Paese e questo non sono sicuro che sia un bene.
Una opinione pubblica che si schiera tutta dalla parte dei nostri militari ostentando disprezzo indifferenza lontananza dalle sofferenze delle popolazioni che occupiamo potrebbe sempre di più
assomigliare a quella che lodava le gesta dei Generali a cominciare dal generale Rodolfo Graziani
in Africa, gesta che glorificavano un colonialismo spietato e criminale che tuttora persiste nel profondo della cultura nazionale, che non è stato rimosso dalla fase civile aperta dalla Costituzione,
dall’amore per la pace e per il rispetto di tutti gli esseri umani. Avete notato come il termine pacifismo
sia stato degradato e come i pacifisti sono considerati più o meno amici dei terroristi?
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
Messaggi
1. onoranze funebri e neomilitarismo, 21 settembre 2009, 22:18, di Nando
Infatti chi si dichiara pacifista oggi viene definito ’’terrorista’’pure dalla opinione pubblica che dopo il lavaggio del cervello per opera dei media, sono propensi a glorificare il colonialismo più spietato,criminale e cinico!!!
1. onoranze funebri e neomilitarismo, 21 settembre 2009, 23:08
Ma perchè devi sempre sparare sentenze che portano fatalmente ad un senso di impotenza e alla celebrazione dell’onnipotenza di questo governo che è invece alla frutta ?
Tutti i sondaggi d’opinione, persino quelli delle reti Mediaset, dicono invece che la stragrande maggioranza degli italiani è per il ritiro delle truppe dall’ Afghanistan ...
Ed oggi persino ai funerali di stato, quando qualcuno ha gridato "E adesso ritirateli" rivolto a Berluskoni, la maggior parte dei presenti ha applaudito ...
K.
2. onoranze funebri e neomilitarismo, 22 settembre 2009, 13:02, di antonio camuso
approvo l’impianto dell’intervento di Pietro Ancona ma suggerirei ai lettori dell’articolo di porre anche delle domande in senso autocritico su come ci sia arrivati a questo punto.
1) da esercito nazionalpopolare a esercito di professionisti e da qualcuno definito "mercenario" . Come è possibile che ciò è avvenuto? Di chi le responsabilità ? Ognuno di noi deve assumere le proprie e cerchiamo di ricordare come ci fu l’abbandono del lavoro tra i militari che noi delle organizzazioni dei soldati e sottuff-democratici e come proletrai in divisa cercammo di portare avanti. Da parte dei giovani militanti di fine anni 70 inizi 80 non ci fu altro che la rincorsa all’obiezione di coscienza e poi al servizio civile. Una bella scorciatoiia! e questo è l’affare che ci ritroviamo oggi. L’in capacità di comprendere ed usare linguagi che possano rompre il militarismo retprico di cui si sta riempiendo questo paese. ...
proseguo in un altro momento a esporre gli altri argomenti
antonio camuso
osservatorio sui Balcani di Brindisi
3. onoranze funebri e neomilitarismo, 22 settembre 2009, 13:38, di pietro
condivido! Proseguiamo nell’approfondimento!
4. onoranze funebri e neomilitarismo, 23 settembre 2009, 19:35, di antonio camuso
non è usuale fare deklla pagina dei commenti una chat ma innanzitutto invito a pietro ed altri a visitare il sito dell’osservatorio sui balcani di brindisi e visitare le pagine relative alla militarizzazione e poi anche di scriverci. Detto questo pongo alcuni punti all’attenzione:
il percorso che ha fatto divenire le ffaa parte non solo di tutela della democrazia ma addiritturs parte fondante della seconda repubblica è stato lungo ma pieno di possibilità di fermarlo e modificarlo ed in questo ripeto ne abbiamo tutti le responsabilità
C’è stata un’intera generazione di sottufficiali e anche di ufficiali che ha creduto in una società civile che aprisse un dialogo ed un confronto con essi, invece il rapporto che si è instaurato è stato strumentale e mercenario- uso questo termine in entrambi i sensi-
all’incapacità della classe politica italiana di prendere decisioni su questioni importantissime sempre più si è voluto contemplare e utilizzare l’opzione militare in maniera sempre più estesa.
Parliamo della lotta al terrorismo degli anni 70-80, poi quella contro la mafia, poi ancora per la difesa delle coste daglisbarchi degli immigrati e via via sempre più arrivando ai giorni d’oggi alla spazzatura, alle centrali nucleari o ai G-8 ricorrenti. le forze armate hanno quindi avuto il mandato di agire direttamente nella società civile e come tale il loro ruolo è divenurto sempre più confuso e onnipresente, a questo clarsi le braghe della politica in cambio di soldi priovilegi
pochi sanno tra la nostra sinistra ...estrema ...come le nostre forze armate hanno oggi un problema gravissimo. .. troppi ufficiali e sottufficiali di grado elevato... ovvero siamo uina delle nazioni che hanno più generali al mondo, non parliamo poi quelli in ausiliaria... di fatto l’attuale esercito professionale, quello dei rambo è invece un esercito che in gran parte ha la pancia obesa e che solo grazie all’utilizzo di giovani che poi vengono espulsi dopo pochi anni riesce a fornire carne giovane da mandare in operazioni all’estero. scusatemi se estremizzo alcuni concetti sui quali dovrei fare dei distinguo ma lo faccio per sintetizzare.
Siamo un esercito che ad ogni morto si fanno esequie di stato e si appioppa la qualifica di eroe a destra e manca. ma girare in superblindatissimi mezzi che filano ad alta velocità facendo finta di controllare il territorio ( chi lo fa sul serio sono gli uomini delle psy operation, con mazzi di banconote ed altro che concordano con i clan ) ed ogni tanto rimanerci in un attacco è la normalità della guerra tecnologica e di eroico ha solo quello di dover raccontare che si è morti mentre si lavorarava per la pace perchè politici e generali ti costringono a dirlo di fronte alla tv, eroico è il cercare di raccontare il meno possibile di ciò che succede a familiari ed amici ( su questo c’è una censura durissima che arriva a far punire l’intero reparto se qualcosa arriva in italia) in particolare i più ricattati sono i più giovani, quelli che hanno un contratto di ferma breve e sperano di passare nel ramo sottufficiali e continuare la carriera e poi di non perdere i soldi di trasferte ecc.
questo è l’eroismo attulae, o meglio se loro sono eroi allora quelle migliaia di marines americani ed inglesi e candaesi che in questo momento sputano sangue, sudore e sabbia cammindo a piedi nel sud dell’Afghanistan per controllare realmente il territorio, come si fa in ogni guerra seria, allora quelli che sono ? SUPER EROI!!! mA QUELLI SONO AMERICANI, VENGONO DALLA PATRIA DI SUPERMAN, DI CAPITAN AMERICA, di Batman e dell’uomo ragno, mica possiamo far loro concorrenza!
Non voglio offendere nessuno, poichè nella mia vita ho conosciuto e conosco moltissimi militari che fanno il loro dovere con umanità e serietà senza nessuna voglia di fare i Rambo e che purtroppo sono costretti ad ingoiare ordini assurdi e che qualche volta comportano rischi e sacrifici e quindi lontano da me vorrebbe denigrare il loro lavoro ma... io di eroi della folgore so che sono quelli che si batterono con le bottiglie di benzina e qualche mitra contro i carri armati inglesi ad el Alamein e che tirarono per mesi manginado scatolette , gallette coi vermi e un goccio d’acqua.
Quelli non avevano la tv in camera, telefonino satellitare per parlare coi loro cari ogni sera e mense in cui abbuffarsi. Far paragoni con quegli eroi è solo vergognoso ed offensivo anche per lo stesso codice militare. Ma... se la nazione ora vuole vivere di miti ricorrenti e sognare eroi- angeli che ti risolvono la vita anche da lassù, ebbene aspettiamoci di tutto o anche diamoci una mossa!
antonio camuso