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operai deportati a Nola da Fiat e Confederali (da "la classe operaia"

Publie le domenica 17 maggio 2009 par Open-Publishing
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Riccardo Di Palma

riccardodipalma cSV alice.it

Assemblea!!

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OPERAI FIAT
NESSUNA AGRESSIONE A RINALDINI!
OPERAI CONTRO LA FIOM
NESSUNA TRACCIA CONTRO LA GUERRA
L’ONDA NON VI SOSTIENE, VI TRAVOLGE!!
AFGHANISTAN E GLI IRRESPONSABILI ITALIANI
TERREMOTO L’AQUILA: CHI PAGA IN REALTA’?

OPERAI FIAT
Deportati con accordo sindacale al reparto confino di Nola.

Da mesi i lavoratori dell’Alfa di Pomigliano sono costretti a disastrose condizioni di salario e precarietà per i feroci cicli di cassa integrazione derivati dal cosiddetto ‘piano Marchionne’, all’epoca firmato e plaudito dai sindacati confederali e forze politico-istituzionali e mediatiche. Questo ‘piano’ è stato varato con la contestuale deportazione al reparto-confino di Nola di 320 lavoratori ammalati ed attivisti sindacali di cui ben 137 iscritti allo Slai Cobas. Scopo evidente: annientare lo Slai Cobas ed impedire ogni espressione di dissenso alla concertazione tra Fiat e confederali che, con anni di accordi, hanno dimezzato i diritti dei lavoratori e stanno chiudendo la fabbrica, proprio come già chiusero la SEVEL sempre a Pomigliano”. Oggi lavoriamo una settimana al mese (quando va bene) con la prospettiva del ridimensionamento produttivo ed occupazionale dato dall’accordo con la Chrysler: una “pietra tombale” sull’Alfa Romeo di Pomigliano nonché preludio a pesanti ristrutturazioni antioperaie in tutto il gruppo Fiat. Non solo le Alfa Romeo per il mercato USA saranno prodotte in America (e non più a Pomigliano come spergiurato nel 2003 da Fiat-Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Ugl, politici e stampa compiacente) ma anche le vetture Fiat in generale, le cui produzioni sono già state in parte spostate in Turchia, Serbia, Polonia, India ecc. mentre, con il solito ricatto (“o mi danno nuovi finanziamenti pubblici o licenzio”) Marchionne, insieme ai confederali, si prepara a confezionare l’ennesimo piano-farsa di rilancio industriale per lucrare nuovi finanziamenti pubblici: e i suoi ‘amici’ già stendono la mano…Sono gli stessi sindacati che già nel 2003 firmarono l’accordo sul precedente ‘piano industriale’ che prevedeva, per Pomigliano, …”investimenti per 2.500 milioni di euro - nel quinquennio 2003/2007 - finalizzati a ricerca, sviluppo, innovazione ed ingegnerizzazione dei nuovi prodotti col rinnovo della gamma dei modelli Alfa Romeo, la produzione delle vetture dei segmenti “C” e “D” del marchio nonché il ritorno della commercializazione negli USA dei modelli prodotti a Pomigliano”. Adesso gli stessi responsabili sindacali che nel 2003 firmarono il cosiddetto “accordo quinquennale di rilancio dell’Alfa” SOFFRONO DI AMNESIA! Ma come aspettarsi qualcosa di buono da chi ha sempre brillato in complicità aziendale nell’annientamento dei diritti dei lavoratori e della democrazia sindacale consentendo oggettivamente l’affossamento produttivo ed occupazionale?
Quanto accade oggi all’Alfa sud è lo specchio dell’attuale, ‘sinistra’, situazione politico-sindacale che (preceduta dal ‘pacchetto Treu’ e le controriforme del diritto sindacale) tira la volata al recente accordo quadro sulla contrattazione che prospetta ulteriori tagli salariali rispetto all’inflazione, reintroduce le gabbie salariali abrogate nel ’70 dallo Statuto dei Lavoratori, stabilisce che saranno padroni e sindacati confederali a dettare le nuove regole-capestro sulla rappresentanza sindacale, la cancellazione del diritto di sciopero a partire dai trasporti: praticamente il ritorno al monopolio del sindacalismo corporativo di infausta memoria già spazzato via dalla storia dalla lotta operaia. L’Alfa di Pomigliano non deve diventare una nuova “Alitalia”. Ma perché ciò non avvenga è necessario (a fronte del consumato suicidio dell’intera ‘sinistra’ sia di governo che di ‘opposizione’) predisporsi alla non facile ricostruzione, riorganizzazione e rilancio di una credibile prospettiva di classe sindacale e politica.
Slai Cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate - Pomigliano d’Arco, 27/2/2009
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NESSUNA AGRESSIONE A RINALDINI!
Provocatori tra i confederali innescano il parapiglia.
OCCORRE UNA LOTTA UNITARIA DEI LAVORATORI CONTRO LA FIAT E I LICENZIAMENTI PROGRAMMMATI DA MARCHIONNE!

Senza nemmeno contattarci per confrontare la nostra versione dei fatti, si è costruita ad arte la falsa notizia di un attacco preordinato e organizzato per gettare dal palco della manifestazione operaia di Torino il segretario della Fiom Rinaldini.
Lo Slai Cobas è sceso in piazza contro la Fiat e per una lotta unitaria dei lavoratori contro la ristrutturazione e i licenziamenti programmati da Marchionne.
Al termine del corteo contro la Fiat si chiedeva a gran voce, con l’approvazione degli operai presenti in piazza, che potessero parlare anche lo Slai Cobas e i lavoratori delle fabbriche Fiat colpite dalla ristrutturazione e dalla minaccia di chiusura, in primo luogo gli operai di Pomigliano deportati da oltre un anno allo stabilimento confino di Nola (anche grazie a un accordo siglato dai confederali). Stabilimento confino di Nola che ripete l’esperienza vergognosa dei reparti confino fatti dalla Fiat di Valletta negli anni ’50 a Mirafiori, dove venivano rinchiusi tutti gli operai non disposti a subire passivamente lo sfruttamento padronale.
Quando con i dirigenti confederali presenti sul palco era stato concordato che avrebbero potuto parlare anche lo Slai Cobas e gli operai di Nola, qualcuno dei confederali, che evidentemente non condivideva questa decisione, ha innescato una violenta provocazione per impedirlo. Nel parapiglia che ne seguiva Rinaldini cadeva e veniva aiutato a rialzarsi da lavoratori dello Slai Cobas. Quando, poi, un rappresentante dello Slai Cobas e uno degli operai di Nola stavano per parlare, come concordato con i dirigenti confederali, qualcuno tra di loro strappava violentemente i fili del microfono per impedirlo. Abbiamo dovuto così parlare, dopo che i dirigenti confederali hanno abbandonato il palco, con il nostro impianto voce e abbiamo parlato ai lavoratori che nella quasi totalità sono rimasti in piazza. Nessuna aggressione preordinata contro Rinaldini, quindi.
Quanto accaduto è stata una scelta deliberata di chi tra i confederali, innescando la violenta provocazione sul palco, vuole continuare ad impedire che i lavoratori possono prendere direttamente la parola e continuino a rimanere succubi di accordi concertativi, a perdere e calati dall’alto.
Lo Slai Cobas ribadisce la necessità di una lotta ampia e unitaria degli operai, dei lavoratori, contro la Fiat e il piano di ristrutturazione e licenziamenti delineato da Marchionne.
Una lotta che deve articolarsi sul netto rifiuto della chiusura di qualsiasi stabilimento, sulla redistribuzione del lavoro tra le fabbriche Fiat, sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, sul salario garantito ai disoccupati, sul blocco degli straordinari negli stabilimenti.
Misure che potrebbero essere realizzate utilizzando i profitti fatti dai padroni in questi anni.
Coordinamento Nazionale Slai Cobas
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OPERAI CONTRO LA FIOM
Torino: Durante la Manifestazione dei lavoratori Fiat, al grido "stai zitto, venduto", gli operai (i giornali scrivono che alcuni di essi siano aderenti ai Cobas)dopo aver impedito l’intervento a Giuseppe Farina, segretario FIM, scaraventano giù dal palco Rinaldini, segretario FIOM CGIL.

Messaggi

  • Gli operai devono sempre "ringraziare" ai sindacati confederali e alla famigerata sinistra, infatti "grazie" a loro adesso i lavoratori sono gli ultimi in Europo, superati anche dalla Grecia e dalla Turchia!
    CHE VERGONA!!!
    pero non per questo gli operai devono arrendersi, ma unirsi tutti insieme, anche gli immigrati, pensionati, insomma tutta la povera gente deve mobilitarsi e non farsi la guerra tra di loro.
    Grazie Pietro che sei sempre lucido nei tuoi interventi.