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poteri forti

Publie le sabato 17 novembre 2007 par Open-Publishing

  poteri forti -
a cura di Paolo De Gregorio – 17 novembre 2007

Molti sostengono che i poteri forti non esistono, e in genere sono quelli che li manovrano.
Ma la manina del padrone si vede dietro la denigrazione di Fini e la sua impresentabile fiamma mandata in onda nelle reti del Cavaliere.
Un avvertimento mafioso che significa: io ti ho sdoganato, ma ho anche il potere di annientarti.
Fini è un poveraccio, senza identità, che per mestiere dice cose che non pensa, sta da 30 anni nel teatrino della politica, non rappresenta più nemmeno una ideologia né una classe sociale, appare eccezionalmente simile a Veltroni, speculare ad esso, entrambi vittime della crisi della destra e della sinistra, nel tempo attuale in cui il potere politico vero è chiaramente nelle mani della Confindustria, delle banche,dei media privati,
Da quando l’economia globalizzata e il neo-liberismo sono il vero superpotere, la politica si è arresa e ha rinunciato al suo ruolo di guida, e ci ritroviamo il capofila dei padroni, Silvio Berlusconi, che determina, con il suo potere economico e mediatico, gli equilibri politici in Italia.
Questo potere (lui lo chiama libertà) ha fatto il miracolo di far passare per una “novità” il suo personaggio, nato invece dall’antichissimo intreccio tra affari e politica, culminato con la concessione del monopolio delle Tv private da parte del suo compare Craxi, durante l’omonimo governo.
La democrazia in Italia è stata messa in mora quando si è permesso al titolare di un tale potere di presentarsi in politica con uno spudorato vantaggio su qualsiasi avversario.
Oggi i suoi stessi alleati, Fini e Casini, non sopportano lo strapotere del cavaliere, cercano di sfruttarne ogni mossa falsa, ogni sbaglio, e se potessero permettersi il lusso di dire la verità, lo vedrebbero bene fuori dalla scena politica.
Una nuova legge elettorale potrebbe essere il terreno su cui tentare di cancellare l’anomalia della presenza in politica di una figura così avvantaggiata rispetto agli avversari (e ora anche per gli alleati), che preveda una norma per il conflitto di interesse che renda ineleggibile chiunque sia in questa condizione.
Sono sicurissimo che, se si potesse votare in segreto una legge che elimina Berlusconi dalla scena politica, i primi a farlo sarebbero proprio i suoi alleati che sono stufi dell’ingombrante padrino ormai vecchio e fissato, e vedrebbero volentieri tornare ai loro partiti i voti migrati verso Forza Italia.
A tutta la politica tornerebbe un po’ di credibilità e normalità se si liberasse di chi ha profondamente alterato le regole democratiche.
Mandiamo in pensione chi, in nome della libertà, ci ha tolto la libertà di eleggere le persone di nostra fiducia, chi in nome della servile sottomissione agli USA nell’aggressione all’Irak ha buttato 40 vite umane e 4.000 miliardi di vecchie lire per niente, e chi si è fatto le leggi “ad personam” per non andare in galera.
Paolo De Gregorio