Home > presidio e sciopero della fame
Questa mattina, giovedì 31 marzo alle ore 10 abbiamo dato inizio ad un presidio permanente di lotta davanti all’Assessorato alle politiche sociali del Comune di Roma, sito in Viale Manzoni 16 e ad uno sciopero della fame ad oltranza.
Sciopero della fame che intendiamo portare avanti sino a che le istituzioni competenti, in primis l’assessora alle politiche sociali, dottoressa Raffaela Milano e il responsabile del V dipartimento, dottor Alvaro non manifesteranno realmente l’intenzione di riaprire le trattative da tempo interrottesi con il presente comitato di lavoratori ex dipendenti della cooperativa sociale casa diritti sociali. Lavoratori che dal primo gennaio a causa della irresponsabile cecità delle istituzioni si ritrovano disoccupati e che oltre un anno fa hanno iniziato a denunciare l’inadeguatezza della cooperativa sociale cds nella gestione dei servizi di assistenza ed accoglienza ai cittadini richiedenti asilo e per questo chiesero e continuano a chiedere che si avvii un processo di gestione diretta del servizio. Per gestione diretta intendiamo una modalità che veda gli enti locali gestire i servizi sociali e alla persona direttamente e non attraverso il tradizionale sistema delle gare di appalto.
Gare di appalto che favoriscono il privato sociale, ( cooperative sociali, enti mutualistici, fondazioni, associazioni di volontariato) che di sociale hanno oramai poco e niente, in un ottica dove il profitto prevale sulla qualità dei servizi e sui diritti di lavoratori e di cittadini beneficiari dei servizi. Negli ultimi mesi, abbiamo partecipato a diversi tavoli istituzionali che si sono rivelati inconcludenti.
Disoccupati dal primo di gennaio, non abbiamo più alcuna intenzione di farci prendere in giro da questo o quell’assessore o da questo o quel consigliere di turno, da oggi con questa iniziativa chiediamo che sia il sindaco ( a cui abbiamo inviato lettere e richieste formali di incontro) a pronunciarsi senza più indugi elettorali.
INVITIAMO I LAVORATORI, GLI IMMIGRATI, I BENEFICIARI DEI SERVIZI E LA CITTADINANZA TUTTA A PORTARE LA LORO SOLIDARIETA’ ATTIVA DAVANTI AL PRESIDIO (VIALE MANZONI ANGOLO VIA MERULANA, ROMA)
STOP ALLA PRIVATIZZAZIONE DELLO STATO SOCIALE!
BASTA ALLO SPERPERO DI SOLDI PUBBLICI
GESTIONE DIRETTA SUBITO PER I LAVORATORI IN LOTTA!
COLLETTIVO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI IN LOTTA PER LA GESTIONE DIRETTA lavoraratoriinlotta@tiscali.it





Messaggi
1. > presidio e sciopero della fame, 2 aprile 2005, 10:51
Sciopero della fame, licenziati della CdS in strada"
di Francesco Piccioni, il manifesto 01 aprile 05
A vederli così, sotto la sede dell’assessorato alle politiche sociali del Comune di Roma, tra striscioni di carta appesi al reticolato rigido che protegge lo stabile di via Labicana, si può misurare tutta la distanza tra i problemi del «mondo precario» e «il palazzo». Vicini, ma incomunicanti. A protestare sono rimasti in una decina, da 50 che erano oltre un anno fa. Sono giunti alla forma «estrema», lo sciopero della fame, in mezzo alla strada. Sono gli ex dipendenti - licenziati il 31 dicembre: contratto non rinnovato - della cooperativa «Casa dei diritti sociali», specializzata nella gestione di «centri di accoglienza per gli stranieri richiedenti asilo». Una delle tante che compongono il cosiddetto «terzo settore», ovvero quel mondo assolutamente instabile che si occupa delle macerie derivanti dalla demolizione dello «stato sociale». Le politiche del rigore economico hanno da tempo individuato una strada pressoché unica, condivisa dal centrosinistra come (a maggior ragione) dal centrodestra: «esternalizzare» tutta una serie di servizi sociali, riducendo così costi (ma non sempre), stipendi, servizi. E diritti. Sia quelli dei lavoratori, sia quelli degli assistiti.
La CdS passa per essere una cooperativa «di sinistra», ma ce sono tante altre che fanno lo stesso lavoro «in quota» ai cattolici di entrambi i poli, oppure ad An. Il meccanismo infernale che le governa dall’alto è identico: un servizio appaltato con convenzione annuale rinnovabile. Garantisce obbedienza politica e trasformismo (se si vuol vedere la convenzione rinnovata), un’amministrazione «snella», strutture eliminabili con un tratto di penna.
Gli ex dipendenti della CdS, però, con la protesta pongono un problema politico che richiede molta attenzione da parte dello schieramento che vuol sostituire Berlusconi al governo. Fin dall’inizio - e anche quando occuparono lo studio dell’assessore Milano, a novembre - si sono preoccupati di tradurre la loro esperienza lavorativa in proposta alternativa, non «corporativa» (riassunzione o «lavori socialmente utili»), ma radicalmente contraria al «pensiero unico» dominate in materia: gli enti locali dovrebbero riprendere in mano (in «gestione diretta») una serie di servizi. Hanno presentato un progetto pilota, ma ai «tavoli istituzionali» non hanno trovato ascolto. Si capisce facilmente che un meccanismo come quello delle convenzioni interessa una vasta platea di soggetti con «agganci» politici; il silenzio, in questi casi, diventa la regola.
Sarebbe una tragedia, però, se a prevalere fossero le logiche di bilancio o quelle clientelari: a che servirebbe battere Berlusconi se poi bisogna gestire in questo modo l’amministrazione pubblica?
2. > presidio e sciopero della fame, 2 aprile 2005, 10:54
Il Coordinamento Cittadino Operatori e Operatrici Sociali esprime la propria solidarietà ai lavoratori licenziati dalla coop. Casa Diritti Sociali.
Il Coordinamento condanna il comportamento inadempiente, omissivo, del Direttore del V° Dipartimento dott. Franco Alvaro, dell’Assessora alle Politiche Sociali Raffaela Milano e l’operato dell’ex Assessore al lavoro Luigi Nieri.
Condanna altresì il comportamento adottato ieri alle 17.00 circa dal Dipartimento V° di via Manzoni 16 che di fronte ad una richiesta di incontro dei lavoratori hanno chiuso con la forza e con l’inganno l’edificio, perpetrando in questo modo il reato di interruzione di pubblico servizio.
COCITTOS Roma 2/4/05