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prostituzione: il pollaio parlamentare starnazza
Publie le sabato 7 giugno 2008 par Open-Publishing3 commenti
– prostituzione: il pollaio parlamentare starnazza –
a cura di Paolo De Gregorio, 7 giugno 2008
– Berzelli e Vizzini esponenti del governo presentano un emendamento che definisce “le prostitute pericolose per la pubblica moralità”
– il ministro della giustizia, Alfano,osserva acutamente che bisogna distinguere tra vittime e carnefici
– Mantovano (sottosegretario del ministero dell’interno), molto realisticamente, dice che le donne sfruttate possono ricorrere all’articolo 18 della Bossi-Fini e denunciare i propri sfruttatori (risata di sottofondo)
– Mara Carfagna poi (si impegna a fondo) apprezza lo spirito dell’emendamento, ma chiede una riflessione seria
– Pisanu, ex ministro dell’interno”: “è aberrante attribuire unilateralmente alle prostitute di strada il reato contro la moralità pubblica,assolvendo i loro clienti”
– Maroni: “sì a quartieri a luci rosse!”
– dulcis in fundu, Anna Finocchiaro del governo ombra: “solo propaganda che nasconde confusione, la maggioranza corre dietro all’umore e alla pancia del Paese”.
La gentile signora Finocchiaro (“caso umano” da pensionare) non si è ancora accorta che non tener contro della “pancia del Paese” significa perdere le elezioni, in eterno. Il dovere della opposizione, che il voto se lo deve guadagnare, è quello di formulare una organica proposta di legge per risolvere il problema, soprattutto se si è di fronte ad un governo impreparato e balbettante su questa materia.
Lo scorso settembre, sullo stesso tema ho scritto un intervento intitolato: “prostituzione che fare” che ripropongo senza modifiche. Chi lo condivide può dare una mano mandandolo in giro il più possibile.
Paolo De Gregorio
Messaggi
1. prostituzione: il pollaio parlamentare starnazza, 7 giugno 2008, 17:37, di paolo de gregorio
– prostituzione, che fare -
a cura di Paolo De Gregorio – 6 settembre 2007
Ciò che leggo in tema di prostituzione mi fa rabbrividire per la approssimazione e per le potenti dosi di catto-comunismo, di ridicola sociologia, di moralismo, che parlano di denunciare i clienti, che bisogna cambiare cultura, che la prostituzione è un lavoro e le addette devono pagare le tasse, che vuole che la prostituzione sia un reato, il ritorno dei casini, più poliziotti in giro e via farneticando.
Brevissimamente dirò cosa penso.
La prima è che la prostituzione è una realtà insopprimibile e che qualunque atto repressivo è destinato al fallimento, cosa che la senatrice Merlin, responsabile della legge omonima che vieta le case chiuse, non aveva assolutamente capito, visto che il suo obiettivo (infantile) era quello di far scomparire la prostituzione.
La seconda è mettere in chiaro che la prostituzione NON è un lavoro, e chi lo sostiene dovrebbe tentare di convincere di ciò (a proprio rischio e pericolo) un operaio di fonderia durante l’esercizio delle sue funzioni, e magari alla fine del mese quando il salario è già finito.
Si dovrebbe uscire dalla ipocrisia distillata ogni giorno da una soffocante e indecente, per uno stato laico, egemonia culturale cattolica, e dichiarare legale la prostituzione con solo poche regole da far rispettare TASSATIVAMENTE: che questa attività sia svolta in appartamenti affittati o comprati a tale scopo, che l’età minima delle prostitute sia 18 anni, che non vi sia una concentrazione di attività con un massimo di quattro associate, che queste persone siano obbligate a svolgere ogni mese un test su Aids e malattie veneree da esibire a un eventuale controllo di polizia.
L’attività di ogni persona malata deve essere fermata fino alla guarigione.
Soltanto in queste condizioni legali, e senza nessuna pretesa tributaria per l’attività della prostituzione, si può pensare a provvedimenti di arresto per chi pratica la prostituzione per la strada o in casa clandestinamente e senza controlli sanitari.
I vantaggi possibili: anzitutto una quantificazione del fenomeno, un prevedibile calo di spesa sanitaria, la fine della occupazione di interi quartieri dove la gente non può uscire la sera, il contenimento del fenomeno dei “protettori”, la possibilità di legiferare con durezza per i trasgressori perché non vi è alcun intendimento vessatorio né tributario ma si vogliono solo regole valide per la salute e la sicurezza di tutti.
Per far dispetto ai preti e per la “par condicio” tra i sessi, auspicherei la attività di prostituti uomini, per la gioia di arzille cinquantenni a secco per i problemi prostatici del partner.
Paolo De Gregorio
1. prostituzione: il pollaio parlamentare starnazza, 8 giugno 2008, 13:45
il pezzo mi sembra proprio in linea con il livello diffuso... complimenti... nessun luogo comune e nessun psico-sociologismo da bar. Una nota di merito poi alla preoccupazione relativa al risparmio nelle spese sanitarie. bah!
2. prostituzione: il pollaio parlamentare starnazza, 7 giugno 2008, 20:50
A me piacerebbere sapere il parere dell’on.Cosimo Mele, vero esperto del settore!