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quelli che...il governo

Publie le martedì 27 febbraio 2007 par Open-Publishing

  quelli che …. il governo –
a cura di Paolo De Gregorio – 27 febbraio 2007

Il volpino D’Alema, nelle sue esternazioni, che riserva con un certo disprezzo a noi miseri mortali, si lascia trascinare dall’altissima opinione che ha di se stesso, si comporta da presidente del consiglio, dà ultimatum e scomuniche, traccia le linee di una politica che dovrà eliminare Prodi e la “sinistra radicale” dallo scenario governativo.
Naturalmente non vi è cenno al fatto che la responsabilità di questa ingovernabilità al Senato è dovuta a due fattori principali: il primo è la legge elettorale velenosamente voluta da Berlusconi che, sapendo di perdere, non ha previsto per il Senato lo stesso premio di maggioranza approvato per la Camera. L’altro fattore è non voler tenere conto che i partiti sostenuti dai voti di movimenti contro la guerra non possono digerire addirittura il potenziamento dell’apparato militare USA nel nostro paese, il potenziamento dei mezzi da inviare in Afghanistan, il silenzio assordante sulla decisione Usa di schierare missili in Polonia e nella repubblica Ceca che ci coinvolge in un clima di tensione e guerra fredda con la Russia.
I partitini (Rifondazione, PDCI, Verdi), che non difendo, danno l’impressione di voler continuare ad appoggiare il governo Prodi agitando lo spettro del ritorno di Berlusconi e poco si preoccupano dei loro elettori, che a Vicenza e in Val di Susa, bruciano le bandiere dei loro partiti e stracciano le tessere elettorali.
Pensano di essere furbi, di ottenere qualche briciola. Vogliono galleggiare nel loro splendido appannaggio, non vogliono rinunciare alla probabile pensione da parlamentare che scatta tra un anno, e omettono di affrontare il problema, che è la vera anomalia italiana, della creazione di una “sinistra antagonista”, non ideologica, capace di affrontare con la lotta e con un sindacato unico, i problemi dei lavoratori salariati.
L’unico spazio politico non occupato che vi è in Italia è quello “antagonista”, depurato dagli °°°ismi dell’ideologia, che rompa nettamente con la subordinazione in cui tutta la “sinistra” europea ha gettato i lavoratori, per affrontare con forza le emergenze del precariato, della disoccupazione, delle emarginazioni, del disarmo, della PACE, della incompatibilità dello sviluppo capitalistico con la conservazione dell’ambiente.
I lavoratori sono stati sempre ingannati, già dal PCI di Togliatti che parlava di rivoluzione e agiva in senso contrario, con Berlinguer che preferiva l’ombrello Nato all’Unione Sovietica, fino agli attuali dirigenti della sinistra, appiattiti sulle esigenze della Confindustria, che ci dicono che stare nel governo Prodi è un affare.
Ricordo ai più giovani che le lotte operaie del ’68, fatte contro i padroni e il sindacato che si era accomodato e venduto nelle allora “Commissioni Interne”, resero possibile la conquista dello “Statuto dei lavoratori” e la proclamazione dei “consigli di fabbrica”, che per anni e anni fronteggiarono il potere padronale.
Sarebbe ora che i lavoratori prendessero il proprio destino sulle loro spalle, senza affidarsi a personaggi estranei alla loro classe, né a linguaggi e obiettivi incomprensibili.
Deve trovare identità, obiettivi ed organizzazione quel grande popolo che ha interessi materiali opposti a quelli dei padroni.
I padroni hanno la loro identità, hanno il partito unico (la Confindustria), sono compatti al di là delle ideologie, e temono solo di trovare un avversario capace della stessa compattezza e della stessa identità.
Il cammino per recuperare anni di cedimenti e sconfitte è lungo e in salita, ma la speranza di avere qualche elemosina facendo i furbi e i “responsabili” è aria fritta, e ogni ora che si perde nell’attuale commedia degli inganni è tempo perso.
Tra l’altro, provo una grande pena per coloro che parlano di sviluppo infinito e di aumento del PIL, mentre è dimostrato scientificamente che il mondo non sostiene già ora questo tipo di sviluppo, e presto siccità e crisi idrica ci porteranno verso drammatici problemi alimentari e sociali.
Paolo De Gregorio