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rifiuti: colera di Napoli

Publie le venerdì 4 gennaio 2008 par Open-Publishing
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  rifiuti: colera di Napoli -
a cura di Paolo De Gregorio – 4 gennaio 2008

Due sono le cose da fare per uscire da questa assurda decennale emergenza.
La prima è l’analisi: vi è una sola strada maestra,che non richiede impianti costosi, non produce Co2, né diossina (come i termovalorizzatori), ed è la RACCOLTA DIFFERENZIATA totale,che ricicla tutti i materiali,e con l’umido produce biogas o fertilizzanti.
Se questa è la strategia, il punto dolente è quello dei poteri straordinari da dare ai sindaci per imporre ai cittadini questa svolta. Francamente sono scettico sulla collaborazione dei cittadini, e senza la paura di controlli asfissianti e di sanzioni economiche questa strada non può essere percorsa.
Visco ha ottenuto il risultato di stanare migliaia di evasori totali e parziali, con controlli incrociati,informazioni bancarie, obbligo di usare bonifici per i pagamenti, assegni di conto corrente non trasferibili, e molte altre misure che hanno reso persone dall’atteggiamento criminale molto più collaborative.
Senza questi due fattori,strategia e regole da rispettare,non si ottiene nulla di serio.
Mi sento di suggerire qualche idea:
 eliminare i cassonetti a favore del ritiro porta a porta (come si faceva quando ero piccolo)
 l’umido va ritirato ogni giorno e subito avviato alla produzione del biogas
 vetro, carta, plastica, legno, ferro (che non puzzano) possono essere ritirati (sempre porta a porta) a scadenze settimanali
 sarebbe utilissimo dotare ogni famiglia di un contenitore su ruote,con al suo interno dei cilindri, sfilabili, ognuno di colore diverso, per stipare i vari materiali, con un coperchio con cerniere che una volta chiuso può essere un piano di lavoro o messo nel ripostiglio
 i controlli,severissimi, dovrebbero essere fatti per le strade da polizia municipale IN BORGHESE, oppure nel caso della Campania da personale reclutato per l’emergenza che potrebbe provenire da altre regioni (a Procida l’estate invece dei vigili urbani locali controllano il traffico vigili provenienti dal bergamasco e i risultati si sono visti)
 chiunque sia sorpreso ad abbandonare “monnezza” abbia una immediata pesante sanzione economica e il fermo dell’autovettura.
Se io fossi il ministro dell’ambiente mi metterei a fare lo sciopero della fame fino ad ottenere una legge (nazionale) che stabilisca regole per attuare questo piano.
Paolo De Gregorio

Messaggi

  • Non vivo la situazione di Napoli ma essendo campana mi sembra assurda e mi sento umiliata. Nella mia famiglia, senza nemmeno l’ombra di una cultura ecologica, ma con l’amore e la necessità di vivere al meglio con pochi soldi ma per fortuna in campagna si faceva la raccolta differenziata e il riutilizzo di tutto seguendo la tradizione e il buon senso. Dei pasti giornalieri non rimaneva traccia: il cane mangiava come noi, altro che scatolette, il resto andava agli animali da cortile o in una fossa coperta per fare il concime per prodotti veramente biologici senza nessun timbro dell’Asl. Le bottiglie di vetro son servite per anni e anni a conservare i pomodori per tutto l’anno, senza l’ombra di un conservante e senza porsi il problema di usare barattoli nuovi. C’era il secchiello per andare a prendere il latte direttamente dal contadino, da lavare, non da smaltire ogni giorno. I vecchi mobili hanno fatto 8 traslochi e sono ancora lì da mia mamma, non sono di valore, ma nemmeno dell’Ikea. La moda era inventata su misura da mia sorella sarta, io stessa ho fatto e disfatto maglioni sottobanco quando andavo a scuola per non annoiarmi con certi professori. La stufa a legna ingoiava per sempre un sacco di cose che davano fastidio. Rimaneva solo la scocciatura di disfarsi della plastica. Anche adesso in Campania in tante case e in tanti paesi c’è questa buona volontà vanificata da ordinanze che li sommergono di spazzatura non loro. Anche dove non c’è l’emergenza capisci comunque che l’unica cosa che dall’alto funziona è l’invio delle cartelle delle tasse. Fare la differenziata non è poi così faticoso, e vedendo le campane riempite so di non essere la sola. Ma la logica non è virtù degli assessori e la buona volontà non è di tutti gli spazzini si vede, visto che mettono due campane per il vetro e nemmeno una per i metalli. Per ovviare a ciò, avevo messo in un grosso sacchetto trasparente tantissime lattine, a vista, tanto il bidone era pieno, della serie arte dell’arrangiarsi. L’ho ritrovato il giorno dopo nel bidone svuotato, a riempirlo tutto, un’altra volta invece, un’altro operatore mi ha promesso di portarlo nell’unico posto di raccolta della città con l’ape che aveva a disposizione. Non è sempre il cittadino a produrre rifiuti, ma è obbligato a pagare per produrli e per smaltirli. La pubblicità per esempio, chi la chiede? Nessuno eppure intasa la nostra corrispondenza e i nostri giornali. I gadgets inutili, altra piaga non richiesta che aumentano a dismisura i rifiuti. Gli imballaggi poi spesso ti fanno giocare anche alle scatole cinesi fra montagne di polistirolo. E soprattutto ogni prodotto sembra fatto apposta per durare solo un secondo in più della durata della garanzia, non è smontabile, sostituibile, adattabile, riparabile, è solo una bella apparenza difettosa dentro. Una biro una volta la usavi fino a quando non c’era più inchiostro, adesso la butti via dopo qualche giorno. Ecco perchè la spazzatura ci sommergerà, e Napoli è solo l’inizio.

  • Non vivo la situazione di Napoli ma essendo campana mi sembra assurda e mi sento umiliata. Nella mia famiglia, senza nemmeno l’ombra di una cultura ecologica, ma con l’amore e la necessità di vivere al meglio con pochi soldi ma per fortuna in campagna si faceva la raccolta differenziata e il riutilizzo di tutto seguendo la tradizione e il buon senso. Dei pasti giornalieri non rimaneva traccia: il cane mangiava come noi, altro che scatolette, il resto andava agli animali da cortile o in una fossa coperta per fare il concime per prodotti veramente biologici senza nessun timbro dell’Asl. Le bottiglie di vetro son servite per anni e anni a conservare i pomodori per tutto l’anno, senza l’ombra di un conservante e senza porsi il problema di usare barattoli nuovi. C’era il secchiello per andare a prendere il latte direttamente dal contadino, da lavare, non da smaltire ogni giorno. I vecchi mobili hanno fatto 8 traslochi e sono ancora lì da mia mamma, non sono di valore, ma nemmeno dell’Ikea. La moda era inventata su misura da mia sorella sarta, io stessa ho fatto e disfatto maglioni sottobanco quando andavo a scuola per non annoiarmi con certi professori. La stufa a legna ingoiava per sempre un sacco di cose che davano fastidio. Rimaneva solo la scocciatura di disfarsi della plastica. Anche adesso in Campania in tante case e in tanti paesi c’è questa buona volontà vanificata da ordinanze che li sommergono di spazzatura non loro. Anche dove non c’è l’emergenza capisci comunque che l’unica cosa che dall’alto funziona è l’invio delle cartelle delle tasse. Fare la differenziata non è poi così faticoso, e vedendo le campane riempite so di non essere la sola. Ma la logica non è virtù degli assessori e la buona volontà non è di tutti gli spazzini si vede, visto che mettono due campane per il vetro e nemmeno una per i metalli. Per ovviare a ciò, avevo messo in un grosso sacchetto trasparente tantissime lattine, a vista, tanto il bidone era pieno, della serie arte dell’arrangiarsi. L’ho ritrovato il giorno dopo nel bidone svuotato, a riempirlo tutto, un’altra volta invece, un’altro operatore mi ha promesso di portarlo nell’unico posto di raccolta della città con l’ape che aveva a disposizione. Non è sempre il cittadino a produrre rifiuti, ma è obbligato a pagare per produrli e per smaltirli. La pubblicità per esempio, chi la chiede? Nessuno eppure intasa la nostra corrispondenza e i nostri giornali. I gadgets inutili, altra piaga non richiesta che aumentano a dismisura i rifiuti. Gli imballaggi poi spesso ti fanno giocare anche alle scatole cinesi fra montagne di polistirolo. E soprattutto ogni prodotto sembra fatto apposta per durare solo un secondo in più della durata della garanzia, non è smontabile, sostituibile, adattabile, riparabile, è solo una bella apparenza difettosa dentro. Una biro una volta la usavi fino a quando non c’era più inchiostro, adesso la butti via dopo qualche giorno. Ecco perchè la spazzatura ci sommergerà, e Napoli è solo l’inizio.

  • Un giovane è caduto nella scarpata vicino al sito, ed è stato subito soccorso

    Un altro è invece stato colpito dal manganello, sulla schiena e sulla testa

    Pianura, scontri davanti alla discarica
    alcuni feriti lievi tra i manifestanti

    La protesta più intensa dall’alba, quando sono arrivati i camion con il materiale

    NAPOLI - Seconda nottata di presidio a Pianura, nella contrada Pisani, nel Napoletano, contro l’apertura della discarica. Poco prima dell’alba, con l’arrivo di una serie di camion destinati all’allestimento del sito di stoccaggio, c’è stato un momento di scontro con le forze dell’ordine e nel parapiglia un giovane è caduto nella scarpata vicina al sito. Il giovane è stato soccorso dall’ambulanza del 118 e trasportato all’ospedale San Paolo. La protesta è ancora in corso: successivamente nella mattinata sono stati soccorsi un altro giovane, un anziano di 75 anni e una donna incinta.

    Sul posto, al momento dell’arrivo dei camion, si trovavano una ventina di giovani manifestanti, c’è stato un momento di forte tensione e alla fine, dopo una manovra di spintonamento delle forze dell’ordine, il gruppetto ha ceduto. Gli operatori del 118 riferiscono di un altro giovane ferito medicato da una ambulanza tornata sul posto. Ciro, 23 anni, è ancora al presidio e racconta: "Io avevo le mani alzate e non ho opposto resistenza, ma ho ricevuto due colpi di manganello uno sulla testa l’altro sulla schiena. Il medico mi ha messo due punti in testa".

    "Eravamo seduti attorno al fuoco, eravamo una decina - racconta una donna ancora agitata - ad un certo punto sono piombati su di noi, erano tanti. Noi abbiamo alzato le mani, ci hanno picchiato lo stesso. Angelo - prosegue la donna - è stato colpito più degli altri, gli hanno spezzato una gamba, è rimasto privo di conoscenza". Secondo questa testimonianza il ragazzo ferito è stato poi spinto nella scarpata proprio dai presidianti "per ripararlo dai colpi".

    Sul presidio sono arrivati i camion, scesi a forte velocità, e sono riusciti ad entrare nella discarica: si tratta di una trentina di mezzi carichi di materiale per allestire il sito. In direzione contraria sono sfrecciati anche almeno quattro tir in uscita: quelli bloccati da due giorni all’interno del sito.

    Ancora in mattinata due persone, una donna incinta e un uomo di 75 anni, hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari e sono stati trasportati all’ospedale San Paolo. Lo scontro si è avuto perché alcuni camion dovevano uscire dalla discarica e una parte dei manifestanti, per evitare il prosieguo dei lavori di allestimento, aveva bloccato la strada rovesciando sulla carreggiata alcune Apecar.

    Ieri sera un mezzo dei vigili del fuoco era stato preso d’assalto dai manifestanti. Sono state danneggiate alcune radio portatili in uso ai pompieri e le spazzole tergicristalli. Anche un cineoperatore della Rai è stato aggredito. Contuso ad una gamba, è stato accompagnato al Cto. Il pullmino della tv di Stato, inoltre, è stato allontanato dai manifestanti.

    (5 gennaio 2008) www.repubblica.it