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– ripartiamo da Rossi e Turigliatto!
a cura di Paolo De Gregorio – 23 febbraio 2007
La violenza con cui gli apparati di partito di PDCI e PRC si sono scagliati contro coloro che, per coscienza e convinzioni etiche, hanno votato contro la politica estera del governo Prodi, ci fa capire quanto la cosiddetta “sinistra radicale” sia totalmente interna al gioco del “Palazzo” e voglia tenere in piedi un governo totalmente subalterno alla politica americana di aggressione all’Afghanistan e di aumento della potenza militare in Europa, aggravata non solo dal raddoppio della base di Vicenza, ma anche dalla gravissima decisione Usa di dispiegare missili in Polonia e Repubblica Ceca, ai confini della Russia, senza nemmeno consultare i suoi “alleati” (leggi servi).
La “discontinuità”, di cui si è vantato D’Alema, esiste davvero. Oltre l’aumento del 13% delle spese militari italiane, vi è in Italia e in Europa un incremento dell’iniziativa militare Usa che vuole colpire, proprio partendo dall’Europa, obiettivi militari del medioriente, coinvolgendoci in una politica che è ferocemente contro gli interessi europei, contro l’euro, contro l’Unione Europea che viene sbeffeggiata trattando direttamente con i paesi membri e dimostrando che l’Europa come entità politica non esiste e non ha peso.
Questa vergognosa ed umiliante subalternità alla prepotenza yankee, dannosa alla nostra economia e alla nostra dignità, è addirittura un dogma.
Qualunque tentativo di smarcarsi da questo servaggio viene definito come fantasioso, velleitario, rivoluzionario, terroristico e quanto altro leggiamo ovunque, e non come un semplice desiderio di decidere autonomamente il nostro destino di cittadini europei, visto che l’Europa ha 350 milioni di abitanti, una potenza economica pari a quella americana, e vogliamo solo fare un cammino autonomo che non venga deciso da un impero decadente, odiato in tutto il mondo, che vuole risolvere i suoi problemi solo con la lotta armata e la prepotenza.
La vera ed unica “discontinuità” è quella di affermare l’autonomia italiana ed europea dai disegni e dalle strategie Usa, dichiarare sciolta la Nato e dare lo sfratto a tutte le basi Usa in Europa.
Continuare furbescamente ad appoggiare il governo Prodi significa lasciare congelata la politica estera, significa non mettere in discussione un modello di sviluppo economico che non è più sostenibile, significa mettere la sordina a qualunque iniziativa volta ad una Europa coesa che parli con una sola voce.
Eppure questa “sinistra radicale” (Verdi, Rifondazione PDCI), appena ieri sera, quando Prodi ha alzato la voce, si è precipitosamente resa disponibile al voto di fiducia, rinunciando anche alle briciole dei DICO, dimenticando la frettolosità e l’arroganza con cui Romano Prodi aveva comunicato che su Vicenza la decisione era presa e che la politica estera non si tocca.
La sola cosa che otterranno, salvando Prodi, è una distanza abissale dai propri elettori, magari compensata dalla consolazione di fruire ancora per qualche mese dell’appannaggio parlamentare e magari di arrivare a quella pensione d’oro che nessuno disdegna.
Ormai questi partitini sono organizzazioni burocratiche autoreferenziali, incapaci anche di legarsi tra loro per costituire una alternativa, e sono ormai di ostacolo alla costruzione di una “SINISTRA ANTAGONISTA”, che non deve essere un partito, ma un movimento di massa capace di fare campagne come quella di un Referendum sull’indipendenza dell’Europa, sul disarmo, su uno sviluppo sostenibile.
Turigliatto e Rossi, insieme agli altri quattro che hanno dichiarato che voteranno contro il rifinanziamento della guerra all’Afghanistan (Rame, Giannini, Bulgarelli, Grassi), se non decidono di ritirarsi a vita privata (visto che i loro partiti li butteranno fuori), potrebbero fare un gruppo di cui molti di noi avrebbero avere fiducia, per definire gli obiettivi di una sinistra antagonista di cui vi è un immenso bisogno.
Paolo De Gregorio