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“sinistra imperiale”
a cura di Paolo De Gregorio – 24 gennaio 2007
D’Alema ci racconta perchè non possiamo andare via dall’Afghanistan: se lo facessimo il nostro “peso internazionale” diminuirebbe e ci isoleremmo dall’Onu e dalla Nato.
Ricordo semplicemente, ma fermamente, che l’Onu non ha mai evitato una sola guerra, non ha espulso gli Usa che non hanno obbedito al monito di non aggredire l’Iraq, non ha dato uno Stato ai palestinesi in 50 anni, resta in mano alle 5 nazioni con diritto di voto che producono e smerciano l’80% di tutte le armi in circolazione (e come massimo consesso di PACE è grottesco), e forse non dargli molto peso sarebbe un segno di intelligenza, come sarebbe molto intelligente uscire dalla Nato che è una organizzazione a guida Usa, che però decide la politica estera dell’Europa.
Quanto al “peso internazionale dell’Italia” esso è meno che zero, il suo peso militare ininfluente, il grosso delle truppe parla inglese, la strategia la decidono loro, e verremo solo coinvolti in una sconfitta sicura, perché la pretesa imperiale di guidare il futuro politico ed economico di quella area geo-politica, ha trovato nell’Islam il collante antioccidentale che farà fallire per sempre le pretese egemoniche di Usa e Occidente su quelle terre.
D’Alema, quale esponente di un governo di segno opposto a quello precedente, avrebbe il dovere di convocare tutti i ministri degli esteri europei con l’obiettivo di arrivare ad una immediata non belligeranza in Afghanistan, e alla convocazione di una conferenza di PACE tra i talebani e le altre componenti del popolo afgano.
Questo mi aspettavo da un ministro degli esteri europeo e di sinistra, e non la spocchiosa dichiarazione di appiattimento sulle decisioni degli Usa e del loro cameriere Silvio Berlusconi, irridendo al proposito (tiepido) della sinistra radicale e dei Verdi di far mancare il proprio voto al rifinanziamento della suddetta “missione”.
Mantenere la stessa politica di Berlusconi e di Bush, in estrema sintesi, significa essere certi di una vittoria militare che mantenga il paese afgano sotto il controllo occidentale.
Ma questa pretesa di comandare a casa d’altri si chiama imperialismo, senza virgolette, e gli imperi prima o poi fanno una brutta fine, e personalmente non ho il minimo dubbio che nel medio termine tutti gli occidentali saranno cacciati, basterebbe solo che il Pakistan si allontanasse dalla politica Usa e provasse più interessante e redditizio ricevere petrolio e gas da Iran e Irak con oleodotti e gasdotti che passano sul suo territorio, appoggiato in questo da Cina e India che vogliono situazioni stabili ai propri confini, e anche esse desiderose di ricevere il petrolio del Medio Oriente. Tutta l’economia asiatica ha bisogno di PACE e della energia mediorientale e il suo peso è oggi così grande che, in un modo o nell’altro, questi interessi prevarranno su quelli occidentali e gli imperialisti si dovranno rassegnare a comandare solo a casa propria.
In questa realistica prospettiva, l’Europa dovrebbe avere il buon senso di smarcarsi dalla fissazione Usa di far politica con la forza militare e per prima cosa deve sciogliere la Nato e revocare il permesso di basi militari sul territorio europeo e pensare ad una politica di PACE e di integrazione economica con Russia e Medio Oriente.
Un mondo multipolare, senza egemonismi, sarà un mondo più vivibile e pacifico, e si potrà pensare a destinare le immense risorse sprecate per gli armamenti a risolvere i problemi della fame e dell’ambiente.
E questo significa tutelare la “vita”, non limitarsi a difendere gli embrioni surgelati!
Paolo De Gregorio