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– socialista: il partito nato morto -
a cura di Paolo De Gregorio, 7 luglio 2008
A Montecatini, un certo Riccardo Nencini è stato eletto segretario del Nuovo partito socialista, erede dello SDI, cancellato dal Parlamento alle ultime elezioni (sotto l’1%).
Non si comprende bene che cosa c’entri il socialismo con gli eredi di Craxi, ma il primo vagito del neonato partito rivela il suo DNA: la prima richiesta, che sembra un aut-aut, è verso il PD di Veltroni, che deve rompere col “giustizialista” Di Pietro, se desidera allearsi con loro.
Senza nemmeno avere la pazienza di entrare in Parlamento, evento non proprio scontato, in nome del “socialismo”, si attacca l’unico antagonista di Berlusconi, unendosi al coro di tutta la destra.
Tra Berlusconi e i socialisti il legame è di vecchia data, coniugabile in tempi storici, visto che si parla degli anni ‘70 quando il cavaliere ebbe la licenza edilizia per fare Milano2 dall’allora sindaco socialista Aniasi, fino a ricevere dal governo Craxi le 3 concessioni televisive che hanno fatto diventare l’Italia una Repubblica democratica fondata sulla TV.
Nonostante oggi appaia chiarissimo che la destra è al potere, e Berlusconi è al potere grazie alla cinica operazione craxiana, e che questo evento ha distrutto democrazia e par-condicio e malgrado sia stato dimostrato nelle aule di giustizia che partito socialista e DC avevano trasformato la politica in una industria delle tangenti, ecco riemergere il simbolo “socialista” diventato sinonimo di ladri e venduti, che vuole processare Di Pietro.
Eppure è chiaro dove sono andati a finire il grosso dei voti democristiani e socialisti. Molti dei collaboratori di Berlusconi vengono da quei partiti, persino la figlia di Craxi è sottosegretario agli esteri del 4° governo Berlusconi, e altri sarebbero accolti a braccia aperte e dunque questa operazione di riesumazione della salma “socialista” deve avere un altro scopo.
Non dimentichiamo che il disegno che ha portato la destra al potere è stato concepito e realizzato da uomini iscritti alla Loggia Massonica P2, uomini che oggi sono in tutte le stanze del potere, con Berlusconi in testa, e vi sono persone raffinate che possono vedere nel ritorno della sigla socialista una sorta di normalizzazione, con un piede nel centro-sinistra, per meglio condizionare Di Pietro, e farlo apparire accerchiato e fuori moda.
Lo spazio che le TV del cavaliere daranno a questo “partito” ci rivelerà se la mia impressione è giusta.
Naturalmente, al di fuori di questa ipotesi, lo spazio politico per un altro partitino di centro-sinistra è pari a zero.
Paolo De Gregorio